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INTRODUZIONE

1 novatori e i rivoluzionari sempre incoerenti a sè stessi. Profusissime lodi date da essi alla Religione, al Papato, a Pio Nono; e poi improvvisamente smentite con le parole e coi fatti. - Qual civiltà e libertà abbian promessa e regalata all' Italia. Guerra mossa alla Chiesa, e all'autorità spirituale del Papa che si voleva abolita con la temporale. Lettera del Mazzini in confermazione di ciò. Sue menzogne sull'onestà e giustizia del governo repubblicano di Roma. Necessità di confutarle.

Arte

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Orte antichissima di tutti i novatori e rivoluzionari del mondo fu sempre di spacciar di buon grado religione, fede, lealtà, giustizia e zelo del pubblico bene: e al medesimo tempo lavorar di nascosto e adoperar ogn'ingegno per combattere la Chiesa, per disformar il Vangelo, per calpestare ogni dritto, per isconvolgere e tiranneggiar la società. Quanti spasimi e sfinimenti non abbiam noi uditi e letti dal 17. di Luglio del 1846. al 25. Novembre 1847. a favor della Religione, della Chiesa, e del Romano Pontefice? Nuovi dottori e baccalauri in divinità sputavano dommi e sentenze, citavan

testi di Scrittura e autorità di Padri; e tutto per magnificar la dottrina e la morale evangelica, per esaltare il cattolicismo, e difenderlo dagl'insulti de'nemici. Del quale zelo diedero luminose prove le gazzette di Roma, di Toscana, di Genova, e di Piemonte, che si scagliaron con impeto contro i Croati, e chiamaron sul loro capo le folgori dal cielo e le esecrazioni dalla terra, per aver essi nella Lombardia, come leggevasi in que' fogli, profanate le chiese, diroccati gli altari, vilipesi i sacerdoti.

A gloria e a commendazion del Papato tali e tante cose si dissero, che i più caldi apologisti di Roma non fecero mai altrettanto. Si giunse persino a proclamarlo scudo e baluardo d'Italia, capo e centro d'ogni civil reggimento, arbitro e giudice delle sorti de' Principi, primate universale di tutte le nazioni e di tutti i popoli. Cessato, o, a meglio dire, soppresso ogni astio, non era allora chi osasse di ricordar pecche o disordini: e tra i più gloriosi Pontefici, ai quali si tributavano larghissimi encomii, si vide pur noverato quel Gregorio Settimo, che prima non si volea neppur leggere ascritto nel catalogo dei Santi.

Ma lo sfoggio sommo dell'eloquenza e dell'amplificazione fu sempre nell' esaltare a cielo il Sommo Pontefice Pio Nono. Questo venerato nome cominciò tosto ad echeggiare per ogni parte d'Italia e d'Europa, e a correre per la lingua de' nobili e de' popolari, de' ricchi e de'poveri, degli uomini d'arme, di toga, di lettere, e di chiesa; e sempre accompagnato da pregiatissime lodi.

Pareva Pio Nono esser l'amore e la delizia di tutti; e veniva a piena voce salutato come angiolo mandato dal cielo a bear del suo aspetto la terra, come padre amantissimo de' popoli, specchio de' Principi, gloria del Pontificato, speme d' Italia e del mondo, vindice di libertà, incomparabile per clemenza, per bontà, per religione, per senno e sapienza. Le quali doti celebravansi per ogni dove da'poeti e dagl' istorici, e da ogni maniera scrittori in ogni genere di svariato componimento, ed effigiavansi su le tele, si scolpivan ne' marmi, e si tramandavano a'posteri ne'monumenti. Quindi quelle pubbliche, solenni e continue dimostrazioni di commune esultanza: voci di giubilo, e feste popolari, e musiche, e canti, e addobbi, e archi di trionfo, e fiori, ghirlande, bandiere, luminarie, e fuochi artificiati. Tutti di un cuo

re giuravano, imprecando sul loro саро, fedeltà e amore a Pio Nono, e a' suoi cenni si offerivano pronti a dar le sostanze e la vita. E il solo sospetto, che taluno potesse sentire interiormente il contrario, bastava per dichiararlo nemico di Dio e traditor della patria, e per attizzargli contro il popolo infuriato.

Quanto poi si è al bene comune, si diceva e si stampava che la società entrava in un' era novella. Non più ire, nimicizie, frodi, inganni, servitù, tirannia: ma pace, fratellanza, unione, libertà, indipendenza. Tornavano que' beatissimi secoli d' oro, descritti dalla fantastica immaginazion de' poeti, nei quali la terra scorrerebbe latte e mele; e l'Italia soprattutto, stata finora

serva vile e negletta, si leverebbe in fatto di civiltà, di progresso, di potenza, di gloria sopra tutte le nazioni del mondo.

Or dopo le si smodate millanterie e promesse, chi avrebbe mai detto, che la Religione, la Chiesa, il Papato, Pio Nono, e l'Italia non sortirebbono nemici peggiori e più arrabbiati di quelli, che mostravan allora tanta devozione, tanto zelo? Molti lo dissero: e lo dissero sull'esperienza dei tempi passati, lo argomentarono 'dall' indole e dalle ree qualità dei novatorì, lo pronosticarono ai segni non dubbj, che trasparivano da quelle mene occulte, da que' raggiri artificiosi, da quelle dicerie ipocrite e bugiarde. Tutti poi ce ne siamo chiariti ad evidenza col fatto, vedendo coi proprj occhi, e conoscendo a prova con nostro danno gli abominevoli eccessi d'empietà, di ribellione, di prepotenza, e di barbarie ne' quali andarono finalmente a terminare le festose acclamazioni d'onore e di lode.

Vedemmo muoversi guerra apertissima alla Religione e alla Chiesa: il nome santo di Dio vilipeso e bestemmiato nel modo il più insano e brutale, e in più luoghi con diabolico furore cancellato e raso dalle tele, dai marmi, dalle pareti; assaliti ad uno ad uno i dommi, i misteri, e le verità della fede; messi in iscredito i Sacramenti, in burla e in giuoco i riti e le cerimonie del culto, disprezzate le pratiche di pietà come cose viete, fanciullesche, non adatte ai tempi; come esagerazioni del medio evo gli atti eroici di perfezione e di carità. La

vera e purissima morale evangelica fu tacciata di falsa, erronea, superstiziosa; e sostituita in sua vece una morale tutta di mondo e di carne, che scioglie il freno alle passioni, che sotto nome di libertà non riconosce più legge, nè autorità, nè diritto, nè soggezione: anzi dà facoltà e impone l'obbligo di ribellarsi ai legittimi poteri, di rapire l' altrui, di maltrattare ed uccidere chiunque si opponga ai proprii perversi disegni e capricci. E in conformità di questo, si procurò, e venne fatto, di guastare e corrompere la gioventù d' ambedue i sessi togliendole ogni ombra di naturale pudore: si procurò, e venne fatto, d' introdurre a poco a poco nelle menti del popolo idee storte, falsi principii e massime pervertitrici: per cui poi, aggiuntavi la general depravazion del costume, fu agevolissimo condurlo a precipitarlo in ogni

eccesso.

Vedemmo i ministri del Santuario da gente che si chiama e si professa cattolica trattati peggio che non sarebbono dai turchi, dagl'infedeli, dai persecutori più implacabili del cristianesimo. I Vescovi cacciati dalle loro sedi, i parrochi tolti alle loro cure, e intere communità religiose, non ree d'altro che di cooperare con ogni studio all'eterna salute delle anime, mandate violentemente in esilio, private dei loro beni, lacerate nell' onore e nella fama. Le case messe a ruba e a sacco, le persone insultate, schernite, perseguitate a discrezion di plebaccia compra e insolente. Non v' ha genere di ludibrio e di vitupero, che a voce e a stampa non siasi adoperato a

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