Opere di Pietro Metastasio, Volumes 1 à 2Gabinetto di Pallade, 1819 |
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affetti ALESSANDRO alfine amante amico amor ARAS ARASPE ARASSE ARBACE Asbite ascolto Assiria atto barbaro brami cangia CATONE CESARE ch'io chiede Ciel CLEOFIDE colpa COSRO COSROE crede crudel D'Ezio deggio DETTI DIDONE dono DORINA drammi EMILIA EMIRA Enea ERISSENA EZIO favella fede fedele felice fido figlia foglio fuggi FULVIA furor GANDARTE giova gloria Idaspe indegno infida ingrato IRCANO istesso JARBA l'alma l'amor LAODICE Lascia MARZIA MARZIA CATONE MASSIMO MEDARSE merto Metastasio MIRTE Mirteo morir nemico NIBBIO Numi Oh Dio ONORIA OSMIDA pace padre parlar pena perdono Perfido periglio pietà PORO prence puoi ragion rammenta regno resta rivale sangue sarà SCENA VII SCENA XI Scita SCITAL CE Scitalce sdegno SELENE SEMIRAMIDE sento SIBARI Signor SIROE soffrir sospiri spada speri sposo svenar sventura T'inganni taci TAMIRI TIMAGENE timor tiranno tormento tradimento traditor trono troppo VALENTINIANO Vedi veggo vendetta vendicar virtù voglio vuoi
Fréquemment cités
Page xlvi - Je le pris tout sanglant. En baignant son visage Mes pleurs du sentiment lui rendirent l'usage ; Et, soit frayeur encore, ou pour me caresser, De ses bras innocents je me sentis presser.
Page xlviii - Bientôt ils vous diront que les plus saintes lois, Maîtresses du vil peuple, obéissent aux rois; Qu'un roi n'a d'autre frein que sa volonté même; Qu'il doit immoler tout à sa...
Page xlvi - Hélas ! l'état horrible où le ciel me l'offrit Revient à tout moment effrayer mon esprit. De princes égorgés la chambre était remplie : Un poignard à la main l'implacable Athalie Au carnage animait ses barbares soldats, Et poursuivait le cours de ses assassinats. Joas, laissé pour mort, frappa soudain ma vue...
Page 339 - Rondinella, a cui rapita Fu la dolce sua compagna, Vola incerta, va smarrita Dalla selva alla campagna, E si lagna, intorno al nido. Dell'infido cacciator. Chiare fonti, apriche rive Più non cerca, al di s'invola.
Page 33 - Che pietà? Mendace il labbro fedeltà mi giurava, e intanto il cor pensava come lunge da me volgere il piede! A chi, misera me! darò più fede?
Page 35 - DIDONE. Lasciami, ingrato! ENEA. E pur, con tanto sdegno, non hai ragion di condannarmi. DIDONE . Indegno ! Non ha ragione, ingrato! un core abbandonato da chi giurògli fé?
Page 305 - Eh! non si prenda affanno. 11 libretto non deve esser capito; II gusto è ripulito, E non si bada a questo: Si canti bene, e non importi il resto. DOR. Nell'arie io son con lei, Ma ne
Page 36 - Ah! che dissi! Alle mie amorose follie, gran genitor, perdona; io n'ho rossore. Non fu Enea che parlò, lo disse Amore. Si parta... E l'empio moro stringerà il mio tesoro? No... Ma sarà frattanto al proprio genitor spergiuro il figlio? Padre, amor, gelosia, numi, consiglio! Se resto sul lido, se sciolgo le vele, infido, crudele mi sento chiamar. E intanto, confuso nel dubbio funesto, non parto, non resto, ma provo il martire, che avrei nel partire, che avrei nel restar.
Page 19 - Tutto farò. Tu sei Signor della mia vita: in tua difesa Non ricuso cimento; Ma da me non si chieda un tradimento.
Page 33 - ENEA. Di Giove il cenno, l'ombra del genitor, la patria, il cielo, la promessa, il dover, l'onor, la fama alle sponde d'Italia oggi mi chiama.