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DE VERBI IRREGOLARI

De' verbi irregolari noterò soltanto le voci che escono dalle regole ordinarie, e le diverse uscite che hanno.

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ANDAR (andare)

La prima persona del singolare dell' indicativo presente fa A vado a vagh, io vado Al passato remoto la prima persona singolare è me andò, o andè io andai Così la prima e terza persona del plurale fa nò andon, o anden, noi andammo i andon, o anden, coloro andarono - La prima persona singolare del congiuntivo è ch' a vaga, o ch' a vada, ch' io vada La seconda fa t' vagh o t'vad, tu vada La terza fa ch' al vada, o ch' al vaga, che colui vada La terza persona plurale fa ch' i vaden, o ch' i vaghen, che color vadano.

I verbi neutri passivi come acorzers, amalars, pintirs, maraviars, ecc. ital. accorgersi, ammalarsi, pentirsi, meravigliarsi; prendono avanti di sè le particelle mi, ti, ci, si e vi, che in bol. si tramutano in am, t', s', as, av, is, p. e. am amal, t' amal, al s' amala. Io mi ammalo, tu ti ammali, colui si ammala. As amalèin, av amalà, is' amalen. Noi ci ammaliamo, voi vi ammalate, coloro si ammalano.

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Murir, all' indicativo presente plurale fa A murèin, A murì, I mòren, noi moriamo, voi morite, coloro muoiono.

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Come si vede dai verbi qui coniugati il participio presente non è usato in bolognese.

Il participio passato della coniugazione in are, come Amare, Cantare, che in italiano termina in ato, in bolognese finisce in a, come stà, stato, magnà, mangiato, truvà, trovato, tucà, toccato, ecc.

Il participio passato della conjugazione in re, che all' italiano termina in so, in bolognese prende èis, p. e. reso, rèis, speso, spèis, preteso, pretèis, ecc. E quello della stessa coniugazione che esce all' italiano in uto, in bolognese termina in o, come voluto, vlo, battuto, batò, bevuto, bvò, ecc.

Queste regole però non sono prive d' eccezioni, p. e. rimasto, fa armas, dipinto, fa dpeint, messo, fa mess, raccolto, fa racolt, ecc.

E altra volta il bolognese non fa che lasciare l'ultima vocale dell' italiano, p. e. morto, mort, aperto, avert, coperto, quert, ecc.

Cap. XVII.

DELL'AVVERBIO

Gli avverbi italiani sono adoperati quasi tutti in bolognese con solo ristringimento di pronunzia, come, piz, peggio, mei, meglio, spèss, spesso, piùò, più, manch, meno, adess, adesso, ecc.

Il dialet. ne ha de' propri: come purassà, molto, incù, oggi, brisa, no, brisa brisa, nulla affatto, a tirundèla, in abbondanza, a josa, dlongh, subito, dassedèss, a momenti, in cost, vicino, oi si, oi oi, si bene, am par, anzi si, mega, non mica, acsè, così, a t' al degh, si davvero, più prèst che d' frèzza, subito, a còfet, a capo in giù, adafat, tutto senza scegliere, a tersach, precipitosamente. Quest' ultimo avverbio nel 1600, variava in trasach, ed il Vocabolista bolognese, scrittore di quel tempo, to

glieva l'etimologia di questa voce da trarre il sacco, cioè cadere rovescio come fa il sacco quando si getta dalle spalle a terra. La voce moderna mi pare più brillante, tersach, a terra il sacco: e così, cascar a tersach, cadere precipitosamente.

Cap. XVIII.

DELLE PREPOSIZIONI

Da lato, fa da là, da cónt, da canto, a front, a fronte, in cost, vicino, adoss, addosso, per d' fora, di fuori, a pèt, a petto, in t'' la, nella, in fein, fino, in fenna, infino, sino, d' arpiat, di nascosto.

VOCABOLARIO DEL DIALETTO BOLOGNESE

A

A, prima lettera del nostro alfabeto, e prima delle vocali - Sovente per isfuggire l'incontro delle vocali vi si aggiunge la consonante D — Prende forza e quasi colore dalle parole alle quali accostasi, dinotando moto, tempo, persona o simili, secondo il significato di quelle - Ha talvolta tutta la forza di preposizione articolata - Può significare lo stesso che le preposizioni Ad, o In Vale Ad, giunta con gl'infiniti Per, Circa, parlandosi di distanza di luogo Significa, In guisa di, in forma di Incorporata coll' articolo ed aggiunta a diversi nomi, forma delle maniere avverbiali Serve alle frasi proverbiali.

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con

Dal A fenna alla Z Dall' A fino alla Z = Dal principio al fine, Da capo a piè. Modo fig. ed avverbiale, divenuto per così dir proverbiale, tolta la figura dalla prima ed ultima lettera dell' alfabeto. In bol. si adopera co' verbi qual pronome della prima persona del singolare, e della prima e seconda del plurale: p. e. A son sta, Io sono stato. A sein sta, Noi siamo stati. A si sta, Voi siete stati. Ed anche in terza persona singolare.

A i è

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Vi ha, vi è As dis. Si dice A equivalente a pronome, come ho detto, è seguito molte volte da un altro pronome di terza persona, il quale in bol. si esprime colla vocale I, che serve ad ambo i generi ed i numeri. p. e. Ai degh Gli dico Dico a lui. Ai degh Le dico Dico a lei. Ai degh Dico loro Dico ad essi, o ad esse.

-

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A, presso i Romani era cifra numerale, che significava 500, e quando le si poneva sopra una linea orizzontale valeva 5000. Presso i Greci esprimeva un' unità. A A, Prima espressione del bambino nel nascere. Onde Alessandro Allegri sottoscrivendosi colle due lettere iniziali del suo nome, disse scherzevolm.: Chi io sia quaggiù di sotto, Di lettere di

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ravvi quella coppia, Che al primo pianto ciascheduno accoppia.

*A averta zira, o A averta fazza. Posto avv. A faccia aperta = Scopertamente, A fronte scoperta.

Ab Ab, preposizione latina, che in Italiano usasi talvolta nella composizione di alcuni avverbi, accoppiandola ad altre parole, come Ab antico Ab eterno Fino da antico tempo, Nell' eternità. In eterno Ab esperto Per esperienza Ab intestato Senza far testamento. *Abà, s. m. Abate, Abbate, Superiore o Capo d' un' Abadia, ed anche semplicemente titolo di dignità fra' monaci Uno che veste l'abito clericale semplicemente

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Per similit. Capo, Principale Nome di dignità popolare nella repub. di Genova, corrottam.: Abao, e vale Capo, Guida, Regolatore.

Abách, s. m. Abbaco, Abaco. Tavola o libro su cui s'impara a fare i conti Tavola di Pittagora da esso inventata 540 anni prima della venuta di G. C. — L'arte di fare le ragioni e i conti In matem. Tavoletta coperta di polvere sopra la quale i matematici delineavano le lor figure. Savèir poch d' abach- Aver poco abbaco Non saper fare i conti. *A bachètta, mod. avv. A bacchetta. Cmandar a bachètta Comandare a bacchetta Con suprema autorità. *A bada, mod. avv. A bada. Col verbo Tenere =Trattenere e ritardare uno dal suo pensiero e dalla sua impresa. Star a bada. - Stare a bada Trattenersi, Baloccarsi. Talora gli si dà l'articolo, Star alla bada.

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