GRAMMATICA DEL DIALETTO BOLOGNESE COMPILATA DA CAROLINA CORONEDI BERTI BOLOGNA A CHI LEGGE Se è lodevole e abbia un giusto che ogni paese vocabolario che tramandi il proprio ne idioma a chi verrà dopo di noi, altrettanto é necessario che abbia una grammatica che accenni le regole e la costruzione. mano alla gram Il Pitre ha di già messo matica siciliana, che riescirà, come tutti gli altri suoi lavori, eccellente per ogni To ho fatto questa Bolognese, senza alcuna pretensione di far cosa bella, ma solo per darla sorella al mio vocabolario, e per corrispondere al desiderio di vari saggi amici. Ad essi dunque io la dedico persuasa che sapranno compatirmi gradire il mio buon volere. CAROLINA CORONEDI BERT! INTRODUZIONE Le lettere dell' alfabeto bolognese sono eguali nel numero a quelle dell' alfabeto italiano, ma variano nella pronunzia, dicendosi alla maniera fiorentina a, bi, ci, di, e, effe, gi, acca, i, elle, emme, enne, o, pi, qu, erre, esse, ti, u, vi, zeta. Le quali in bolognese si nominano, a, bèi, zèi, dèi, e, èf, gèi, acá, i, èl, èm, èn, o̟, pèi, qu, èn, ès, tài, u, vu, zeta. Cap. I. DELL' ORTOGRAFIA NEL DIALETTO BOLOGNESE Il dialetto bolognese avendo una pronunzia molto larga e piana, lascia luogo a suoni prolungati, quindi non fa sentire raddoppiamento di lettere che in pochi casi. Ed è perciò ch' io mi diedi cura di trovare un' ortografia che rendesse le voci alla semplicità che escono dalla bocca del volgo, lasciando che la si scostasse pure quanto occorresse dall' ortografia italiana, a contrario delle antecedenti, che la seguivano. Così invece p. e. di scrivere burrasca, secondo il suono fonico scrivo burasca, dona invece di donna, dunzèla piuttosto che dunzèlla, fasèla invece di fasèlla, mzètta invece di mzzètta, fiama e non fiamma, come s' era fatto fin qui. Per sommo difetto oltre i molti segni, le passate ortografie avevano quello di tramutar spesso le vocali l' una per l' altra, come p. e. si scriveva numer invece di nomer, nuvia per novla, nuvel per novel, punt in Inogo di pont, zuventù per zuventò, come chiaramente si pronuncia. E tutti questi scambi di lettere rendendo diversa la scrittura dal modo di pronunziarla, faceva sì che chiunque avesse tentato leggerla senza conoscerne le convenzioni, trovava inciampi e ad ogni parola commetteva errori. Non così è dell' ortografia che ho presentata nel mio vocabolario BologneseItaliano, nella quale si leggono le parole quali sono scritte o con poche differenze. E per accertarmi che quest' ortografia corrispondesse allo scopo che mi ero prefisso, la posi ad esperimento con persone straniere, e intesi con grande mio contento pronunziare le paroli quali escono dalla bocca de' bolognesi. Per quanta sia stata però la cura di spogliare l'ortografia passata da tutto ch' era di superfluo e di difficoltoso, non ho potuto bandirne del tutto gli accenti, che aiutano in qualche guisa a dare quella gradazione di suono che non troviamo nella semplice vocale. |