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si trovava al ponte di Traktir, tenuto dal nemico, e se ne impadroni. I russi non avevano sulla sinistra della Cernaia se non che due battaglioni, qualche squadrone di ulani e di cosacchi e una batteria leggera, che si ritirarono dopo breve resistenza. I francesi si spinsero quindi, senza incontrare il nemico, su per le falde delle alture che scendono sulla riva destra ed occuparono una ridotta abbandonata. I russi si limitarono a far fuoco, quasi innocuo, da batterie lontane.

La seconda colonna, agli ordini del generale La Marmora, constava di tre brigate piemontesi, composte per l'occasione con le truppe che si avevano sotto mano, cioè: brigata Ansaldi (1o reggimento provvisorio di fanteria, 1o battaglione di bersaglieri, 7a batteria da battaglia, un plotone di cavalleggeri d'Alessandria); brigata Fanti, (2° reggimento provvisorio di fanteria, 2° battaglione di bersaglieri, 10" batteria da battaglia, un plotone di cavalleggeri di Alessandria); brigata di riserva (5o battaglione bersaglieri, uno squadrone di cavalleria Novara e uno d'Aosta, una compagnia d'artiglieria da piazza, una di zappatori del genio, un plotone di cavalleggeri di Alessandria). Questa brigata mista era agli ordini del tenente colonnello Savoiroux (1).

Le tre brigate piemontesi, rinforzate da due reggimenti di cavalleria inglese (uno di lanceri ed uno di usseri) e da due batterie a cavallò parimenti inglesi, tennero il centro della marcia; all'alba erano già in movimento verso le alture di Kamara, per occupare le posizioni su cui i russi spingevano gli avamposti.

La terza colonna consisteva in un corpo di fanteria inglese agli ordini del generale Campbell. Essa marciò all' estrema

(1) Il generale La Marmora, nel suo rapporto al Ministro della guerra, in data 25 maggio, indica con qualche divario le truppe che presero parte alla ricognizione. Noi ci siamo attenuti alle indicazioni dei Diari, perchè più particolareggiate, perchè concordi coll'ordine del giorno e perchè, a quanto ci pare, il Diario fu scritto dopo il rapporto. Ciò che poi toglie ogni dubbio, si è il vedere che il Diario, dopo avere indicato le truppe che presero parte al movimento, specifica pur quelle che non vi presero parte e restarono al campo sotto gli ordini del colonnello Cialdini, cioè: il battaglione dell'8° fanteria, quattro compagnie del genio, la musica dei granatieri.

destra, avanzandosi per le giogaie che sorgono ad est di Balaclava. Il nostro 5° battaglione bersaglieri, marciando fra le truppe sarde e le inglesi, manteneva il collegamento tra la colonna del centro e quella di destra.

Un corpo di 20 a 25 mila turchi, comandati da Omer Pascià, seguiva in riserva, tenendosi dietro il centro.

Come si vede da questo apparato di forze, gli alleati si aspettavano una resistenza da parte dei russi, e volevano essere preparati ad ogni evento; ma salvo lo scontro sovraindicato tra l'avanguardia francese e gli avamposti russi, che non avevano fatto in tempo a ritirarsi, nessun altro ne avvenne su tutta la zona percorsa dalla ricognizione. Le truppe piemontesi ed inglesi videro gli avamposti nemici che rapidamente si ripiegavano al loro avanzarsi e scambiarono qualche colpo a distanze fuori tiro. I turchi non videro il nemico, neppure da lontano.

Il generale La Marmora con la cavalleria inglese passò la Suaja (1) per riconoscere le strade che conducono alla valle di Baidar e alle posizioni dei russi (sbocchi di Baidar e di Alsu).

Verso mezzogiorno, avendo la ricognizione raggiunto il suo scopo senza combattere, venne ordine di arrestare il movimento. Il generale La Marmora ripassò la Suaja e collocò le sue truppe sulle alture che da una parte dominano Kamara, dall'altra, spingendosi nell'angolo formato dalla Suaja e dalla Cernaia al loro confluente, dominano il punto d'incontro delle due fiumane, e gran parte del loro corso.

All'indomani (26 maggio), il generale La Marmora fece rapporto al generale Pélissier del movimento eseguito dalle truppe sotto i suoi ordini. Il che dimostra che, se l'invito di prendere parte al movimento gli era pervenuto per mezzo del quartier generale inglese, quasi per via gerarchica, egli dal canto

(1) Tanto il rapporto del generale La Marmora al Ministro, quanto il Diario dicono la Cernaia, ma dev'essere errore materiale; perchè non dalla valle della Cernaia, sibbene da quella della Suaja suo affluente, si possono riconoscere le strade che mettono a quella di Baidar. Il Ricordo pittorico dello stato maggiore segna le truppe nella valle della Suaja.

suo non riconosceva questa gerarchia e trasmetteva direttamente i suoi rapporti al comandante francese, da lui considerato come generale in capo. È probabile però (benchè non ne troviamo cenno nei documenti) che simile rapporto sia stato anche trasmesso a lord Raglan.

La lettera a Pélissier diceva:

« Così, com'era stato convenuto, ieri avanti giorno, le truppe di cui finora dispongo, rinforzate da due reggimenti di cavalleria ed una batteria a cavallo dell'armata inglese, si sono portate sulle alture di Kamara, dove hanno preso posizione dirimpetto a Ciorgun e sulla strada di Woronzof che conduce alle valli del Baidar.

<< Colla cavalleria leggera inglese, io mi sono avanzato su questa stessa strada, e feci riconoscere le posizioni al di là del corso d'acqua che scende da Demirkapù.

« Gli avamposti cosacchi che occupavano le alture di Kamara si sono ritirati senza lasciarsi raggiungere, come pure due battaglioni di fanteria nemica che occupavano il versante opposto dalla valle. Questo movimento aveva luogo quando, alla mia sinistra, le truppe francesi, sotto gli ordini del generale Canrobert, passavano la Cernaia al ponte di Traktir e occupavano una ridotta russa e le alture della riva destra.

<< Ho tenuto fino alla sera le posizioni occupate, ponendo inoltre un posto staccato sulla riva destra della Cernaia per essere padrone delle due rive del fiume e guardare l'acquedotto che potrebbe servire di ponte.

<< Io credo la mia posizione assai forte, quantunque estesa riguardo alle truppe di cui dispongo; però quattro battaglioni sono arrivati pur ora a Balaclava, ed io potrò aggiungere fra qualche giorno una brigata di più al mio corpo. »

Il posto staccato, di cui parla il generale La Marmora nel suo rapporto, era stato collocato su di una specie di piattaforma o terrazzo che presentava, verso la Cernaia, una scarpa ripida e rocciosa. Taluno l'aveva chiamata la Rocca di Cavour, per identica conformazione, ma le rimase il nome di Rocca dei piemontesi. Questo posto era il più avanzato che occupassero allora gli alleati. Più tardi i piemontesi ne occuparono due più avanzati ancora sul monte detto del Zig-Zag, spingendo

gli avamposti fino alla Punta del Cosacco, da cui si dominano gli sbocchi di Makenzi e dello Sciuliù, uniche strade. aperte ai russi per scendere sulla Cernaia.

Si narra che in questa ricognizione del 25 maggio, fatta dalle truppe inglesi in unione alle nostre, un colonnello di cavalleria inglese ebbe una grata sorpresa. Quando da lunge apparvero gli avamposti nemici, egli che marciava alla testa del suo reggimento si volse per dare un'occhiata al battaglione di bersaglieri, che doveva marciargli di fianco non molto discosto. Ma il battaglione era sparito. Il colonnello inquieto lo andava cercando col cannocchiale, quando vide sopra un rialto il maggiore (Cassinis) con un trombettiere. Staccò subito un ufficiale per chiedergli notizie del suo battaglione; ma in quel momento, ad uno squillo o fischio che fosse, vide la catena dei bersaglieri e dietro essa il grosso saltar su da un campo di biada dove stavano in ginocchio, 500 passi davanti alla cavalleria.

Vero o ben trovato l'aneddoto, è un fatto che le nostre truppe in questa ricognizione eseguirono il loro compito con precisione e destrezza, lasciando negli alleati la migliore impressione. Pochi giorni dopo nel Times si leggeva: « Le truppe sarde hanno un bellissimo aspetto; le loro uniformi sono graziose ed adatte; la cavalleria è ben montata; gli uomini hanno cura dei loro cavalli, ecc., ecc. » E lord Raglan in uno dei suoi rapporti diceva: « La tenuta e la disciplina delle truppe sarde sono molto soddisfacenti. Io ammiro questa brava truppa che sotto gli ordini del generale La Marmora (il cui zelo e desiderio di combattere al nostro fianco sono grandissimi) avrà presto occasione di segnalarsi. »

Coll'occupazione delle posizioni di Kamara restava adempito uno dei più vivi desideri del generale La Marmora, il quale in un suo rapporto del 25 maggio al Ministero della guerra annunziava che « finalmente le truppe piemontesi erano a portata del nemico ».

Alla nostra sinistra avevano preso posto i francesi che occupavano i monti Fiediucine ed i turchi che si spingevano su per la valle della Cernaia; alla nostra destra gli inglesi occupando le alture che sorgono ad oriente delle fortificazioni di Balaclava.

XI.

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Le nuove posizioni degli alleati. Il campo sardo
si trasporta a Kamara.

Lo scopo della ricognizione era adunque stato raggiunto. La linea d'osservazione degli alleati, che prima si arrestava alla cerchia dei monti Sapuni, ora si estendeva alla linea delle alture che dominano la valle della Suaja fino al suo confluente; quindi, per i monti Hasford e Fiediucine, si annodava a quelle che dominano la valle della Cernaia.

Cosi Balaclava, che prima era una posizione piuttosto eccentrica, venne a trovarsi racchiusa nella linea d'osservazione. La cerchia dei monti Sapuni, già munita di trinceramenti, formava una seconda linea. Si avevano gli sbocchi aperti nell'ampia e fertile valle di Baidar; si era ottenuto maggiore libertà di movimento in tutti i sensi. La Cernaia e la Suaja erano diventate quasi i fossi della nuova linea di circonvallazione, o meglio d'osservazione.

Il primo di questi corsi d'acqua è formato da due rami principali: quello di sinistra, che è il più importante, viene dalla valle di Baidar, dove si forma da varie sorgenti che scendono dagli orli di un bacino quasi circolare e si riuniscono presso il villaggio di Teulè; a questo punto il corso d'acqua prende il nome di Cernaia, e si volge verso la baia di Sebastopoli con direzione generale da sud-est a nord-ovest, entrando in una stretta vallata i cui fianchi cadono scoscesi e talvolta dirupati.

Sotto il villaggio di Ciorgun, la Cernaia sbocca all'aperto, e s'incontra coll'altro ramo che, col nome di Sciuliù, viene da nord-est, dopo avere attraversato anch'esso una stretta valle. E quasi alla stessa altezza, la Cernaia riceve la Suaja, affluente minore che viene da sud.

Da questo punto, il fiume cominciava ad essere il fossato del lato nord-est della linea d'osservazione, passando, succes

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