netto che vesta l'abito chericale, anche senza intenzione di farsi ordinar prete. Far l'abadein. Far l'abatino. stir da prete senz' essere ordinato. Ve Abagurà, add. Ombrato, Ombroso. Che è coperto, oscurato dall'ombra. Abajamêint, s. m. Abbaiamento, Latramento, Latrato. Lo abbaiare, che è la voce del cane. La voce bolognese indica più precisamente l'abbaiare continuato, che fa il cane. Abajar, v. n. Abbaiare, Baiare, Latrare. Il mandar fuori che fa il cane la sua voce, ma con minor forza ch'ei non farebbe latrando. * Guaio è la voce lamentevole del cane percosso. Un piccolo cagnolino abbaia, non latra. ToмM. Abajar Abbaiare fig. per dir male, mormorare; e Latrare, per indicare stizza, rabbia, maldicenza mordace. Abbaiano i ciarlieri, e latrano i maldicenti e gl' infamatori. ToмM. * Abajar - Abbaiare fig. per chiedere con importunità ed invano. Lassà pur ch' l'abaja e n' i abadà. Lasciare abbaiare, o belare, o gracchiare alcuno Lasciare ch'egli dica e gridi, e non curarsi di lui. * Abandunà, add. Abbandonato. Lasciato. Avvilito, Abbattuto. Immerso, Lasciato senza ritegno. Sit abanduna. Luogo abbandonato. Solitario, Non frequentato. * = Per Abandunar, v. a. Abbandonare. Metter fuori della mano un oggetto, lasciarne la presa, lasciarselo sfuggire. metaf. Lasciar semplicemente. Abandunar al mond. Abbando nare il mondo. Talvolta farsi religioso. AbAbandunar afat una cossa. bandonare, lasciare affatto, con animo di non ritornar più alla cosa che si lascia. Abandunar al pinsir. Abbandonare il pensiero d' alcuna cosa. = Porlo giù, Distorsene, Desistere. Abandunar un interass in t'el man d'òn. Abbandonare un affare in mano d' alcuno. Rimettersi in lui, lasciargliene tutta la cura. - Abandunar la vetta. Abbandonare la vita. Morire. Abandunars. Abbandonarsi. Darsi in preda. Confidarsi interamente. - Scendere, Profondarsi. Lasciarsi andare senza ritegno. Abandunars a una passión. Abbandonarsi a una passione. Darsi in preda ad una passione. Il primo è men forte: S'abbandona un' anima facile a essere vin ta o dal piacere o dal dolore. Darsi in preda sottintende volontà più determinata, e sovente ha senso men buono. Томм. 'Abarandlar, v. a. Arrandellare. Stringere con randello, che è un bastone corto, e che serve per istringere e serrar bene le funi, con le quali si legano le some e cose simili. Abarandlar l'óss, la porta. Sbarrare, Abbarrare, Sprangare l'uscio, la porta. 'Abarbajà. V. IMBARBAJÀ. *Abarbajamêint, s. m. Abbagliamento, abbarbaglio, abbacinamento, occhibagliolo. Offuscamento di vista per soverchio lume, o per cagione d'infermità. Metaf. Offuscazione dell' intelletto. Abarbajar. V. IMBARBAJAR. Abarcars, v. n. In tecnol. Imbarcare, Incurvarsi nella larghezza; e dicesi comunem. d'asse o legni non molto grossi, che agevolmente e senza spezzarsi si piegano o volgono dopo che si sono messi in opera. Abarufar, v. a. Abbaruffare. Confondere, Scompigliare, Metter sossopra facendo baruffe. Abarufars, ". n. Abbaruffarsi. Accapigliarsi, Azzuffarsi. (Dal tedesco, ab raufen). Abass, avv. Abbasso, A basso, Di sotto, In giù. Andar abass. Andare di sotto, In giù. *Abassamêint, s. m. Abbassamento, Inchinamento, Calamento, Bassamento. L'abbassare, contrario di alzamento. Per metaf. Umiliazione, detrimento, abbiezione. Abassameint. - Abbassamento. In commerc. Calo, diminuzione di prezzo di una data merce o derrata. Ed anche Abbuono, detrazione sull'importo d' una vendita, d'una compra. Abassamêint, s. m. Basamento, Imbasamento. In archit. Membro del piedestallo della colonna, ch'è composta di più membri. Quella parte del piedestallo che immediatamente s' alza dal piano dell'edificio, fino al tronco. In pittura: Quell' ornamento che terminano da piede le pitture delle chiese, stanze e simili. * Abassar, v. a. Abbassare, Dibassare. Scemare l'altezza di alcuna cosa. Accostarla verso la terra. Chinare verso la terra. Per similit. Abbattere. Fig. Umiliare, avvilire. Scemare. Far cadere in basso stato. Abastardar el parol. Commettere de' solecismi, fare errori di grammatica favellando o scrivendo. Ed è quando le stesse buone voci vengono usate male nello scriverle, o nel pronunziarle, errando ora nel genere, ora nella declinazione, quando nell'accento, quando nel significato. Tali sono per esempio i seguenti errori nel linguaggio bolognese: Palpéider per Palpéibra; Pavalizzein per Palavizzein; Mervisì in luogo di Vermizì. Abbastardare la lingua, equivale a commettere de' barbarismi, introducendo voci di lingua diversa. Barbarismo chiamavano i latini le parole forestiere, cioè quelle che non erano della loro lingua nazionale, perchè chiamavano barbari tutti coloro, che non erano Romani. * Abater, v. a. Abbattere. Gettar g ù, Mandare terra. Atterrare Metaf.: Indebolire, Deprimere, far scemar la forza di checchessia. * *Abaters, v. n. Abbattersi. Imbattersi è più famigliare di Abbattersi, ma son dell'uso ambedue. Toмм.: Anche in dialetto s' usa più Imbaters. V. *Abatimèint, s. m. Abbattimento. L'azione e l' effetto di abbattere. Ma s'usa per lo più al fig.: per esprimere DeUmi- pressione, Avvilimento, Costernazione Sfinimento, Prostrazione di forze In Abassar la testa o la cresta. · Abbassare la cresta o il cimiero. liarsi, scemar l'orgoglio. Abelirs v. n. Abbellirsi Adornarsi. farsi bello. Abendar V. BENDAR. Abèss, s. m. Abisso. Propriam. Profondità d' acqua Luogo profondo, Che non ha fondo, o che n'è ignoto il fondo, Profondità immensa Inferno. Andar in abèss so Abdicar, v. a. Abdicare. Rinunziare volontariamente una carica, una dignità: Rinunziare è meno di Abdicare. Si rinunzia anco al bene meramente profferto: s'abdica autorità posseduta. Toмм. Non altro Andare in abische in questo significato è accettata dalla Innabissarsi, Sobissare, Sprofondare. lingua questa voce. Il chiar. VIANI (ved. Essr' in l' un abèss ed pènn ed dusuo Diz. de' francesismi) la difende a spa- lur - Essere in un abisso di pene, di da tratta, e porta mille esempi di nobilis- dolori, si dice per enfasi, volendo esprisimi scrittori, provando ch' ella non è di mere le gravissime pene, i gravissimi dorazza francese; e intorno agli altri modi | lori. da usarla soggiunge. « Vo' dire, che se Abèss Abisso, fig. si dice pure di abdicare vale ancora ripudiare, rigettare, una Immensa abbondanza di checchessia. rifiutare che che sia, come dimostrano Ai n'è un abèss Ve n'è un ai citati esempi del BOCCACCIO e del GUIC- bisso Ve n'è un' immensa abbondanza. CIARDINI » e se abdicare alcuno da un *Abevrar, s. m. Abbeverare, Beveimpiego vale rimovernelo, come nel Sup- rare. Dare a bere: e dicesi più propr. delle plimento del GHERARDINI n' insegna Franc. bestie. VETTORI fiorentino, io non credo metafora spropositata l'abdicare i piaceri, o i divertimenti del mondo: conciossiachè metaforicamente l'usarono pure gli allegati scrittori in quella guisa che i Latini se n' abbellirono. * Abezedari, s. m. Abecedario, e non Abbecedario, col b raddoppiato, come ci avverte il Gherardini nel suo lib. Voci e maniere di dire. Libricciuolo sopra il quale s' insegna a leggere a' fanciulli - Serie di voci per ordine alfabetico; come Abecedario poetico, chimico, pittorico e simili. Abguiar, v. a. Mescolare, Mettere insieme cose diverse. *Abiavà, add. Abbiadato, Pasciuto di biada; e Pasciuto semplicemente Fig. Ben pasciuto, ben alimentato. * Abiavar, v. a. Abbiadare. Dar la biada, pascer di biada. *Abici, s. m. Abici. Meglio ABC e non mai Abbicci o Abbicì. Alfabeto. Serie delle lettere elementari di un linguaggio, disposte secondo l'ordine stabilito dal' uso Libricciuolo con cui s' insegna a leggere a' fanciulli. Voce dell' uso. Én savéir nianch l'abici Non sapere l'abici Mancare dell' intelligenza de' principii. Abigliamêint, s. m. Abbigliamento, addobbo, ornamento delle persone e delle cose. Tutto ciò che serve pel vestire, unitavi l'idea d'una cotale eleganza - Foggia, Vestitura. *Abigliar, v. a. Abbigliare. Fornire di abbigliamento la persona o la cosa --Acconciare, Ridurre a buon essere, in buon termine. Abigliars, v. n. Abbigliarsi. Vestirsi elegantemente. Abil, add. Abile, Atto, Idoneo, Capace. Abile è più che capace, ed indica le facoltà che pongono l'uomo in grado di fare tale o tale operazione alquanto complicata e continua. Abile dicesi di per- | sona: capace, di persona e di cosa come Idoneo; Atto denota relazione generica di convenienza, tanto delle cose quanto delle persone: tempo, luogo atto alle insidie: mezzi atti al fine; uomo atto a tale o tale орега. Томм. Abil Abile dicesi di cosa = Atta, acconcia, accomodata, che ha forza o qualità propria per produrre un' effetto: Questo fluido salsugginoso per se solo non è abile a far la podagra. REDI. Abilità, s. f. Abilità. Astratto d' abile. Attitudine, Acconcezza, Disposizione o Capacità d'operare. Abilità prendesi nel signif. di Sapere, Scienza, Dottrina. L'è on pein d'abilità molto sapere, di molta dottrina. Egli è di Aréir l'abilità, detto ironic. Avere l'ardire, l'arroganza, il coraggio. I avènn l'abilità ed dirm, cioè Furono capaci, ardirono, osarono, non ebbero riguardo di dirmi. *Abilitar, v. a. Abilitare. Far abile. E n. pass. Divenir abile. Rendersi abile. Ábilitar -Abilitare T. di legg. Accordare altrui la facoltà d' alcuna cosa derogando alla legge. Abilitaziôn, s. f. Abilitazione. Disposizione, abilità dichiarata. Lo abilitare. Abintestà, mod. avv. latin. Intestato, ab-intestato, Senza aver fatto testamento. Suzesión ab intestà In legg. Successione ab intestato Quella che trovasi aperta senza che il defunto abbia scritto alcun testamento valido. - Abit, s. m. Abito, Veste, Vestimento, Foggia di vestire. Abito ha un senso più ristretto di vestimento, poichè indica qualche qualità particolare del vestire. Così diciamo: Abito da donna, da uomo, di militare, di ecclesiastico. Veste si adopera indistintamente per vestimento e per abito; ma si limita d' ordinario a qualche qualità del vestire: comparve in veste nera, in lunga veste, ecc. *Abito ha inoltre il signif. di consuetudine. * Abitaz Mal abito. Fig. cioè natura guasta, od usanza malamente seguita. Abitaziôn, s. f. Abitazione. Luogo da abitare L'atto dell' abitare Domicilio, Luogo di stabile dimora: GHERARDINI. Voci e maniere di dire: Abitazione è luogo in genere da abitare; la Dimora è ovunque rimangasi per certo tempo: il Domicilio è fisso in un luogo. Tomм. Abitein, s. m. Abitino, Abituccio, Abitello, dim. di Abito. *Far un abitein a on. V. Far un gabanein a on. * *Abitein del Sgnour Abito del Signore, diciamo a Colui che indossa sempre un solo abito, e non ha che quello. Abituà, part. add. Abituato. Che ha fatto l'abito, che si è assuefatto. * Abitualmêint, avv. Abitualmente, Per abito, Per usanza. In modo abituale. Abituar, v. a. Avvezzare, Assuefare; cioè Render facile l'esercizio di alcune cose col mezzo di atti di frequente ripetuti. Abituars Avvezzarsi, Assuefarsi, Accostumarsi, Ausarsi. *Abitudin, s. f. Uso, Consuetudine, Abito, Abituatezza, Abituazione. Intorno a questa voce. così parla il FANFANI, (ved. voc. dell' uso Toscano) « Questa è una delle non poche voci barbare che sono entrate nel linguaggio del popolo; ed è di quell che non trovano grazia nemeno appresso coloro che sono di maniche larghe: il VIANI non la registra nel suo Dizionario; e il GHERARDINI stesso la riprova. Far l'abitudin Abituarsi Far l'abito a checchessia, Adusarvisi. Far ciapar l'abitudin - Assuefare, Avvezzare. Ciapar l'abitudin. Lo stesso che far l'abitudin. *Abjura, s. f. Abbiura, Abjura, Abjurazione. L'Abjurare. * Abjurar, v. a. Abjurare una cosa o ad una cosa = Negare con giuramento qualche opinione erronea creduta in prima. E per trasl. Detestare, Abbandonare, Rinunziare. cuno. *A bòcca, posto avv. A bocca, co' verbi Dire o Richiedere ecc. vale lo stesso che Presenzialmente, Personalmente. Dir a bocca. - Parlare o dire a bocca= Parlare personalmente. * A bôcca a bôcca, mod. avv. A bocca a bocca. A faccia a faccia. *A bòcca asrà, mod. avv. A bocca chiusa. = Senza parlare, Senza dir una sola parola. *A bòcca sótta, mod. avv. A bocca asciutta. A digiuno. Arstar a bocca sotta. Restare a bocca asciutta. Rimaner digiuno. Restar privo di cosa sperata, che dicesi anche Restar con un palmo di naso. A bòcca avèrta, mod. avv. A bocca aperta, col verbo Stare, vale Aspettare, e intendere a checchessia con grande applicazione. A bocca averta. A bocca aperta, col verbo Restare Restar sorpreso, meravigliato. L'e arstà a bocca avèrta: È ri A bòn ôura, mod. avv. A buon'ora. Nel principio di qualsivoglia tempo o stagione: Per tempo. Al bon dè cmèinza la mateina a bon dura, fig. Parlando di persona per dire. che il buon animo, o i buoni sentimenti si riconoscono dalla prima età. A bôn port, mod. avv. A buon porto, col verbo Essere, Venire e simili, Aver fig. vale a buon termine. A bôn pónt, mod. arv. A buon |