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del corpo di spedizione inglese) da consegnarsi al generale. La Marmora, già imbarcatosi a Genova, appena fosse giunto a Costantinopoli. Quell'ufficiale non ebbe difficoltà d'informare il De Cavero che il dispaccio stesso conteneva un invito al La Marmora di proseguire col corpo di spedizione il suo viaggio per la Crimea, affine di unirsi agl' inglesi accampati nelle vicinanze di Balaclava.

Quest'annunzio fece un gran piacere a tutti gli ufficiali piemontesi che si trovavano a Costantinopoli, perchè tutti preferivano che il nostro corpo fosse portato subito sul teatro delle operazioni dove non avrebbe mancato di farsi onore, anzichè restare in riserva sulle rive del Bosforo, aspettando un'occasione che forse non si sarebbe presentata mai. Lieto sopratutti ne era il De Cavero, che quella notizia liberava da molti imbarazzi e da gravissime ansietà. Oramai sapendo la destinazione precisa delle nostre truppe si aveva una norma sicura per fare i provvedimenti necessari; senza la quale si correva pericolo di sprecare fatica e denari. Quanto si era fatto sulle sponde del Bosforo era opportunissimo e per il momento bastava come magazzini e ospedali di seconda linea. Al resto bisognava pensare in Crimea. Le navi ancora cariche potevano proseguire fino a Balaclava. Gl'inglesi che da gran tempo erano sul luogo ed a cui i nostri andavano in aiuto quasi come ausiliari, facenti parte del medesimo corpo, avrebbero pensato essi stessi a fare un poco di posto ai nuovi venuti ed alle cose loro. È vero che sul Bosforo nessuno avea voluto scomodarsi; ma altro è quando un corpo si trova in riserva tranquillamente accampato o accantonato come in casa propria, altro è quando si trova davanti al nemico e abbisogna di rinforzo. Dal comandante in capo all'ultimo gregario tutti sentono questa differenza e differente è il contegno.

Tale era la situazione dei servizi amministrativi al momento in cui il corpo di spedizione s'imbarcava a Genova.

III.

Ordinamento del corpo di spedizione

e conseguenti misure per il resto dell'esercito.

Contemporaneamente agli apparecchi per il funzionamento dei servizi amministrativi, le cure del governo piemontese si rivolgevano alla formazione del corpo da inviarsi in Oriente e ai provvedimenti necessari perchè questo invio non indebolisse troppo le forze che restavano in paese.

Anzitutto, con note ministeriali e regi decreti del febbraio e del marzo 1855, vennero sospesi i congedi assoluti, il diritto. alla giubilazione per anzianità, la concessione delle licenze ordinarie e si richiamarono di licenza coloro che vi si trovavano; si aprirono arruolamenti volontari per il tempo della guerra; si prescrissero nuove norme e cautele per la concessione dei passaporti a giovani che avessero vincoli coll'esercito; furono dichiarate applicabili le leggi per lo stato di guerra, relative alla giustizia militare, all'avanzamento, alle pensioni.

Una legge del 4 aprile istituì un consiglio di guerra permanente per tutto il corpo di spedizione; e in pari tempo furono anche stabilite le regole per la formazione dei consigli di disciplina in campagna, nonchè le competenze di danaro che dovevano essere retribuite nei vari casi che sarebbero occorsi in guerra. Si pubblicò un'appendice al regolamento per le truppe in campagna; una nuova istruzione sul servizio degli ufficiali di stato maggiore; un regolamento concernente le norme pel servizio postale presso le truppe in campagna. Un regio decreto stabili come dovessero essere tenuti gli atti relativi allo stato civile e in qual modo fossero da formulare e ricevere i testamenti presso le truppe stesse. Fu anche semplificata l'uniforme e il corredo per coloro che dovevano far parte del corpo di spedizione, in modo che non dovessero portare con loro nulla più di quanto poteva riuscir loro necessario.

Finalmente il regio decreto del 31 marzo 1855 ordinava che il corpo di spedizione si componesse come segue:

Un quartier generale principale;

Due divisioni;

Una brigata di riserva;

Un reggimento di cavalleggeri ;

Una brigata di artiglieria da piazza con una compagnia di operai di artiglieria;

Un battaglione zappatori del genio;

Depositi e parchi d'artiglieria e del genio, uffizio d'intendenza, servizio delle sussistenze, servizio sanitario, giustizia militare, servizio postale, ecc., coi rispettivi impiegati militari e civili e distaccamenti di truppa.

Ogni divisione, giusta il regio decreto sopracitato, si componeva di un quartier generale di divisione e di due brigate.

Ogni brigata fu composta di uno stato maggiore di brigata, un reggimento di fanteria, un battaglione di bersaglieri, una batteria d'artiglieria da campagna (6 pezzi). Le due batterie di una stessa divisione formarono una brigata provvisoria di artiglieria. La brigata di riserva aveva due batterie invece di una.

In totale adunque, fra le divisioni e la brigata di riserva, il corpo di spedizione contava 5 reggimenti di fanteria (20 battaglioni), 5 battaglioni di bersaglieri, un reggimento di cavalleria e 3 brigate di artiglieria da campagna. Vi era inoltre un battaglione di zappatori del genio, una brigata di artiglieria da piazza, un distaccamento di carabinieri, uno del treno, uno di soldati infermieri ed uno di soldati operai delle sussistenze.

Ogni reggimento era su quattro battaglioni ed ogni batta-. glione su quattro compagnie; le batterie su sei pezzi. Il battaglione zappatori, ch'era su quattro compagnie al momento della partenza, fu aumentato di altre due durante la campagna, avendo l'esperienza dimostrato l'utilità di molti soldati del genio, i quali, in quelle specialissime circostanze, non mancavano mai di lavoro. Fu pure aumentato di una compagnia il distaccamento del treno.

Le compagnie, gli squadroni e le batterie, che concorsero a formare il corpo di spedizione, vennero tratte intieramente

dai rispettivi reggimenti e continuarono ad appartenervi per ciò che riguardava l'amministrazione; sicchè, durante la guerra, le varie unità, formate per una temporanea esistenza, non ricevettero altra designazione se non il numero d'ordine, secondo l'anzianità dei corpi da cui provenivano, coll'aggiunta di provvisorio. Le divisioni ebbero solamente il nome di 1o e 2a divisione; ma le brigate quello di 1a, 2a, 3a, 4a e 5a brigata provvisoria. La prima era la brigata di riserva. Così provvisori si chiamarono i reggimenti, i battaglioni di bersaglieri, le brigate d'artiglieria.

Per la formazione dei 5 reggimenti provvisori di fanteria, ciascun reggimento di detta arma somministrò un battaglione formato con le quattro prime compagnie dei suoi quattro battaglioni; ogni reggimento diede la 1a, la 5a la 9a e la 13a compagnia; le quattro compagnie di un reggimento costituirono un battaglione e quattro di questi battaglioni formarono un reggimento provvisorio. Così ogni reggimento dell' esercito concorse alla spedizione di Crimea con un battaglione ed ogni battaglione con una compagnia.

Il 1° reggimento provvisorio fu composto dei battaglioni somministrati dai due reggimenti granatieri e dal 1° e 2° reggimento fanteria il 2° provvisorio fu composto con quelli del 3o, del 4o, del 5o e del 6o, e così di seguito; l'ordine numerico non fu però esattamente mantenuto. Siccome l'esercito piemontese aveva diciotto reggimenti di fanteria e due di granatieri (totale 20), così, dando ciascun reggimento un battaglione, si formavano appunto i cinque reggimenti di fanteria provvisori, su quattro battaglioni. In ciascuno di questi battaglioni prese il nome di prima compagnia la prima del reggimento; quello di seconda la quinta; di terza la nona; di quarta la tredicesima.

Per la formazione dei battaglioni provvisori dei bersaglieri, ciascuno dei dieci battaglioni di questo corpo somministrò le prime due compagnie, le quali conservarono la propria numerazione; cosicchè le due prime del primo battaglione colle due prime del secondo (1a, 2a, 5a e 6a) formarono il primo battaglione provvisorio; le due prime del terzo colle due prime del quarto (9a, 10a, 13a e 14a) formarono il secondo e così di seguito.

Per la formazione del reggimento provvisorio di cavalleria, ciascuno dei cinque reggimenti di cavalleggeri diede il suo primo squadrone. Quello dei cavalleggeri di Novara fu il primo squadrone del reggimento provvisorio; quello di Aosta il secondo; di Saluzzo il terzo; di Monferrato il quarto; di Alessandria il quinto.

Le batterie destinate a far parte del corpo di spedizione furono le prime d'ogni brigata e si riunirono nel seguente modo, prendendo i seguenti numeri : la 1a e la 4a batteria formarono la prima brigata provvisoria; la 7a e la 10a formarono la seconda; la 13a e la 16" formarono la terza.

La brigata d'artiglieria da piazza si formò colle compagnie 1a, 2a, 7a e 8a del reggimento d'artiglieria da piazza e da una compagnia tolta dal reggimento operai.

Il battaglione zappatori del genio si formò colle compagnie 1o, 2o, 6a e 7a del reggimento zappatori.

Così si era trovato ingegnosamente il modo di far concorrere ai pericoli e alle glorie della spedizione, non solo tutte le armi, ma tutti i corpi dell'esercito.

Il distaccamento dei carabinieri fu composto di uomini scelti sul totale dell' arma, e così pure furono scelti sul totale dei rispettivi corpi gli uomini che dovevano comporre i distaccamenti del treno, degli infermieri e delle sussistenze.

La forza numerica del corpo di spedizione, quale fu ordinato per la partenza, ascendeva in tutto a 18058 uomini (1038 tra ufficiali e impiegati e 17020 uomini di truppa) e 3496 cavalli. Si mantenevano i patti molto generosamente, inviando 3000 uomini in più del convenuto.

Questa forza fu tratta quasi per intero dagli uomini che già erano sotto le armi al momento in cui la spedizione venne ordinata. Quindi accadde che tutti i corpi si trovarono ridotti ad un effettivo inferiore alle esigenze del servizio, specialmente i reggimenti di fanteria e sopratutto il corpo degli infermieri e quello del treno, che avevano somministrato un contingente sproporzionato al loro effettivo per il tempo di pace.

Si provvide a queste deficenze con opportuni passaggi da corpo a corpo e con richiami di classi di congedo. Oltracciò i reggimenti di fanteria, già su quattro battaglioni, furono ordi

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