o Pancone, o anche trave spianata di sopra, posta a traverso di una gora, o di altro simile canale d'acqua, per passarvi i pedoni. Talora dall' un de' lati vi si aggiunge a mezza vita, una pertica orizzontale, che serve come di spalletta, per sicurezza di chi vi passa Pedagna, in term. di marina, sono que' pezzi di legno messi per traverso di un bastimento a remi, che servono a' rematori per posarvi i piedi quando sono seduti, ed appoggiarvisi a far forza allorquando vogano. Da questo viene forse il vocab. bol. * Bdal, s. m. Ceppo. La base dell'arbore, che anche si chiama Piede, e Pe dale. Far del bdal Far piede, Impedalare, Ingrossar nel pedale, Formare il pedale. Bdal V. GARZÓL. Bdal Pedale. In tecnol. Parte d'una macchina che si fa muover col piede. Il filatojo comune, Il tornio, e la ruota dell' arrotino spesso muovonsi mediante pedali. I pedali del telajo da tessere, ma questi diconsi più propriam. Calcole. Bdal di orghen Pedali d'un organo, d'un pianforte, diconsi i tasti di tali strumenti che si fan sonare co' piedi. * Bdalira, s. f. Pedaliera. Tastiera d' organo, o di un pianoforte, che si suona co' piedi; i singoli tasti della quale diconsi Pedali. * Bdana, s. f. Pedana. Quel pezzo di legno su cui posano i piedi del cocchiere. Le parti che la sostengono si chiamano braccetti. Pedanino. Il piano delle carozze, dove posano i piedi interiormente. Bdana T. de' sartori: Pedana. Rinforzo di panno più ordinario che si mette a' piedi de' vestimenti. Pedana, in bol. dicesi anche a Quella tela o panno che si mette davanti a' canapé o Sofà per posarvi i piedi. Bdaz, s. m. Piedaccio. acresc. e pegg. di Piede. Piede grande, e mal fatto. Bdein, s. m. Piedino, Pedino, dim. dl Piede. Picciol piede. Bdein Piedino. T. de' oriuolai. Quel pezzuolo d'acciajo o d' ottone, che serve per fissare il punto de' pezzi. *Bdeina, s. f. Pedina, Pedona. Ciascuno de' pezzi tondi di legno, avorio, simile con che si giuoca a dama, e agli scacchi. *Bdòc', s. m. Pidòcchio. Insetto che nasce addosso agli animali, e specialmente in capo alle persone sudice. Per simil. è detto di certi insetti simili a' pidocchi, che infestano l'erbe, e i fiori. * Mal da! bdòc' Ftiriasi. T. medico. Lo stesso che morbo Pediculare, specie di malattia, nella quale si generano i pidocchi sotto la cute e sbucano per tutto il corpo. Erba pr' i blùc' Stafisagria: Stafisagra. Delphinum staphisagria. Linn. * Bdòc pulein Pidocchio pollino, Polino, Acaro. Pidocchio degli animali volatili, quindi Pediculus gallinae, Pediculus columbae. V. PULEIN. Un sfurmiglar ed bduc' - Una quantità di pidocchi. *Bdoc' arfat - Barone rivestito, Asino risalito, Pidocchio rilevato, dicesi di Chi dal niente, o da uno stato misero è salito per favore della fortuna in ricchezze e dignità: Quando lo sterco monta in iscanno, o e' puzza, o e' fa danno: o anche, Al mal villano non gli dar bacchetta in mano, Non è alterezza all' alterezza uguale, D' un uomo basso e vi che in alto sale. I tosc. dicono Pidocchio riunto, nello stesso signif. * * Cavar on d' in t'i bduc' Cavar di cenci, Cavar uno dal fango. Cavars d' in ti bdùc' Uscir di cenci. Migliorare stato, Venir in miglior fortuna. Uscir dal fango. * On ch' scurdgarev un bdoc' pr' avéir la pél Caverebbe sangne dalla rapa, Dalla lana, Dall' asino, Scannerebbe una cimice per beverne il sangue. Dicesi d' uomo avaro, o di Chi è grandemente d'uomo avido di guadagno. *Me an ho bisogn di lu bdùc' ch'ai ho el mi enden ch' m' in fàn . Non ho bisogno de' tuoi cenci, cioè non ho bisogno di te. Impirs ed bduc' Impidocchiare Impidocchire. Riempirsi di pidocchi. *Bdôn, s. m. Calcio. Calce, Quella parte dell' archibugio, che si appoggia alla spalla. * Bdôn, s. m. Pedòne. Soldato a piedi. E si dice anche Pedòne di qualunque fa viaggio a piedi. *Bdôn, s. m. Pedone. Piede grande. Bdôst, s. m. Maggese. Campo lasciato sodo per seminarlo l'anno vegnente, che anche dicesi Maggiatico. Ma nel nostro dialetto adoperiamo il vocabolo Bdost per significare qualunque terreno incolto. * Bebita, s. f. Bibita, Bevanda composta di più cose insieme *Bêcafich, s. m. Beccafico. Uccelletto di grato sapore che passa al tempo de' fichi, e dal suo colore dicesi anche Bigione: nidifica ne' cànapai, legando ingegnosamente il suo nido al fusto di alcuna pianta di canapa, ed ivi dimora tutto il tempo della covata cantando dolcissimamente. Prende il nome dal cibarsi di fichi, e dicesi anche Canapino, Caneparola, anzi in bol. più si usa chiamarlo con quest' ultimo nome, e il Beccafico, si confonde col Rigogolo. V. ArghÈib. il malanno, e l'uscio addosso = Avere | umana, e che posseduto reca tranquillità il danno e le beffe. all' animo; e Quello, che per sè stesso si debbe eleggere in quanto è utile all' umano consorzio, e voluto da Dio. *N' avéir un béch d'un quatrein Non aver un becco d' un quattrino == Non aver nemmeno un solo quattrino. *Le mei ésser gelous che béch Prov. È meglio esser geloso che becco. * Béch l'ultum, o Béch chi résta · Becco l'ultimo, becco chi resta Male per chi è l'ultimo, Guai a chi resta. * Bêch fotò, s. e. add. Astuto, Furbo, Tristo. L'e un béch fotò d' premma réiga, d' premma sfera E un furbo in chermesi, E astutissimo. * Bêch futrêst, s. add. Tristarello, Malizioso, Accorto. *Becôn, s. m. Beccone: accresc. di Becco Stupido, Insensato. *Bêffa, s. f. Beffa o Beffe. Burla, scherzo fatto con arte, perchè chi è schernito non se ne accorga. E si prende in senso più largo per Burla, Celia, Corbellatura, e simili. Fars beffa d'una cossa Farsi beffe di alcuna cosa Non istimarla, Non apprezzarla, Ridersi di quella. Tor a beffa -Lo stesso che Fars béffa. Beffegiar, v. a. Beffare, Beffeggiae. Mettere in ischerzo il male, o il difetto altrui. V. SBUFUNZAR. Bein, s. m. Bene. Quello, che si de Vieir bein a in Voler bene ad alcuno, Portargli affezione, Amarlo. Car al mi bếin Bene, dicesi per espressione d'affetto a persona teneramente amata. Avéir bein Aver bene Aver Tor una cossa in bein per bene In buona parte. Far una cossa per bein· bene Fare per buon fine. Andar bein Andar bene. Riuscire felicemente, o Muoversi aggiustatamente. Andar bene vale Andar a buon fine. Andar a vanga, Andar di rondone, dicesi quando altrui succedono le cose prospere e senza briga. Vleiri al bein di Dio a far una cossa, Al bein d' vetta eterna Indugiar molto a fare alcun chè. A far dal béin all asen, as i armet la fadiga, e 'l savón Far del bene a chi nol merita, e come gettar le margherite, o le perle, o la traggea ai porci, Gittar il lardo a' cani Spendere il tempo e la fatica invano. Esser béin a far aqusè- Essere utile, Tornar in acconcio. Far bein al pét, alla goula Giovare, Far buono al petto, alla gola. Far bein Far bene. Operar con giustizia, con saviezza. Questa l'è una pianta ch' fa béin què Questa pianta alligna bene, cresce, vegeta. An' gnè béin séinza mal Non va mai carne senz' osso, Non v'è rosa senza la spine Non vi è bene senza qualche mistura di male. sidera in quanto è conveniente alla natura | Stare a panatelle, Stare a pollo pesto. Béinintéis per Purchè, A condizione, A patto, Me a vgnerò, béinintéis Spen-ch' an piova - Verrò a voi, se non piove, purchè non piova. dere del bene di Dio = Spendere assai. * 'D' béin in mei Di bene in me glio Migliorando sempre. Bêinprêst, avv. Ben presto, Prestamente. Con prestezza; Prontamente, Ve * Vléir al bein di Dio Amare locemente Di buon' ora. molto. Quand l'ha sintò acsè, l'ha ciapà sò e se' nda vi beinprést Sentito ciò partito prestamente. *Vleiri al bein di Dio a far un quel Impiegare molto tempo in far chec-è chessia Esser tardo, lento. Al sè livà stamateina beinprést S'è alzato di buon' ora, di buon mat * Bêinservè, s. m. Benservito. Licenza che si dà altrui per iscrittura, con attestazione del buon servizio ricevuto Paga che si dà a titolo di buon servizio prestato. Fars far al béinservè Farsi fare attestazione del buon servizio fatto presso alcuno. Bêintgnò, add. Bentenuto, Ben tenuto. Dicesi di checchessia ben custodito e ben conservato. * Bêintvoi, s. m. Bentivoglio. Castello tra Bologna e Ferrara dal quale uscì la nobile e potente famiglia Bentivoglio. *Bêinvest, add. Benvisto, Benvoluto, Amato, Accetto, Gradito, Caro. Bêinvgnò, add. Benvenuto. Dar al beinvgnò, o al bein turnà Dare il benvenuto, o il ben tornato Congratularsi con alcuno del felice arrivo, o ritorno. Bêinvgnò prio. a lò Benvenuto. Nome pro Intravgnir a on quel ch' avegn a béinvgnò, ch' andò per dar, e si fò dà Accadere ad uno ciò che accadde a Benvenuto, che andò per battere e fu battuto. Toccò a lui come a' pifferi di montagna, che andaron per sonare, e furono sònati. Béinvgno- Diciamo in dialet. i Convitati, o quelli che frequentano una casa ove spesso mangiano, o godono altrimenti. *Bêinvlò, add. Benvoluto. Amato. Esser beinvlò Essere benvoluto Essere amato. A béla premma Alla bella prima Sul bel principio. Bel *Chi nass béla, nass maridà Prov. Chi nasce bella, nasce maritata = Le belle trovano facilmente marito. Andar a bel bél, mod. avv. bello Pian piano, con discrezione. Avéir un bel dir, o un bél far Aver un bel dire, o un bel fare, diciamo per significare che altri fa inutilmente e senza profitto una tal cosa. * * Avi un bél dir vò - Avete un bel dire, diciamo quasi per rimproverare chi ci consiglia a far cosa per noi grave. * Alla bela Alla bella, dicono i giuocatori, per dire, All' ultima partita. Bello è talora particella riempitiva, e serve ad aggiunger forza ed espressione. Al ho bel e finè Ho finito. Ho bell' e finito. A si un bel impertinéint un bell' impertinente. Far la béla cun tot cattamori, una civetta. Farla bela a òn di netto ad alcuno strezza. Questa l'è bela za! Notabile, Grande. Siete Essere un' ac Farla netta, o Ingannarlo con de Questa è di pez Questa la srè béin bela Questa sarebbe bella. Questa la sarebbe col manico, o coll' ulivo. Oh! questa sarebbe marchiana, cioè Sarebbe stravagante. - Faren del beli Farne di quelle coll' ulivo, Farne di solenni. * Bêl, s. m. Amante, Vago, Damerino, Zerbino. 22 |