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<< Prima di domandare il concorso degli artisti della madre « patria per un'esposizione di belle arti all'estero, è prudente accer<< tarsi se vi sia probabilità di ottenere qualche ordinazione o per « lo meno la vendita dei lavori esposti; e le attuali condizioni ece<<nomiche del paese non sono tali da incoraggiare una simile ini« ziativa.

<<< Un conosciutissimo negoziante d'oggetti d'arte, assai compe<< tente e con un'estesa clientela, ha fatto, non è molto, un tentativo << consimile, con cattivo risultato. Se la progettata esposizione si << realizzasse con insuccesso, e questo fosse dovuto a cause che non << era difficile prevedere, è superfluo dire che ciò avverrebbe con << grave scapito di quel credito di praticità, che è tanto necessario << alla nostra istituzione ».

Esclusa quindi, pel momento, l'opera d'arte, troviamo invece che le stampe, le oleografie rappresentanti imagini sacre, quadri di genere, scene campestri, fatti storici, personaggi illustri, ecc., trovano in questo paese facile smercio. Ma questi prodotti oleografici vengono, attualmente, importati in gran parte dalla Germania e dalla Svizzera, e solo una minima parte proviene dall'Italia.

Le statue di marmo, i monumenti funerari sono, in generale, opera d'italiani residenti nel paese. E, tranne poche eccezioni, hanno scarso valore artistico; perchè parecchi nostri scalpellini diventano, troppo facilmente, scultori, architetti e negozianti in marmi.

Le imitazioni dei bronzi, gli oggetti da bazar, le piccole terrecotte a buon mercato, ed i ninnoli d'ogni genere, che hanno più apparenza che valore reale, trovano facile smercio in questo paese. Tali articoli vengono importati dalla Francia e dalla Germania.

Finanza argentina e commercio del metallico.

La crisi economica del 1890 produsse in questo paese profondo e generale malessere. Dal grande capitalista al piccolo mercante, tutti soffrono le conseguenze del deprezzamento dei valori, cominciando dalla moneta fiduciaria fino ai terreni dedicati all'agricoltura ed alla pastorizia. Quindi, per oltre sette anni, il paese soffriva la invasione delle cavallette, che distrussero molti raccolti, prostrando l'agricoltura e cagionando il fallimento di numerose case di commercio.

Malgrado ciò, questo paese dette prova di grande vitalità e di forti risorse, e le alterazioni ed i disastri del passato furono per tutti di utile esperienza.

In quell'epoca triste il cambio dell'oro, per motivi di minima importanza, oscillava di 40 a 50 punti in una settimana. Attualmente invece, e per quanto gli speculatori procurino di ottenere continue oscillazioni sull'aggio, il premio dell'oro si mantiene nei suoi limiti razionali. D'altra parte il governo, con la nota legge di conversione, stabiliva il tasso di 227,27 pel pagamento dei diritti doganali in oro, disponendo il cambio ad eguale prezzo dell'oro che si porta ai suoi ufficii, contribuendo in tal modo a dare sicurezza alle operazioni commerciali, diminuendo le oscillazioni del valore monetario.

Le finanze dello Stato, dopo un periodo rovinoso, appariscono ora in più soddisfacenti condizioni; ed il governo provvedendo al pagamento degl'interessi dei propri debiti, ha fatto risorgere il credito del paese. Attualmente infatti i titoli argentini si quotizzano in rialzo nel mercato di Londra.

Nel messaggio che il Presidente di questa repubblica ha presentato al congresso nazionale, nello scorso mese di luglio, si rispecchia lo stato attuale della finanza argentina, che se non trovasi in una situazioue rosea, è però in condizione sana.

Nel detto messaggio il signor generale Roca, dopo avere manifestato che la guerra del Sud-Africa, la peste bubbonica, l'epizoozia ed i recenti avvenimenti della Cina sono venuti a complicare la situazione finanziaria del paese, restringendo il credito nei principali mercati, fa conoscere che questi fatti e gli obblighi dello Stato hanno imposto al governo di adottare una politica finanziaria di intensa ed energica economia.

Ed accennando che il bilancio del 1901 esigerà la somma di 3,663,502 pezzi oro pel suo pareggio, soggiunge che sebbene si possa assicurare che il raccolto dell'anno entrante sarà di maggior reddito. di quello del corrente, fa d'uopo avere avvedutezza, prudenza e patriottismo nel sanzionare la legge delle spese. Dichiara che il valore del debito fluttuante dello Stato è di 9,330,000 pezzi oro, e fa notare che le ultime operazioni furono fatte dal governo al 5% d'interesse, saggio al quale giammai si arrivò nel paese; concorrendo certamente a questo miglioramento l'abbondanza dell'oro nel mercato.

Indipendentemente, poi, dalle obbligazioni inscritte nel capitolo

del debito fluttuante, lo Stato ha 17 milioni di pezzi oro d impegni, per un avvenire prossimo.

L'attuale situazione del debito pubblico argentino è la seguente:

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Il preventivo delle entrate per l'anno 1891 viene calcolato in pezzi oro 37,991,719, ed in pezzi moneta argentina carta 62,300,000; e quello delle uscite in pezzi oro 25,981,543, ed in pezzi moneta argentina carta 88,340,250. Con l'avanzo di pezzi oro 12,010,075 si provvederà al saldo dei 23,040,250 pezzi moneta argentina carta.

Lo spirito infine di questo messaggio si racchiude nelle seguenti parole della conclusione:

<< Tralasceremo di vivere spendendo ciò che non abbiamo, con<< traendo debiti senza misura, e raggiungeremo quel credito di cui << tanto abbisogna la nazione per la sua prosperità.

<< Solo una calamità nazionale potrebbe perturbare la situazione << finanziaria del governo squilibrando il preventivo; perchè solo in << tal modo potrebbe prodursi un deprezzamento nel valore della << carta moneta con la quale si pagano le imposte doganali.

<< Nulla v'ha, pel momento, che possa indicarla; ma se per di<< sgrazia ciò giungesse a prodursi, è risoluzione del potere esecu<< tivo diminuire le spese fino all'ultimo limite, prima di consen<< tire un disavanzo che obbligasse ad usare altri mezzi straor<< dinari ».

La tabella che segue indica il movimento del commercio del metallico, negli ultimi dieci anni, e nei primi nove mesi del corrente anno:

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La città di Buenos Aires è il centro del mercato argentino. Situata all'entrata di uno dei più grandiosi sistemi fluviali del mondo, con le conseguenti facilità di mezzi di trasporti, esercita una forza di assorbimento tanto sull'immigrazione quanto sul commercio sud

americano.

Con una popolazione di 800 mila abitanti, in un vasto paese che ne conta poco più di quattro milioni in totale, essa accentra tutta la vita politica, sociale e commerciale di questa repubblica, e nel suo porto si verifica la quasi totalità del commercio internazionale argentino.

Con eccezione di Rosario di Santa Fè, che ha notevole importanza per il commercio delle regioni del nord e dell'ovest che vi facapo, tutte le altre città dell'Argentina hanno un limitato commercio locale, con poche o nessuna industria, e costituiscono in generale dei punti di transito dove si raggruppano i prodotti delle industrie agricole e pastorili delle singole regioni, per scambiarsi con quelli che l'industria estera e locale accentra in Buenos Aires.

Gl'importatori di Buenos Aires vendono all'ingrosso ai commercianti che risiedono nelle città minori o nei villaggi, i quali, alla loro volta, vendono ai negozianti delle campagne. Costoro hanno una clientela di compratori che paga gli articoli, che consuma, all'epoca del raccolto o della tosatura delle pecore. Essi quindi aprono crediti nei centri dove dimorano, ed alla loro volta ottengono dilazioni di pagamento dal negoziante della città, il quale paga l'importatore di Buenos Aires con effetti a scadenza di cinque o sei mesi.

I negozianti al minuto delle campagne, già conosciuti sotto il nome di pulperos, forniscono ogni specie di articoli a tutto il vicinato nel radio di parecchie leghe, e costituiscono altrettanti centri del movimento commerciale di determinate zone; e non di rado alcuni di essi si pongono in diretta comunicazione con i grandi importatori di Buenos Aires, profittando pure dell'opera dei commessi viaggiatori, che fanno periodicamente il giro della provincia. I proprietari, gl'intraprenditori, ecc., aprono crediti ai loro lavoratori presso questi piccoli negozianti, i quali loro forniscono pure somme di danaro, ritirando, in pagamento, cambiali su Buenos Aires.

Tranne poche eccezioni, il commercio all'ingrosso in questa repubblica viene praticato dagli stranieri. Gli argentini che si dedicano al traffico vendono di seconda o di terza mano, perchè non hanno, in generale, relazioni all'estero.

Essi, invece, hanno il monopolio delle vendite all'incanto, che costituiscono una specialità di questo paese, e che offrono a molti una carriera commerciale non scevra di abbondanti guadagni.

In pochi paesi, forse, le vendite all'incanto sono tanto svariate, numerose come in questo. I mobili, gli immobili, gli animali, i terreni, gli articoli d'importazione e di esportazione, provenienti da liquidazioni volontarie o forzate, e spesso interi caricamenti di mercanzie vengono venduti all'incanto; e non mancano mai compratori, segnatamente fra i commercianti al dettaglio, alcuni dei quali si recano periodicamente dall'interno a Buenos Aires, per rifornirsi in tal modo di mercanzie, che ottengono ad un prezzo minore di quello che può loro offrire il diretto importatore.

Un'altra specialità del movimento commerciale locale, riguarda l'accaparramento dei prodotti agricoli e pastorili per l'esportazione.

L'azione degli accaparratori, denominati acopiadores, è molto complessa; e quantunque a prima vista sembri solamente un fatto intermediario fra il produttore e le case esportatrici, è invece, nella

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