Arfidàr, v. a. Rifiutare. T. de'giuocatori di carte. Il non rispondere del seme giuocato, tutto che se ne abbia in mano. Faglio, e Fagliare, dicesi nel giuoco delle Ombre. * Arfidàr, Metaf. dicesi per indicare che uno non risponde a tuono in quello che gli si domanda. * Arfigurar, v. a. Raffigurare. Riconoscere uno a' lineamenti della faccia, o ad alcun altro segnale; altrimenti Ravvisare Rassomigliare, Paragonare. * Arfilà, part. Raffilato, Affilato. Da Raffilare V. ARFILAR. Arfiladura, s. f. Raffilatura. Quel che si leva nel raffilare, o pareggiare i panni, ed anche il raffilare istesso. Arfilar, v. a. Raffilare. Dare il filo ad un rasojo, ad un coltello. altrimenti *Arfilar, v. a. Raffilare, Affilare, dicesi dal pareggiare che fanno i sarti, e i calzolai colle forbici, e col coltello i loro lavori. *Arfiad, s. m. Germoglio. Il ramicello tenero che esce dalla gemma, il quale ha vari nomi secondo il luogo donde si sviluppa. Sortita dicesi quello che nasce dalle radici, il quale se porta radi-Arruotare. che porta il nome di Barbato. Pollone quello che nasce sull'albero capitozzato, o coronato. Rampollo quello che nasce sulle branche e su i rami. Rimessiticcio quello che nasce sul tronco. Sprocco quello che esce dal tronco tagliato rasente terra; e Sterpo quello che nasce da ceppata di un albero secco, o caduto per vecchiezza. Il germoglio che nasce sul gambale della vite si chiama Saeppolo. * Arfiadàr, v. a. Fiatare, Rifiatare, Alitare, Respirare, Alenare. L'attrarre che fanno gl'animali l'aria esterna introducendola ne' polmoni, e mandandola fuori di essi con moto contrario. Naveir gnanch téimp d'arfiadàr Non aver tempo per fiatare, Non poter dir mesci, dicesi quando ad alcuno non è dato un minimo che di tempo. Non dar tanto tempo che uno respiri, Non concedere un momento di tempo. Arfiadar-Rifiatare, Respirare. Fig. Prendere riposo, o ristoro, Cessare alquanto dalla fatica. Lassà almanch ch'arfiada La * Arfilar un liber Raffilare un libro Tagliare le margini de' fogli di un libro per agguagliarli. = Arfilar, per Menare, Dare, parlandosi di busse. Al i arfilò un pògn ch'ai fe sbater la testa in t' la muraia Gli rifilò un pugno che gli fece battere la testa nel muro. È di uso anche in Toscana. * Arfiurir, v. n. Rifiorire. Di nuovo fiorire Per similit. Ritornar di nuovo in buono e fiorito stato - In signif. att. Render più vago e più leggiadro. * Arfiut, s. m. Rifiuto. Il rifiutare. La cosa rifiutata. * Arfiut, In T. di giuoc. V. ARFID. Arfiutar, v. a. Rifiutare, Ricusare, Rigettare, Non volere - Rinunziare, La sciare. * Arflêss V. RIFLESS. * Argar V. RIGAR. Arghègn, add. Arcigno, e per metatesi dicesi invece Acrigno, Agrigno, che deriverebbero da Acro o Agro, e vale Aspro, Lazzo Per metaf. dicesi di cosa spiacevole, cattiva in qualche grado Agg. di Viso, vale, Acerbo, e simile a quello di chi mangia frutte arcigne; onde il modo Far viso arcigno V. ARGHGNAR. Arghgnà V. ARGHÊGN. Arghgnar al nas, la bocca - Lo stesso che Arizar al nas V. ARIZAR. Arghgnars, v. n. Far Viso arcigno, Aspro, Severo, Turbato. * - Arghèib, s. m. Rigogolo. Uccello che è grosso come il merlo, lungo nove in dieci pollici. E vagamente giallo in tutto il corpo, nel collo e nella testa, a riserva di un lineamento nero, che va dall' occhio all' angolo dell' apertura del becco. Ha le ali nere con alcune macchie gialle sulle estremità di quasi tutte le grandi penne. Linn. lo chiama Oriolus galbula. Arghèib, diciamo in dialetto a Persona deforme di corpo, che in italiano si direbbe Sbilenco, Storto, Malfatto. Arghein, s. m. dim. di Reiga - V. REIGA. Arghein, T. de' Stampatori. Righino o Riga rotta, che è la Riga non piena. CARENA VOC. d'art. e mest. Arghen, s. m. Argano. Strumento di legname per uso di muovere, tirare in alto, calare abbasso materie d'eccedente peso. Egli è per lo più composto d'un cilindro, o Fuso detto anche Anima, perpendicolare all' orizzonte, il quale si fa muovere in giro con alcune stanghe o leve, e così vien tirata la fune cui è attaccato il peso, avvolgendosi questa intorno al cilindro medesimo. Argoi Rigoglio. T, agric. Il soVerchio vigor delle piante, che spesse volte impedisce loro di fruttare. * Guardar dov sta l'argoi, mod. fam. La mosca tira il calcio, ch' ella può, dicesi di Chi vorrebbe offendere uno non può. Avéir d' argoi Avere dell' orgoglio, della superbia. E metaf. Essere vigoroso. * Argoi d' una volta, d'un arch Rigoglio. Lo sfogo d' una volta, di un arco. Argòzia, s. f. Arguzia. Una certa prontezza e vivezza e grazia, o nello scrivere, o nel parlare, o nell' operare. Argtar V. GUMITAR. Argton V. GUMITON. Arguard V. RIGUARD. Arguard di liber Guardia del libro. Foglio di carta che si mette internamente fra il libro e la copertura di esso. * Arguardar, v. a. Riguardare. Risguardare, Guardare di nuovo o attentamente, e con diligenza Guardare semplicemente - I più civili dicono Riguardar. V. vina. va, Ragione, Sillogismo o simile. Si pren- | Andare a gambe levate = Andare in rode talora per Cagione, onde Dar argomento vale Somministrar cagione. Dicesi ancora argomento, tutto il concetto di qualsivoglia scrittura o opera letteraria, e il compendio e somma di essa. Andar fora d'arguméint Uscir di tema, o del seminato, Vagare. Allontanarsi dal soggetto, che si ha fra mano, Non rispondere a proposito. Argomento per Indizio, Segno. Avéir arguméint per créder una cossa Aver argomento per credere a una tal cosa = Aver indizio per crederla quale apparisce. Far arguméint =Argomentare, Inferire. Fare argomento Argumentar, v. n. Argomentare, Argumentare. Addurre argomenti e ragioni, o Formare argomenti Discorrere. Concludere, Pensare Trarre argomento Dar segnale, 1ndicare. * Argumentaziôn, s. f. Argomentazione. L'argomentare. *Arguir, v. n. Arguire, Argumentare. Inferire, Significare. * Argut, add. Arguto. Pronto, Vivace, Sottile; e propr. si dice dello scrivere e del parlare Agg. di Sapore vale Piccante Parlando di Strumento e di Voci signif. Penetrante, Acuto. Argutè, add. Rannicchiato. Ristretto in sè stesso. * Argutirs, v. n. Rannicchiarsi. Restringersi in sè stesso. Ari Arri. Mod. d' incitare le bestie da soma perchè camminino E si adopera anche per rimproverare e quasi dar dell' asino a chi non saluta, o manca al debito suo con persona da più di lui. L'è andà vì séinza nianch dir arì là Se n'è andato senza neppur dire arri Senza salutare, Senza dir motto. - Aria, s. f. Aria, e antic. Aiere, Aire. Fluido elastico, pesante, la cui massa totale forma l'atmosfera che circonda ed occupa la terra da tutte le parti Spazio - Segno Piglio L'aspetto Apparenza Maniera, Fare, Qualità Canzonetta per musica o messa in musica La musica istessa sulla quale si cantano l' Arie. *Andar a ciapar dl' aria Andare a pigliar aria Uscir di casa ed esporsi all' aria. * Avéir aria Avere aria = Aver sembianza, Parere, Aver viso, Aver cera. *Dars d'aria d'impurtanza Darsi aria d'importanza Dar segno d'orgoglio, di vanità. Voler uno farsi tenere da troppo più ch' egli non è. * Aria bona Abitabile. Aria sana, Buona. Aria grossa, Malsana, Umida, Corrotta, Aria mefitica, dicesi dell' aria per lo più di luogo rinchiuso o basso. Aria culà Aria colata. Aria che viene non dal cielo aperto, ma quasi per canale. Aria fresca Brezza, Brezzolina. Tirar un' aria fresca - Spirare aria fresca, Brezzeggiare, Spirar brezza. * Aria, fig. Aria, Cera, Fisonomia, ma la fisonomia esprime meglio il carattere, gli affetti costanti, l'aria sovente gli affetti istantanei: cera poi in questo senso è più famigliare, ed esprime l'aspetto esterno della faccia, allegra o mesta, sana od inferma, Тoмм. V, ZIRA. * Aria Albagia, Superbia, Boria, Soffioneria, Altura, Fumo, Vanagloria, ecc. * Andar in aria Andar in aria, in fumo Dileguarsi, Svanire. Avéir l'aria d'òn - Aver l'aria di uno, Arieggiare ad uno, Somigliarlo. Capir pr' aria Intendere per aria, cioè Prontamente. - Far di castì in aria Far castelli o castellucci in aria = Pensar cose vane e impossibili. Véder pr' aria Vedere in ombra Vedere e distinguere a pena. Tirar dl' aria Spirare aria. * Viver d'aria Vivere di limature -Cibarsi pochissimo. * Al Aria di Dio Allo scoperto, All'aria, A cielo scoperto. *Ból d' aria - T. de' gett. Bolle d'aria. Alcuni vani, che vengono nella cosa formata o gettata. ha Al n' ha gnianch vest l'aria - Non ancora veduto la luce. * In aria In aria Senza fondamento; e quindi, Favellare in aria, Essere cosa in aria. Capir pr' aria. * Ariatein, s. m. Scricciolo, Scriccio; e con T. di stor. nat. Motacilla troglodytes. Piccolissimo uccelletto solitario che tien sempre la coda ritta, e frequenta le siepi e le buche degli alberi; forse così detto dal suo verso e dal suo latino che fa Cric. E di color bruno, con striscie traversali bianchiccie. Nidifica a terra, e canta dolcemente anche nel cuor dell' inverno. Chiamasi anche Forasiepe, Re di macchia, ed in alcuni luoghi d'Italia Reatino (e da qui il nome bol. Ariatein) Regillo, Reillo. Ariatein Reatino, Scricciolo, per similit. dicesi di Persona giovane e piccola. E in dialet. lo diciamo più specialmente di Ragazzo vivacissimo e che non istà mai fermo. * Aringar, v. n. Aringare, Arringare. Far pubblica diceria in ringhiera, ossia in bigoncia, Orare, Parlamentare. Dicesi anche degli avvocati quando difendono cause, dinanzi a' giudici, e del favellare ne' consigli per risolvere deliberazioni. * Arinvangar V. ARVANGAR. Ariol, s. m. (per non dire Riol, un Riol, che sarebbe duro) Stroscia. Quella riga che fa l'acqua correndo in terra, o sopra checchessia. - Ariol Per Solco, Cavo, Incavo, Fossetta. L'ariol d'aqua ch' cór in méz a la strà Rigagnolo. * Esser tot in t'un ariol Diciamo assolutamente per Essere grondante di sudore. * Ariôuna, s. f. Ariona accresc. d'Aria Portamento grave, Aria grande, no bile. * Ariôus, add. Arioso; detto di luogo, vale Spazioso o aperto, Atto a ricever di molt' aria e molto lume; Esposto all'aria. Arious V. ZIRA. *Arisgh, s. m. Arrischio, Arrischiamento. Rischio, Pericolo, Cimento. Lo arrischiarsi. Arisgh, avv. Appena, A mala pena. E replicato Arisgh, arisgh, prende maggior forza. Andar a risgh Andare a rischio Correr pericolo. *Arisgar, v. a. Arrischiare, Rischia re, Risicare, Arrisicare, Avventurare, Cimentare, Mettere a risico, in cimento, Esporre a pericolo. *Arisgars Arrischiarsi, Avere ardire, Attentarsi, Cimentarsi. Chi n' risga e n'rousga Prov. Chi non arrischia non acquista o non rosicchia. Chi non risica non rosica A porco peritoso non casca in bocca pera mezza Ai timidi, che non s'arrischiano farsi incontro alla sorte, rare volte ella si offre di per sè. *Arisgôus, add. Arrischiato, Arrischievole, Rischioso, Che facilmente s'arrischia. Arrisicato. Aritmêtica, s. f. Aritmetica. La scienza od arte che insegna le diverse operazioni che si fanno intorno ai numeri. Ariussida V. RIUSSIDA. Arivar, v. a. Arrivare. Condurre o Accostare alla riva. * Arivar a on Arrivare a uno = Raggiungerlo - Ed anche Agguagliarlo, Pareggiarlo. = Arivar a un quel - Arrivare a che che sia Pigliarlo, essendovi alquanto lontano, onde si convenga allungare il braccio. * Arlavar, v. a. Rilavare. Di nuovo lavare; ed anche semplicemente lavare. Arlavar un capel Pulire un cappello. Rinsaldare. T. de' cappellai. Dar nuova salda al cappello, Pulirlo. Arlein V. ARÊLA. *Arli, s. f. Arlia. Voce Toscana registrata dal BIANCHINI, eguale alla nostra. In italiano Ubbia, Opinione o Pensiero superstizioso e malauguroso. Dar l'arli Dare mal augurio. Avéir adoss l'arlì Essere ammaliato; e lo diciamo di Chi riesce male in tutto ch' e' fa. * Arlichein, s. m. Arlecchino, Zanni. Maschera teatrale de' Bergamaschi nota a tutti. Il vestito di Arlecchino si dice, o al proprio, o al figurato, per cosa fatta di più pezzi, che male stiano insieme per la sformata diversità dall' uno all' altro. Il GIUSTI negli Umanitari, per significare_che il mondo umanitario (così scrive il FANFANI) sarà un accozzo delle cose più strane, scrisse: « La scacchiera d' Arlecchino Simbolo dell' indole. »> Arlecchino usò lo stesso GIUSTI per Uomo di tutti i colori, che muta parte dall' estate_al_verno; ed a tutti è noto il ritornello di GIRELLA: » Viva arlecchini E burattini, ecc. * Arlichinata, s. f. Zannata. Cosa da Zanni, Cosa frivola, Buffoneria. * Arligadura, s. f. Legatura. T. de' 12 |