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è quale alla grandezza sua si converrebbe, ell' è pur tale, quale le debolissime mie forze e 'l mio basso ingegno comportano; se ben posso affer. mare che il desiderio di compiacere a tale, da cui sì fatta cura mi fu commessa, e quello di giovare ai carissimi miei compatrioti, m'è stato di sì forte stimolo a ben fare, che non avrei nè saputo nè potuto far meglio. E perchè fosse, non dirò già più preziosa, o più cara avuta, ma sì meno indegna, e meglio la volontà mia si manifestasse al mio signore e amico, siccome a coloro ai quali essa è indiritta, mi sono ingegnato d'unire in un corpo, e quanto della scienza ideologica necessario è che sappiano gl' imparanti, e la grammatica della lingua francese in particolare, e quella d'ogni articolato linguaggio in generale; deviando a tem po, e discendendo ai particolari della italiana favella, perchè, nell' apparare la forma generale, e le cose in tutti gl' idiomi comuni, lo straniero insieme e il sermon patrio s'imprenda; essendo laida e vituperevol cosa apparar le lingue strane, e trascurar la nativa

Omnia græce

Cum sit turpe magis nostri nescire latinė.

Grov. Sat. 6.

E quì, per avventura, non sarebbe fuor di proposito toccare alcune cose, intorno all' utilità della scienza grammaticale; se, posciachè da que' primi lumi, che l'alzarono al sommo del suo perfezionamento, tolta fu all' impure mani dell' ignorante volgo che contaminata l'aveva, e che i filosofi più sommi e i più savj litterati non hanno sdegnato di porci mano, e farne suggetto de' loro studj, vi fosse ancora alcuno sì d'ogni ragion nudo, che di sì evidente verità dubitasse. Se pel suo vero e diritto nome vogliasi la grammatica appellare, (non intendo già di quei libracci intitolati grammatiche, ch'altro non sono ch' una informe raccolta di regoluzze materiali, con che i pedanti impacciano e assassinano il cervello de' fanciulli ne' primi imprendimenti loro) ella è, secondo la concordevole sentenza dei savj di lei ragionanti, la scienza delle scienze; poichè di tutte le immagini, che nella virtù fantastica si serbano, che spezie, o intenzioni, o intendimenti, dai filosofi si chiamano, le parole fanno ritratto, e sopra loro la grammatica distende sua ragione. E meritamente però detta è pure principio e fondamento d'ogni umano sapere, siccome quella per cui sola dalle parole travalica il pensiero alle immagini in

loro racchiuse, che spiega all' intelletto le sublimi sentenze nascose nelle più difficili intrecciature de' vocaboli, che sgroppa ogni nodo, che discuopre ogni difetto, che insegna com' altri debba e possa col buon uso di chi ben parla e scrive conformarsi, come cessar disconvenevoli ordinamenti nella concatenazione delle parole, e serbar nette le scritture da quelle macchie ontose, per le quali infinite opere, per altre parti ragguardevoli, si vedono ad un'ora e nascere e miseramente mo rire.

Nè manco chi volesse potrebbe della infinità della grammatica ragionare. Ma per non uscire del mio primo proponimento, ascolti il lettore, e serbi chiuse nell' animo, le parole del sommo Alighieri, le quali sono queste la grammatica che per la sua infinitade li raggi della ragione in essa non terminano in parte....; nelle quali, più che non capirebbe in assai lungo discorso, si contiene, se con attento animo e con mente sana si vogliano, da chi può farlo, considerare.

L'ordine da me tenuto nella divisione delle materie è diverso affatto da quello che generalmente s'osserva, ed è proprio quello da natura e da ragione segnato; mentre gli scrittori, i compi

latori, gli abbreviatori, e' guastatori di grammatiche, tranne i veri filosofi, e fra questi il sapientissimo Destutt-Tracy, sonosi dalla verità stontanati, seguendo soltanto, quella sì rancia dottrina, che ora, da chiunque ha fior d'ingegno, si fugge come la mala ventura. Adunque io ho supposto quello che far potrebbe per avventura un individuo della specie nostra, il quale si mettesse a tradurre in suoni articolati e artifiziali il linguaggio primo della natura, se, per volere o per fortuna, gli avvenisse che, sceverato sin dalla nascita da ogni umano consorzio, pervenisse in età da far uso delle organate potenze; il quale procedimento porterà l'opera nella sua fronte.

- Già non ignoro che ne sarò agramente ripreso da chi non ne sa più là che le regoluzze della gramatichetta; ma ho sempre anteposto d'esser lodato da quelle poche anime del vero seguaci, che pur rimase ci sono in rimproverio del guasto secolo, alle maraviglie dell' ignorante ciurma, e dei pedanti, gente vana, invidiosa, e superba, da, cui rivolge la scienza disdegnosa la luce degli acchi suoi.

Si dorranno alcuni di buona fede, che la mia scrittura non sia talfiata più agevole e più piana,

per rispetto della gioventù, per la quale pare che l'opera sia stata fatta. A costoro, che non sono da maliziata intenzion mossi, io confesserò liberamente che non l'ho fatto, alle volte perchè l' altezza delle cose ragionate m'ha costretto a fare altrimenti; alle volte, per non aver saputo far meglio; altre, perchè l'importanza delle cose dischiudeva ogni accidentale ornamento, affinchè non avvenisse di loro sì come di donna, alla cui bellezza non s'attende, quando, più ch'essa medesima, la fanno gli adornamenti dei panni riguardare; altre, perchè non conveniva altramente alla materia, ove le parole sottilmente argomentando procedono, e riprovando i falsi giudicj; perchè, rimosse le male opinioni, più liberamente la verità si riceve, siccome n'insegna il maestro della umana ragione; altre, perchè in un'opera qualunque non si può nè debbesi pensare alle persone particolari, nè alla poca levatura di quei maestri, che non han l'arte, e se ne vogliono a ogni modo impacciare; altre infine, perciocchè, secondo l'autorevole sentenziar de' filosofi, e secondo quello che per isperienza continua vediamo, i facili animi della gioventù disposti sono ad intendere le sottilissime ragioni logiche e gram

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