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attirerebbe il ridicolo e la disapprovazione, e sarebbe accusato di non conoscere nè meno i primi elementi dell'argomento da lui trattato. Ecco perchè fu posto come capo di censura quanto espose il sig. Say, almeno pe'l modo co'l quale si espresse, e che dal testo qui recato apparisce a qualunque leggitore.

POSCRITTO.

S1141. Dopo le cose fin qui esposte ci pervenne il Fascicolo di Maggio della Rivista Enciclopedica dell'anno 1828, in cui alla pagina 546 troviamo una Nota in difesa del sig. Say, circa il preciso articolo trattato finora. Noi la diamo quì in originale per quei motivi che ognuno deve secondare in qualunque polemica esercitata con buona fede e con cautela.

« L'idée fondamentale de l'Article est, qu'une Statistique ne devient » utile qu'en faisant connaître l'influence bonne ou mauvaise des insti» tutions d'un pays, d'un Canton. D'où il résulte, que les données sta» tistiques doivent être publiées périodiquement, c'est-à-dire annuelle»ment, ou tout au moins, tous les cinq ou tous les dix ans. Ce n'est » qu'ainsi que l'on peut connaître si l'état de la population, de l'agriculture, du commerce etc. est progressif, ou rétrograde. Mais il est >> impossibile de publier, à des époques rapprochées des données trop >> multipliées qui, pour chaque Canton, rempliraient un volume in 4. » Il convient donc de réduire la Statistique aux données essentielles, à » celles qui sont susceptibles d'être modifiées par les institutions; car il >> est fort essentiel aux hommes de savoir ce qui améliore ou empire >> leur condition. Il convient de renvoyer à la Géographie physique d'un » pays, d'un Canton, la description de ses fleuves et de ses montagnes, » dont nous ne pouvons pas changer la situation; de renvoyer a l'Hi>> stoire naturelle d'un pays la description de ses plantes, de ses ani» maux, etc.: c'est le moyen d'avoir des descriptions plus complètes et » meilleures, parce qu'elles seront faites par des hommes qui se seront » livrés à des études spéciales. On pourra leur donner plus d'étendue, » parce qu'il ne sera pas nécessaire d'en répéter la publication aussi » fréquemment que celle des faits variables. »

$1142. Prima di rispondere categoricamente conviene fissare il punto preciso controverso. Lo desumeremo non da dettami stabiliti da altri, ma da quelli che da noi furono adottati. Pretendiamo noi forse che li Annuarj, ossia le notizie annuali del modo di essere e delle produzioni interessanti d'un popolo, apparenti ogni anno o almeno ogni cinque

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anni, si debbano trascurare? No certamente. Crediamo anzi che debbano essere fedelmente raccolte e proseguite, onde vedere i buoni o tristi effetti del suo sociale ordinamento, e del régime in un dato tempo e luogo, e con date circostanze. Soggiungiamo di più, che non può esistere un'utile Statistica, se non venga protratta per un corso ben notabile di anni; perocchè si tratta in sostanza della vita e delle azioni di cause composte, la natura delle quali non si può indovinare, o almen comprovare, fuorchè con la esperienza manifesta e ripetuta. Noi dunque siamo d'accordo nella sentenza, che una Statistica non riesce utile, se non fa conoscere la buona o mala influenza delle instituzioni di un paese; e in conseguenza i fatti debbono essere periodicamente notificati. L'articolo dunque della convenienza di queste notizie annuali, quinquennali, o anche decennali, non soffre controversia.

§ 1143. Altra questione. In queste notizie periodiche si debbono forse rammemorare le sole novità accadute nel periodo segnato, o veramente riassumere le notizie su 'l territorio, su le leggi, su li stabilimenti, ed altre cose durevoli? Rispondiamo d'accordo co 'l signor Say, che basta esprimere le sole novità, avvertendo che nel rimanente non intervenne mutazione alcuna.

§ 1144. Terza questione. Debbono forse bastare queste notizie per conoscere la Statistica di un paese ad uso dell' uomo publico e privato? No certamente, perocchè mancherebbe tutto il principale costituente lo stato sociale di fatto d' un dato popolo, com'è troppo notorio ed evidente. Dunque la cognizione delle circostanze stabili dev'essere associata alla cognizione delle circostanze mutabili, come quella del corpo alle successive sue funzioni ed a' suoi accidenti. Anche qui non siamo discordi dal sig. Say, il quale in massima concede essere necessaria la cognizione delle circostanze permanenti e durevoli: al qual fine egli invoca le Geografie fisiche, i Viaggi, le Storie, ec.

$ 1145. A che dunque riducesi la disputa? A vedere se la notizia delle circostanze durevoli debba essere lasciata alle Geografíe, ai Viaggi, alle Storie; o pure se debbasi appositamente ed ordinatamente esporre, almeno una volta per sempre, secondo il fine e co 'l discernimento d'un uomo di Stato, onde poi associarvi i successivi Annuarj. Il sig. Say pretende la prima di queste cose; noi pretendiamo la seconda.

$ 1146. Il sig. Say, per ciò stesso che invía i curiosi alle Geografie fisiche, ai Viaggi ed alle Storie, suppone che in esse si possano trovare tutte le cognizioni necessarie e sicure, onde compilare le buone Statistiche. Ma questo supposto è poi vero? Piacesse al Cielo ch'esistessero

tali Geografie fisiche, tali Viaggi e tali Storie, che soddisfacessero all'uopo, e meritassero la confidenza dell'uomo di Stato e del commerciante; ma noi confessiamo, e molti altri con noi confessano, di non conoscere sì fatti libri, fatti pe 'l doppio fine contemplato dal sig. Say. La cosa giunge al punto, che anche i lavori stessi compilati per servire alla Statistica sono incompleti, e peccano o per eccesso o per difetto, tranne forse l'uno o l'altro. Come dunque può il sig. Say risolutamente inviarci alle Geografie fisiche, ai Viaggi ed alle Storie fatte con altre mire?

$ 1147. Ma anche dato per falsa ipotesi che nelle dette Opere esistessero i materiali delle Statistiche, come potrebbe provare che non si debbano estrarre, ordinare e presentare in prospetti appositi, e confacenti a pronunziar giudizio su le circostanze fisiche, morali e politiche di un dato popolo? Come potrebbe provare il sig. Say ad un proprietario, ch'egli debba far senza di un inventario de' suoi fondi e de' suoi capitali, e contentarsi dei documenti disparati del suo archivio? Come provare la stessa cosa al negoziante ed a qualunque amministratore? La condizione dell'uomo di Stato è forse diversa? Forsechè a' suoi fianchi tiene un Genio che in via sopranaturale gli riveli la somma delle circostanze durevoli costituenti lo stato sociale di quel dato popolo? Forsechè i libri di Geografía, di Storia naturale, di Legislazione ec. gridano da sè stessi, e formano i prospetti uniti ad uso dell'amministrazione?

S 1148. Alla fine qual è il motivo addotto dal sig. Say di sbandire le complete Statistiche? Essere impossibile di publicare in epoche troppo fra loro vicine notizie troppo moltiplicate, le quali per ogni Cantone empirebbero un volume in quarto. Prima di tutto, chi ha mai preteso che, fatta una buona Statistica piena, si debba ristampare tutta frequentemente? In secondo luogo non si tratta più la questione, se debba o non debba precedere una Statistica piena di prima creazione; ma se le annuali, le quinquennali o le decennali debbano o no abbracciare le circostanze durevoli espresse prima nella già fatta Statistica plenaria. Noi concediamo al sig. Say, che negli Annuarj non sia necessario ripetere le cose.stabili delle plenarie Statistiche già compilate; ma neghiamo nello stesso tempo che le Statistiche plenarie debbano essere abbandonate alle fonti indicate dal sig. Say. In terzo luogo finalmente diciamo, che nè meno le Statistiche complete possono importare i volumi in quarto per ogni Cantone, imaginati nella Nota sopra recata. Distingua anzi tutto i materiali primi, che debbono rimanere negli archivj, dalle risultanze di fatto che debbono entrare in un prospetto

completo; distingua poi i prospetti graduali, a guisa di Atlante geografico, da quelli ammassi in globo, nei quali le circostanze particolari e le communi vengono gettate alla rinfusa: e non solamente spariranno li enormi volumi che fanno tanto spavento, ma si avranno quadri armonici di confronto fecondissimi di utili suggerimenti.

§ 1149. La bizzarría di proibire le Statistiche plenarie di prima creazione meritava certamente d'essere giustificata. In qual guisa ciò venne fatto? Con lo spavento di un imaginato volume in quarto per ogni Cantone, da prodursi ogni anno od ogni cinque o dieci anni. E questa è una buona ragione? Invitiamo il signor Say a rispondere categoricamente a questo solo poscritto, ed a restringersi al preciso punto disputato; e ciò pe 'l migliore ordinamento delle Statistiche, che preme troppo all'Europa, e che forma un argomento degno della grande celebrità di cui gode il sig. Say.

VII. Prova del settimo Capo (1).

§ 1150. Con la settima ed ultima osservazione, da noi opposta allo scritto del sig. Say, fu detto « che anche ristretta la Statistica alle cose » di stato spesso mutabile (rigettate quelle di fatto permanente o non » frequentemente mutabile), in primo luogo egli trasandò importanti » e decisive rubriche, delle quali si deve dar conto in questi Quadri >> mutabili. In secondo luogo ne accolse altre punto non necessarie. In » terzo luogo finalmente ne presentò alcune sotto l'aspetto meno pro» prio alle civili Statistiche coordinate alla vera vita delle società po»litiche, ossia alle Statistiche magistrali. »

§ 1151. Ora eccoci a provare li appunti quì riferiti. Quì, come ognun vede, si parla dei così detti ANNUARJ, i quali propriamente esprimono

(2) Negli Annali Universali di Statistica trovasi a questo luogo una Nota relativa al precedente Poscritto, inserito appunto nel Fascicolo di Luglio 1828. Non credo che sia opportuno l'ometterla.

"Nell'Agosto 1828 (dice la Nota, e fu nel "Fascicolo di Luglio) il sig. Say fu invitato "a rispondere ad alcune osservazioni sopra " una massima fondamentale circa il modo

" di compilare le Statistiche plenarie, distinte » dagli Annuarj. Eccoci all'Agosto del 1830 " senza che il celebre scrittore abbia risposto » nulla. Prima di parlare della esposizione " delle Statistiche noi bramavamo che la "questione fosse pienamente discussa. Nè il

"sig. Say, nè verun altro si avvisò di mo" vere discorso ulteriore. Egli è vero che il "signor Say nel suo Cours complet d'Éco"nomie politique, e precisamente nel To" mo VI., che porta la data del consecutivo " anno 1829, ha consacrato cinquantadue "pagine della nona Parte all' ordinamento delle Statistiche, a cui succede le Tableau "général de l'Economie des sociétés; ma è vero del pari non aver egli che ripetuto "quanto aveva detto prima nello scritto da noi esaminato, benchè siaci noto aver " egli vedute le nostre osservazioni. Così la "decisione della controversia è rimessa al " Publico senza ulteriore processo." (DG)

non prospetti statistici nè completi, nè dedotti da cagioni competenti; ma meri QUADRI ENUMERATIVI e di risultanza d'alcuni fatti statistici, alterabili sia nelle forme, sia nella misura, sia nel numero, sia negli effetti. Una prima questione si presenta a primo tratto; e questa consiste nel vedere se la compilazione degli Annuarj possa essere arbitraria, o pure se debba avere certe condizioni, le quali non si possano violare. Forsechè si possono scegliere o tralasciare a piacere i tali e tali atti o fatti? Forsechè si debbono collocare giusta un dato ordine, o è lecito registrarli alla rinfusa? Forsechè si può omettere di riferirli all'officio al quale sono naturalmente e primariamente destinati, e associarli invece a cose con le quali hanno solamente una secondaria e combinata relazione?

§ 1152. Ovvio è il rispondere: non essere la compilazione degli Annuarj arbitraria, ma obligata dalla destinazione stessa di questi Annuarj. Essi sono annotazioni su li accidenti economici, morali e politici di un popolo, onde coglierne la vita reale nel corso dei tempi e nelle date località, e con un dato assettamento civile. E siccome non è permesso dare una Storia mutilata, confusa e dislogata; così non sarà permesso di tessere Annuarj omettendo atti o fatti interessanti, associandoli ad officj subalterni ed accidentali, e prestando loro forme alterate.

§ 1153. Quando si parla di atti o fatti interessanti, si parla di quelli che più sensibilmente decidono della sorte commune, o di una data classe; e però li atti o fatti di una sfera, dirò così, d'un uomo, d'una famiglia, d'una villa, come pure quelli delle mode, dei capricci, e di certe follie innocue, non debbono far parte degli Annuarj.

§ 1154. Venendo finalmente alla forma, della quale il sig. Say non si è punto curato di far parola, questa dev'essere semplice, stabile, suscettibile di tutte le rubriche, facilmente comprensibile, ed atta ad essere ritenuta dalla memoria; mentre dev'essere facilmente adattabile alla formazione delle Statistiche plenarie ed induttive. Io comprendo che, per quanto io possa discorrere dottrinalmente, non giungerò mai ad esprimere le condizioni materiali di un Prospetto annuario. Quindi credo di dare il modello posto a' piedi di a' piedi di questa discussione. Ivi si vede che tutte le rubriche sono ridotte alle tre denominazioni capitali e famigliari delle COSE, delle PERSONE e delle loro naturali ramificazioni.

AZIONI,

divise nelle

S 1155. La Sezione delle cose abbraccia quattro rami; cioè: 1.o i prezzi correnti delle materie alimentarie e medicinali, delle vestiarie, delle combustibili, di quelle per fabricare, degli stabili, dei servigi e

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