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Intanto, quantunque il tempo accennasse di minuto in minuto, a diventar troppo scarso per il soldato, nondimeno essendo a nostra cognizione come questi fosse avvezzo alle necessità de'campi di guerra, alle partenze improvvise, non ci lascia dubbio che, facendo egli le cose con ordine e speditezza, non giunga in tempo di apparire come caduto dal cielo, nel momento appunto della partenza del corteggio nuziale, come era suo divisamento. Giova dunque lasciarne la cura a lui stesso ed a Giulietta, la quale aveva prefisso di avvertirlo al momento opportuno.

Difatti erano scorsi pochi più di una ventina di minuti, quando Giulietta, spingendo leggermente la porta dell' ovile e mettendo dentro il capo, mandava un prolungato Oh! che esprimeva la sua maraviglia.

Ilario era già totalmente lindo e lustro, come lo poteva essere nell'uscire dalla Caserma in un giorno di festa.

- Che ne dici eh! ti sorprende di vedermi bell' e pronto in così breve tempo! Diceva egli mentre si metteva il secondo guanto di finissimo daino bianco.

Giulietta proseguiva a mirarlo.

Ma perchè tanta maraviglia?

Che forse tutti i soldati portano adesso un mazzetto di fiori in petto come voi? Portano anche quella lunga spada, que' galloni d'argento sulle braccia, que' guanti così fini, tutte quelle monete sul petto? Oh! che bella cosa avere uno zio caporale!

Un po' più di rispetto, Giulietta; devi dire sergente, e più propriamente sergente maggiore, od anche semplicemente maggiore, per abbreviazione. Questa poi non è una spada, ma una sciabola, e queste non sono monete, ma medaglie, delle quali ti dirò il significato a migliore occasione. In quanto ai galloni, sono l'insegna del mio grado, e questo mazzetto poi è il regalo di nozze ch'io faccio alla mia Ninetta.

Regalo di nozze un mazzetto! un mazzetto da un soldato, da un caporale, come devo dire?

Sergente maggiore.

Va bene, da un sergente maggiore così ben vestito, e con tante ricchezze indosso da parere un Sindaco. Davvero che il regalo non corrisponde al vestiario!

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Questo, destinato a te, spero corrisponderà un poco più.

E stava per porgerle una bella crocellina d'oro che aveva levata dal portamonete, ma che poi ritirò nel momento appunto in cui Giulietta, sorridendo, allungava la mano.

Ma no

proseguì egli, - non posso far regali se prima non l'ho fatto alla sposa. Eppoi bisogna vedere se tu non abbia meritato invece la punizione di quattro giorni a pane e acqua. Giulietta ponendosi una mano al petto rispose:

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Lo vedrete da voi stesso caro zio!
È quello che ho intenzione di fare

nel suo nascondiglio.

Giulietta non sorrise più.

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Dobbiamo marciare? domandò Ilario.

-

- Si rispos' ella, secco secco mentre usciva, ed Ilario le teneva dietro.

Giunti alla porta di casa, Giulietta entrò ed il sergente rimase fuori di fianco alla soglia. L'uso portava che gli sposi uscissero i primi.

Tutto il corteo era affollato nella stanza d' ingresso, dove il vecchio Giovanni disponeva a due per due, tutti que' principali che ne facevano parte. Innanzi a tutti intanto dovevano uscire i due fidanzati, poi i padrini, quindi il padre e la madre, poscia i parenti delle due famiglie e per ultimo i padri e le madri degli sposi e, dietro a questi, il codazzo de' figliuoli piccoli e degli amici. Come tutto fu ordinato, Giovanni diede il cenno della partenza, e subito i fidanzati si mossero. Ma proprio allorchè ponevano il piede sulla soglia, ecco farsi innanzi il sergente esclamando:

Ah! tristarelli! si va a nozze senza che Ilario porga un mazzetto di fiori alla sua nipotina! E glielo porse con solda

tesca disinvoltura.

-

La presenza inaspettata di un soldato produsse uno strano effetto in tutti, ma più specialmente in quelli che tra persona e persona ravvisavano un uniforme. Nacque subito una confusione da non dirsi; tutti si stringevano verso la porta per veder ciò che avveniva.

Annetta intanto era quasi svenuta tra le braccia dello zio, il quale teneramente la stringeva al petto. Carletto si era gettato anch'esso al collo del soldato e lo baciava e lo stringeva con tutta la tenerezza del più amoroso fratello. In questo frattempo il vec

chio babbo, e la vecchia mamma, i due fratelli, la cognata, i nipoti, tutti, facevano ressa alla porta per uscire ed abbracciare l'amato congiunto.

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Piano, piano per carità! - andava esclamando il sergente a quel veemente assalto. Mi schiaccerete, stritolerete la mia nipotina. Attenti al comando gridava poscia con voce sonora. A uno alla volta per carità! come diceva Figaro. Non sono già una figura da lanterna magica che apparisca e sparisca a un tratto. Io rimango qui in carne ed ossa, vi rimango per parecchi giorni, ed ognuno di voi avrà agio di abbracciarmi quante volte vi faccia piacere.

Sì, sì tutto ciò che tu vuoi, ma intanto un bacio e un abbraccio e le nostre sincere espressioni del ben venuto. Esclamarono più voci a un tratto.

- Sia pure, ma basta che si faccia presto, perchè non bisogna tenere sospesa tutta la comitiva, la quale ha un lungo giro da compiere prima di sedere a mensa per fare onore agli sposi. Dunque attenti al comando. In riga senza distinzione di sesso o di grado. Lesti, risoluzione in que' movimenti !

Cominciò allora a farsi un po' di largo, perchè tutti si mettevano in fila.

non

Ora attenti al comando. Un solo bacio e un abbraccio, una parola di giunta. Da ultimo sarà permesso un Viva! generale e nient'altro. Ora attenti, tocca a me. Silenzio, sotto le armi non si ciarla.

Cominciò allora ad abbracciare e baciare la sposa e lo sposo che erano i primi; poi il padre e la madre; ma con questi non ci fu caso, l'ordine, il comando non tenne, e bisognò fare un'eccezione alla regola. Que' due poveri vecchi non sapevano distaccarsi dall' amato figliuolo, che in quel momento diventava il loro orgoglio, la loro delizia.

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Via, via rispetto ai comandi; non mancherà tempo per più lunghe carezze. E scioltosi dai loro amplessi, progredi oltre sino ai più piccoli nipoti, ultima de' quali si trovava Giulietta.

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Tutt'altro, zio buono! - e se gli mise al fianco vispa ed

allegra com' era innanzi, mentr' egli riedeva a capo della comitiva la quale già si andava riordinando.

volte.

Viva Ilario! Viva Ilario! - fu gridato allora da tutti più

Silenzio nei ranghi !

esclamò poi alzando una mano. Silenzio. Non abbiamo tempo da sprecare, e non è neppure cosa da gente civile il farci aspettare dalle autorità. Dunque senz' altri discorsi, attenzione al comando: marche! E si mosse a fianco della sposa, la quale veniva a essere così in mezzo a Carletto ed a lui. Giulietta tutta giuliva stava sulla medesima linea quanto poteva più presso ad Ilario.

Nel seguito cominciarono allora le conversazioni parziali delle coppie, e quasi tutte si aggiravano sulla bella presenza del soldato, sul suo arrivo improvviso, sull'immaginata e ben condotta apparizione proprio nel momento in cui si muoveva il corteggio, e fresco e aggiustato come se uscisse dalla sua camera. Al che succedevano le interrogazioni intorno al modo della sua venuta, alla quale niuno sapeva rispondere, e nemmanco lo stesso Giovanni, abbenchè molti si ostinassero a crederlo partecipe di quel segreto.

Mentre Ilario teneva allegri gli sposi co' suoi racconti, colle sue barzellette, a un tratto Annetta, nell'odorare il mazzolino, sentì qualche cosa di sodo che le percosse il naso.

Si vede che c'è qualche bottone non ancora sbocciato diss'ella osservandolo e mi ha fatto un po' male.

Guardiamo esclamò premurosamente Carletto allungando

la mano.

Ma Annetta più sollecita di lui, vi aveva già messo dentro due ditini e lo tentava.

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Sicuro che v'è qualche cosa di sodo, diss' ella e tirando in su staccò un involtino di carta finissima, la quale rompendosi nello sforzo, mise allo scoperto un bell'anello d'oro con una pietra preziosa nel mezzo.

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Ma zio! ma zio! voi ci fate delle sorprese maravigliose!

- Eh! sono bagattelle da nulla disse il soldato.

netta

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È proprio ammirabile! esclamò Carletto.

Io non so che cosa dirvi, mio caro zio

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aggiungeva An

tanta è la mia confusione! Non erà già molto la vostra

presenza alle nozze e questo grazioso mazzetto?

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Ciò forse avrebbe potuto essere sufficiente per un povero caporale, Ninetta mia, ma per un sergente par mio, per un sergente maggiore, era un'inezia che non mi avrebbe fatto onore. Ci voleva qualche cosa colla quale si potesse misurare l'affezione che ho per la mia nipotina.

Giulietta che si era fatta innanzi per vedere, mirò in modo espressivo lo zio.

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Mi sono espresso male dicendo nipotina; io doveva dire nipotine. Non è vero?

Giulietta non si curò di celare il suo giubilo.

Via, via non ti voglio tener più sulle spine! E traendo la crocellina d'oro ed un bel nastrino di velluto azzurro glieli consegnò. Ella tirandosi in disparte se gli adattò al collo, poi corse dai nonni e da' suoi genitori a mostrare il regalo.

Intanto la comitiva era giunta appiè di un' ardua salita, in cima alla quale era situata la terra colla casa comunale e la chiesa. Appiè di quella salita erano ammassati confusamente parecchi cavalli e somarelli, i quali dovevano servire alle persone più deboli della comitiva, affinchè si risparmiassero il disagio dell'erta, a cui era da aggiungere il calore del sole già alto.

I vecchi e le donne si adagiarono sugli ampi basti delle diverse cavalcature; gli uomini validi proseguirono a piedi. Fu fatta eccezione soltanto a Carletto, il quale montava su di un bel cavallo di sua proprietà, perchè doveva stare accanto alla sposa.

Ma improvvisamente smontando offriva le redini ad Ilario.
E perchè? domandò questi.

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Perchè io esco dal mio letto, e voi, probabilmente, avete camminato tutta la notte.

Tu mi hai proprio per un soldato del Santo Sepolcro, se credi che per avere marciato tutta la notte, io non abbia forza da reggermi in gambe? Ho fatto altre tappe che queste, ed il perdere una notte marciando, per me vale quanto lo stare un' intera notte in gozzoviglia co' miei compagni. Su, su a cavallo, e via colla tua sposa. Il Sindaco ci aspetta, e il Parroco si sente gelare al solo pensiero di non poter anticipar di qualche minuto il mezzogiorno per desinare. Animo dunque, marche!

Carletto non se lo fece ripeter due volte e si mise a fianco di Annetta.

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