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Lib. Comm. Nardeschis 5-244-3? 27846

AVVERTENZA

La prima edizione del vacabolarietto veneziano compilato dal Contarini comparve nel 1844 ; la seconda nel 52.

Per aiutare in qualche modo la figlia del compilatore, e anche per fare una cosa veramente utile, abbiamo divisato di dare questa terza edizione.

Ma fu in qualche parte modificata dalle altre due. Furono tolle molte voci ancora in uso quarant'anni fa e oggi fuori di moda; se ne sono aggiunte altre di nuovo conio, o risuscitate; vennero soppresse le voci antiche, o del gergo rancido; si fece tesoro di graziosi e caratteristici proverbi e modi di dire ancora vivi nel popolo, e dimenticati dal Contarini; abbiamo dato insomma a questo dizionarietto una veste affatto contemporanea. Perchè l'ufficio dei piccoli dizionari, tutti ricavati dai più grandi, non è quello di aiutare l'interpretazione dei classici; anche i dizionari grandi rispondono male a questo scopo. È invece quello di aiutare lo studio della lingua nella sua ultima forma, e per lo studio della lingua italiana i dizionari dei dialetti d'Italia sono di grande e incontestabile utilità.

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Nel rivedere il vocabolarietto del Contarini, avemmo sopratutto in pensiero di giovare ai giovani veneti non solo delle scuole elementari, ma anche delle superiori.

La correzione tipografica fu curata particolarmente, e abbiamo fatta un' edizione economica, perchè sia a portata di tutte le borse.

Lo studioso troverà in fine un prontuarietto delle magistrature e cariche della Repubblica Veneta.

Saremo lieti se il pubblico, facendo buon viso a questo paziente lavoro, coronerà la nostra fatica.

I. MERLO.

PREFAZIONE

È opinione di Voltaire: che si conosca un popolo naturalmente più ingegnoso di un altro da nomi proprii che assegna ad ogni cosa; e quindi segnatamente nota come i Francesi ad una strada senza uscita dato abbiano il nome di cul-de-sac, cui punto non assomiglia.

Se di sterilità accusare non si può l'italiana lingua, molto meno poi un dialetto il quale gode, sotto di nn tale aspetto, non pochi vantaggi in confronto della lingua scritta: men regolare e grammaticale di questa, esso riesce quindi più disinvolto, più libero, più ricco di espressioni originali atte a spiegare il proprio concepimento; ma a questi vantaggi, comuni agli altri dialetti d'Italia, il veneziano aggiunge quello di essere il meglio inteso; e ciò dicasi per confessione di tutti i forestieri, uno dei quali ricordava in proposito, che andato a Genova, la guida lo condusse ad una casa, ove suonato il campanello dimandava Ghen? Ghen? (ci sono in casa?) A cui fu risposto: Ghin, Ghin (ci sono). Mi pareva allora soggiunse quel forastiere, di essere nella China.

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