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ingegno. Il risultato della battaglia fu ben più fatale ai russi che non si poteva dapprima credere. Il campo di battaglia, alle 4 di sera, faceva orrore; accordato un armistizio per seppellire i morti, i russi con numeroso personale e molti carri impiegarono due giorni ecc., ecc. » (1).

Tornando quindi a noi, La Marmora diceva aversi a lodare di tutti e in particolare di Trotti, di Mollard « e del bravo. Montevecchio che, ferito, credendosi morire, edificò gli astanti per la sua fermezza e pei nobili e generosi sentimenti spiegati. » La lettera si chiudeva con queste parole: « Abbiamo finalmente stamane (21 agosto) ricevuto un dispaccio telegrafico da Torino che ci annunzia essere la notizia del fatto d'armi arrivata e gradita dal Re e dal Governo. Ho pensato che il più soddisfatto doveva essere Cavour, che non poteva capire come, in tre mesi, non si avesse saputo battere i russi. »

XXVII.

Soddisfazione del paese. compense ai valorosi.

Felicitazioni degli alleati.

Ri

Il dispaccio da Torino, firmato dal ministro della guerra, era. breve e modesto. << Il Re e il Governo felicitano voi e l'armata pel combattimento del 16 agosto. S. M. l'Imperatore dei Francesi si è degnato trasmettere i suoi complimenti per lo stesso motivo. » Ma alla riservatezza delle frasi rispondeva

(1) « Alla sera, al chiarore delle torce resinose, e tutta la notte si seppellirono i morti e si trasportarono i feriti. Non giurerei che nell'oscurità e nella fretta non si sia seppellito qualcuno vivente ancora. Era uno spettacolo fantastico e terribile pei gemiti dei feriti che giacevano da più ore sul terreno.... << Nei campi alleati regna la massima allegria, malgrado lo spettacolo doloroso dei nostri sofferenti. Alla sera corre lo champagne ed a notte tarda ci ritiriamo agli accampamenti. Il successo d'oggi ci è arra che, presentandosi l'occasione, tutto il corpo possa concorrere ed eguagliare i più fortunati combattenti.

« Conseguenze morali per noi sono quelle dell'alto prestigio che abbiamoacquistato, per la fermezza vera dimostrata dalle truppe impegnate nel combattimento. Inglesi e francesi c'invitano a bere lo champagne e l'amicizia. e la confidenza è intima. » (CERESA DI BONVILLARET. Opera citata).

il senso dell'avvenire ed una generale soddisfazione che dal Piemonte si estendeva all'Italia. Il Piemonte era altero del suo esercito e l'Italia del Piemonte. Sentivasi che la Cernaia. era moralmente e poteva essere materialmente la rivincita di Novara. E meglio di tutti lo sentiva, anzi lo vedeva, Cavour, che finalmente aveva trovato la base del suo piano. Quindi ben si apponeva La Marmora, dicendo che il più contento di tutti doveva essere lui.

Più pronte e più espansive che quelle del proprio governo furono (cosa strana!) le lodi degli alleati.

L'indomani stesso della battaglia, il generale Pélissier, a cui il La Marmora aveva spedito un breve rapporto di quanto avea. fatto il corpo sardo, gli rispondeva:

<< Mi affretto di accusarle ricevuta della relazione che Ella ha voluto indirizzarmi, intorno alla parte che l'armata sarda. ha si gloriosamente sostenuta nell'azione di ieri sulla Cernaia. Mi permetta di esternarle le mie più sincere felicitazioni per la bella condotta delle sue truppe in questo primo scontro coi russi. Esse hanno fatto al loro capo un onore ben meritato. »

In simili termini rispondeva il comandante del corpo inglese,. generale Simpson, a cui La Marmora aveva spedito eguale rapporto; anzi, poichè i nostri rapporti cogl' inglesi erano legalmente più stretti che coi francesi, il generale La Marmora ebbe anche le felicitazioni di Londra e più presto che quelle di Torino. Il 20 agosto gli fu comunicato dal generale Simpson quanto segue:

<< Mi dò premura di portare a vostra conoscenza un telegramma che ricevo in questo momento da lord Panmure, nostro Ministro della guerra. S. E. mi scrive che l'annunzio della vittoria del 16 agosto è arrivato a Londra il 17; la Regina ne fu subito informata. Egli aggiunge che S. M. m'incarica di felicitare in suo nome i nostri bravi alleati per il risultato del combattimento, in cui hanno saputo sostenere degnamente la. alta riputazione militare delle loro rispettive nazioni. »

La Marmora rispose ringraziando e pregando il generale Simpson perchè, alla prima occasione, facesse noti a S. M. la Regina i sentimenti della sua rispettosa gratitudine.

Negli ordini del giorno dei due comandanti francese ed in

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glese per annunziare alle proprie truppe la vittoria ottenuta, si faceva onorevole menzione delle truppe sarde « che si erano mostrate degne di combattere accanto ai primi eserciti di Europa; » e il La Marmora ambedue li ringraziava e al comandante francese ricambiava le felicitazioni. « Dopo tre mesi di aspettativa il corpo sardo è stato felice di potere finalmente combattere a fianco di così nobili alleati e di prendere parte a una giornata che fu tanto gloriosa per le armi francesi. La battaglia della Cernaia ci stringe con un nuovo legame ai valorosi eserciti, le cui imprese in queste regioni lontane hanno eccitato la nostra ammirazione e ci fanno altieri di essere venuti a dividere le stesse fatiche e gli stessi pericoli. »

Le parole contenute negli ordini del giorno dei generali alleati, relativamente al nostro corpo di spedizione, furono comunicate ad esso in un ordine del giorno del generale La Marmora, che si chiudeva così: « Queste parole non possono a meno di soddisfarvi grandemente, perchè emanano da generali che sono buoni giudici in fatto di valore, siccome quelli che stanno a capo di due eserciti i quali hanno, a tale riguardo, una riputazione stabilita, ed uno di essi ebbe, nella giornata del 16, la parte principale e aggiunse questa alle antiche sue glorie. » Per essere storici, o meglio cronisti esatti, dobbiamo dire che se i nostri del corpo di spedizione furono contenti degli ordini del giorno degli alleati, non lo furono troppo del Bollettino con cui Pélissier annunziò al mondo la vittoria francese. << Il Bollettino dei francesi, come di solito, è assai tronfio. Il buon successo ottenuto dai nostri artiglieri della batteria inglese vi è attribuito agli inglesi. » Queste parole si leggono nel diario del tenente colonnello Alessandro di Saint Pierre, comandante superiore dei bersaglieri, addetto al quartier generale principale. La stessa lagnanza si trova in varie corrispondenze private e fra le altre in una lettera del generale Dabormida, da Torino, al generale La Marmora. « Pélissier parlò del concorso potente della batteria inglese; perchè non disse che era servita dai sardi? » (1).

(1) ALFONSO LA MARMORA. Pagine nuove. Cenni storici della campagna di Crimea per Carlo Osvaldo Pagani (pag. 320).

Qui c'è un piccolo equivoco. La batteria dovette essere servita da sardi e da inglesi, cioè alcuni pezzi dagli uni e alcuni pezzi dagli altri. ·

Una lettera del generale La Marmora al comandante dell'artiglieria inglese, toglie ogni dubbio che inglesi vi fossero in-torno alla batteria. Ecco la lettera:

«Mi è grato ringraziarvi e dirvi quanto ho apprezzato la vostra cooperazione nella giornata del 16, quando avete unitoi vostri pezzi ai miei per la difesa delle nostre posizioni vivamente attaccate dal nemico.

<< Felicitandovi, o signore, per l'eccellente condotta dei vostri uomini, io mi auguro che alla prima occasione noi abbiamo. ancora il piacere di combattere insieme. >>

Dunque coi cannoni c'erano pure, o pochi o molti, gli uomini.. Può darsi però che Pélissier, volendo, per un delicato riguardo, nominare anche gl' inglesi, abbia esagerato alquanto la loro. parte; e non c'è poi da aversene a male.

Non diremo quanto contente della parte avuta nella battaglia della Cernaia dell' onore acquistatosi presso gli alleati e del merito verso la patria sieno rimaste le truppe del corpodi spedizione. Finalmente si era mostrato ciò che si sapeva fare; finalmente si poteva star vicini agli alleati colla coscienza di ciò che si era fatto.

Per una fortunata combinazione, il giorno stesso della battaglia giunse in Crimea e fu notificata all'indomani con ordine, del giorno una lista di promozioni che Sua Maestà avea fatto. con decreto del 1° agosto. Fra cui la nomina a generali dei tre colonnelli brigadieri Montevecchio, Cialdini e Mollard.

Chiuderemo il racconto di quanto ha tratto alla battaglia della Cernaia, con un cenno sulle ricompense accordate ai valorosi che in essa si segnalarono. L'elenco di queste giunse in Crimea il 18 ottobre e fu comunicato il 19 agli ufficiali ed alla. truppa col seguente ordine del giorno del comandante in capo: << Colla massima soddisfazione il sottoscritto annunzia al corpo di spedizione che S. M. il Re, non appena ristabilito dalla malattia cui andò soggetto, ebbe tosto a degnarsi di accordare le ricompense a quei militari, che maggiormente ebbero a distinguersi nella battaglia della Cernaia del 16 agosto ultimo scorso..

« La prefata S. M. nel mostrarsi pienamente soddisfatta del modo con cui si è comportato questo corpo nella battaglia suddetta, si degnò ancora determinare che gli ufficiali proposti per la medaglia d'argento al valore militare avessero invece ad essere insigniti della decorazione dell' Ordine militare di Savoia, or ora a nuovo lustro ricostituito.

<< Siffatta dimostrazione della degnazione sovrana ci sia di nobile stimolo a sempre più mostrarcene degni ed a far sì che questo corpo abbia viemaggiormente a meritare del Re e della patria, ogniqualvolta le circostanze ce ne favoriscano l'occasione. »

Le disposizioni principali contenute nell'elenco delle ricompense erano le seguenti:

Tenente generale Trotti, comandante la 2' divisione croce di commendatore di 1' classe dell'Ordine militare di Savoia; Maggior generale Gabrielli di Montevecchio, comandante la 4° brigata (allora morto) croce di commendatore di 2a classe dell' Ordine militare di Savoia;

Maggiore Porrino, capo di stato maggiore della 2a divisione -croce di ufficiale dell'Ordine militare di Savoia;

Maggiore Corporandi, comandante il battaglione del 16o fanteria croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia;

Maggiore Della Chiesa della Torre, comandante il 4o battaglione bersaglieri - croce di cavaliere dell'Ordine suddetto; Maggiore Alberti di Pessinetto, comandante il battaglione dell'11° fanteria - croce di cavaliere dell'Ordine suddetto; Capitano di stato maggiore Piòla-Caselli, addetto al quartier generale principale - croce di cavaliere dell'Ordine suddetto; Capitano Chiabrera del 4° bersaglieri - promosso maggiore; Capitano Garrone del 5 bersaglieri croce di cavaliere

dell'Ordine militare di Savoia;

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Tenente Roasenda del 17° fanteria croce di cavaliere dell'Ordine suddetto;

Sottotenente Prevignano del 5o bersaglieri luogotenente;

Furiere maggiore De Lorenzi dell' 11° fanteria

promosso

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