Storia del reame di Napoli dal 1734 sino al 1825, Volume 1

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Stampa del Fibreno, 1835 - 360 pages
 

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Page 69 - Non sono miei giudici, disse, ma soggetti ; i privati non giudicano i re, né altro re può giudicarli perché non vi ha impero sugli eguali: i re non hanno altri giudici che Iddio ed i popoli. Se poi sono riguardato qual maresciallo di Francia, un consiglio di marescialli può giudicarmi, e se qual generale, di generali. Prima che io scenda alla bassezza degli eletti giudici molte pagine dovranno strapparsi dalla storia di Europa. Quel tribunale é incompetente, io ne arrossisco.
Page 71 - ... nemico pubblico, era condannato a morire, in forza di legge del Decennio mantenuta in vigore *. La qual legge (per maggiore scherno di fortuna), dettata da Gioacchino sette anni innanzi, benignamente da lui sospesa in molti casi di governo, fu, come ho detto, istromento della sua morte.
Page 71 - Napoletani ingannava il dolore, fingendo non so qual mendacio in tutti i fatti del Pizzo. Questa fine ebbe Gioacchino nel quarantesim' ottavo anno di vita, settimo di regno. Era nato in Cahors di genitori poveri e modesti; nel primo anno della rivoluzione di Francia, giovanetto appena, fu soldato ed amante di libertà, ed in breve tempo uffiziale e colonnello.
Page 13 - ... sfrenatezza, ardore di bene la contumacia. Delle quali menzogne non ho voluto essere autore, io che spero di contrapporre al morso de' passionati il voto de' giusti, e alle turbolenze del presente la calma dell
Page 182 - Toledo, fu visto in militare ordinanza, stuolo di soldati tedeschi, poi l'assistente del carnefice che ad intervalli dava fiato alla tromba e poco indietro altri tedeschi ed alcuni sgherri di Polizia, i quali accerchiavano un uomo, dalla cintura in basso coperto di ruvida tela, con piedi scalzi, dalla cintura in sopra nudo, con i polsi strettamente legati, portando in mano ed appesi al collo tutti i fregi settari, ed in capo un berretto di tre colori, collo scritto, a grandi note: Carbonaro.
Page 13 - Italia tempi meno tristi. Ella, da gran tempo invasa da genti straniere, non ha suoi né pensieri, né geste : felice quando con la propria favella i fatti propri narrava, ed a' figli della mente dava suoi nomi.
Page 13 - ... e alla quale voleva gli altri condurre. Quella sicurezza che appare nel libro era in ogni sua parola; quel non so che...
Page 63 - Qui lo attendea la fortuna per dare al mondo novelli esenipj di sua possanza, abbattendo le sublimità di' ella dalla polvere aveva erette, e confondendo gli estremi di felicità e di miseria. Ho detto le sventure di lui nella guerra d" Italia, e la fuga dal Regno, e come in Ischia, restato un giorno, prese asilo sopra piccolo legno che navigava per Francia. Traversando il Golfo di Gaeta, vedendo su le torri sventolare la sua bandiera, pensando che i suoi figli stavano tra quelle mura, e oltre ciò...
Page 71 - Salvate il viso, mirate al cuore. — Dopo le quali voci le armi si scaricarono, ed il già re delle due Sicilie cadde estinto, tenendo stretti in mano i ritratti della famiglia, che insieme alle misere spoglie furono sepolti in quel tempio istesso che la sua pietà aveva eretto. Quei che crederono alla sua morte, amaramente ne piansero, ma la più parte de...
Page 228 - Vergognate di profanare i nomi sacri della civiltà al servizio più infame della tirannide. Dite che i principi vogliono sangue, e che voi di sangue li saziate: non vi date il fastidio dei processi e delle condanne, ma leggete sulle liste i nomi dei proscritti e uccideteli : vendetta più celere e più conforme alla dignità della tirannide.

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