Utilitatem juvandi pratali gratia placendi. Plin. in Præf. E' più facile aggiugner perfezione alle cose trovate, che trovarle perfette. Sal PREFAZIONE PREMESSA ALLA SECONDA EDIZIONE Ancorche ncorchè lo studio della lingua toscana si coltivi comunemente in questa città, e si scriva dai più con puro ed accurato stile non meno in verso che in prosa dietro alle tracce de' vecchi autori; pure s'incontrano bene spesso nei componimenti d' alcuni certe disconvenienze ed improprietà e di voci e di modi che ne sfigurano tutto il bello, e a chi più sa dispiacciono grandemente. Ciò addiviene per l'ordinario ogni volta che gli scrittori hanno a far uso di parole domestiche e di maniere famigliari toscane, e più che altro de termini delle arti, e conseguentemente de loro modi, azioni ed ordigni. Ora per riparare a simili inconvenienti, porgere un mezzo pronto ed agevole a rinvenire le voci toscane che ci abbisognassero, e quelle principalmente delle manifatture, o de' mestieri meno pregiati, o più vili; mi sono accinto a compilare un Dizionario di vocaboli veneziani e padovani co' loro modi, frasi e proverbi, acciocchè alla prima occhiata di questi ti si affacciassero le voci toscane corrispondenti alle nostre. Sia pure taluno intendente quanto si vuole del bel linguaggio toscano, e sia fornito altresì di buona e pronta memoria, metterei pegno che ignora talvolta, o non sempre gli torna in mente, massiine nel bollor del comporre, un qualche termine proprio e preciso di quell'idioma; laddove non può non sapere, nè, quando pur lo volesse, dimenticarsi giammai il parlare materno e le voci natìe. Se tutte le città dell'Italia che non hanno la bella sorte d'esser bagnate dall' Arno (come fece lodevolmente prima di me quella di Brescia), si recassero a tessere in cotal forma i rispettivi lor Dizionari, appiglierebbesi con lieve fatica in ogni una di esse il bel volgare toscano, e così diverrebbon comuni a tutti gl'Italiani le sue ricchezze (1). ! Ciò posto per vero, come dalla quotidiana sperienza verissimo si discuopre, io presento alla dotta mia patria, fin da' più vecchi tempi amata da'Fiorentini, ed alla gioventù principalmente di essa, un lavoro condotto secondo questo disegno; il quale cominciai con diletto a principio, ma poi con pena grande noia ed incomodo ho tratto, non dirò già a perfezione, ma a sufficiente grandezza. Se otterrà questo, come desidero, qualche compatimento dal Pubblico, e dovra l'opera un dì ristamparsi, allora potransi aggiungere le voci che le mancassero, ed altre locuzioni e proverbi; ed ammendare ad un tempo gli sbagli ne' quali caduto fossi, e a miglior forma e a tale stato ridurla, che al tutto piaccia, e possa dirsi in qualche modo compiuta, il che mi lusingo d'avere a proporzion conseguito in questa seconda edizione. Tutti i vocabolari hanno avuto dapprima un picciolo cominciamento, e poi coll' andare del tempo s'accrebbero ed ingrossaronsi notabilmente. Io sento qualche compiacimento d'aver principiato: altri forse più tollerante che non son io, o più vigoroso, per diletto insieme e per ozio potrà fare il resto, ed aggiungere in fine di questo mio Lessico anche un Indice delle parole toscane affrontate colle nostre, ch'io per istanchezza e con mio dispiacere ho lasciato addietro, quantunque lo conoscessi in molti casi utilissimo, e mi venne meno la lena nell'atto di farlo per la presente ri stampa. E per accennare in breve l'ordine da me osservato in questo lavoro e il modo che s'ha a tenere a farne buon uso; dirò innanzi a ogni cosa, ch'io posi per alfabeto e scelsi studiosamente que' termini padovani e que modi che o nel loro significato (2) son da'toscani diversi, o nell' accozzamento e suon delle lettere da quelli svaríano estremamente Per non ingrossare il volume fuor del bisogno, è infastidire chi legge con istucchevole superfluità, non ho voluto inserire frasi, dizioni, proverbi che fossero scambievolmente comuni (3), e la stessa cosa sonassero e fra i Toscani e fra noi. L (1) A norma del Vocabolario del Disegno del Sig. Baldinucci, util cosa sarebbe alla nostra lingua (dice il sig. Apostolo Zeno nella Bibl. dell' Eloq. ital. v. I. p. 72.) che ogni arte e scienza avesse il suo proprio; il he di molto agevolerebbe la strada a scrivere in ciascuna materia. E poco sopra: Chi si mettesse espressamente a formare un Vocabolario veneziano col riscontro delle voci toscane, farebbe conoscere l'analogia che hanno de nostre colle orientali, e grande apporterebbe utilità agli studiosi del colto parlare. (2) Altro val nappa, gallinella, martorello, marangone, sorare, gombina, piombino presso i Toscani, ed al tro fra noi e quanto non è discrepante il termine bugarolo, festaro ec. dal ceneracciolo, e dal ciambellaio de sopräddetti ? (3) Tale e tanta è la moltitudine delle parole toscane che si ritengono e nel contado e dentro alla nostra città, che è proprio una meraviglia. To sarei quasi per dire che nessun' altra città di Lombardia ne può contare altrettante. Donde sia ciò provenuto a me non ispetta il deciderlo. Io seguirò il mio argomento, registrandone alcune così di passo. Del contado sono fortume, grembiule, vangile, contradiare, galdere, virtudioso, pieve', coltra, superbiosa, terribile per turibile ec. Della città, pillacchera, zatta specie di popone, massaro, infinocchiare, taroccare, straculo, sgrottare, ansare, spalliera, ragazzo, rocchetto, smargiassos brustolare, ella s Non dico però, che io non ci abbia incastrati spessissimamente anche de' vocaboli simiglianti e di significazione comune; e di quelli altresì che per accrescimento o scemamento di lettere e sillabe poco, o nulla discordano da toscani e qualunque volta m'è accaduto di farlo, non fu, s'io non erro, senza buona ragione. Imperciocchè mancando essi nel gran Vocabolario della Crusca, che forse per essere troppo bassi e triviali stimarono bene que' giudiciosissimi compilatori di non registrarli, come per esempio cerniera, lucchetto, pettorina, invernessa, cedrara, e tanti e tant' altri, io venia in cocal guisa a rendere accertato il lor uso, se fosse caduto a taluno in pensiero di dubitarne. Un'altra ragione anche m'indusse a farlo, e fu d'allogare alcuni nostri modi e proverbi accanto una voce comune colla toscana, i quali non potevano se non presso quella trovar luogo, o ricapito. Così a mostrar la ricchezza dell'idioma tosco, che certo non ha bisogno delle lingue straniere (come taluno che non lo studia, a torto si persuade), per esprimere propriamente e con somma chiarezza quanto rinchiude tutta la moltitudine delle opere della natura, delle arti, e degli umani concetti, ho posti a fronte d'un comune vocabolo quanti ho potuti raccorre sinonimi e frasi e modi varii di dire, affinchè secondo lo stile che a ciascun piacesse d'usare, umile, famigliare, giocoso, trovasse quelli begli e ammanniti, nè gli mancasse il mezzo di far più adorni i suoi componimenti coll' adoprar varietà di locuzioni e di aggiunti, cosa tanto raccomandata da' maestri dell'arte. Se ho tralasciata qualche parola nostrale, come per via d'esempio zugare al rigoletto, lavello, zanzarelle, bigòlo, ed altre, mi serva di giustificazione il dire, che siccome non in ogni terreno alligna ogni pianta, così anche ci son de' vocaboli e guise di favellare accostumate fra noi, che non lo sono del pari in Toscana, e per lo contrario, onde mancando la cosa da nominarsi, conviene ancora che manchi con essa il proprio vocabolo. Che se qualche maniera di dire e qualche voce padovana non trovasi registra-. ta a suo luogo, non si formi tosto giudicio che la ci manchi. Non ci saper esempio la camina che la pare una topinara, non sciòlo, non sbardelona, non dir de so mare; poco ciò monta. Si guardi far tre passi in un quarelo, subioto, scorabiona, dir de so nona, che hanno la stessa significazio rà cubattolo, trappola, pastoso, ed altre senza novero. Quanto alle frasi ed a' modi, siano di saggio i seguenti: Bastar l'animo, dare il cuore, sfender gli orecchi, fare il latino a cavallo, chi di venti non ha, di trenta non fa, aver roba al sole, la lingua batte dove il dente duole, toccar sul vivo, mi dice un animo, sforzare una porta, darla a gambe, a marcio dispetto, bel fusto, andar a nozze per far volentieri, andar a suon di campanello, teher il piede in due staffe, stringersi nelle spalle, starsene al detto, mettere il carro innanzi a' buoi, far alto e basso, saper di mille odori, mettere in sacco, toccar un tasto, tener sotto alcuno, dar tempo al tempo, se tanto mi dà tanto, far una cavalletta, mettersi le mani al petto, vestir positivo, non sentirsi un zitto, non voler gallina che non faccia l'uovo, far pala, mostrar la luna nel pozzo, svegliar it can che dorrisolvere o dentro, o fuori, ed altri infiniti. Vuolsi inoltre avvertire che parecchie voci toscane ha ritenute anche la nostra marineria, l'arte degli speziali e de' nostri architetti, v. g. andar alla banda, brulotto, calafattare, ec. madalone, lutare, campana, decantar de' liquori, linguella, trocischi, e molte di questa fatta. Quanto alle architettoniche, se ne potrà ognuno chiarire parlando co'maestri dell'arte e cogli scarpellini. me ? |