An introduction to the Italian language, miscellaneous pieces in prose and in verse, selected with notes by F. Sastres

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Francesco Sastres
1778

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Page 309 - Ma poi che fui al piè d' un colle giunto, là dove terminava quella valle, che m' avea di paura il cor compunto, guardai in alto, e vidi le sue spalle vestite già de' raggi del pianeta, che mena dritto altrui per ogni calle.
Page 146 - ... cavalieri della brigata: — • Madonna Gretta, quando voi vogliate, io vi porterò, gran parte della via che ad andare abbiamo, a cavallo, con una delle belle novelle del mondo.
Page 303 - ... gran re l'altere teste opprime; nè gli avidi soldati a preda alletta la nostra povertà vile e negletta: altrui vile e negletta, a me sì cara, che non bramo tesor, nè regal verga; nè cura o voglia ambiziosa o avara mai nel tranquillo del mio petto alberga.
Page 200 - Amore aguzza l'intelletto!), mi sovvenne d'un inganno gentile, co '1 qual io recar potessi a fine il mio talento 1) : che, fingendo ch'.un'ape avesse morso il mio labbro di sotto, incominciai a lamentarmi di cotal maniera, che quella medicina che la lingua non richiedeva, il volto richiedeva.
Page 291 - Perchè negli atti d' allegrezza spenti Di fuor si legge com' io dentro avvampi ; Sì ch' io mi credo omai che monti, e piagge, E fiumi, e selve sappian di che tempre Sia la mia vita, ch
Page 306 - Non copre abito vii la nobil luce e quanto è in lei d'altero e di gentile, e fuor la maestà regia traluce per gli atti ancor de l'essercizio umile.
Page 180 - Amor, ch'or cieco, or Argo, ora ne veli di benda gli occhi, ora ce gli apri e giri, tu per mille custodie entro ai più casti verginei alberghi il guardo altrui portasti.
Page 198 - A l'ombra d'un bel faggio Silvia e Filli sedean un giorno, ed io con loro insieme, quando un'ape ingegnosa, che, cogliendo sen
Page 309 - Ahi quanto a dir qual era, è cosa dura , Questa selva selvaggia ed aspra e forte, Che nel pensier rinnova la paura ! Tanto è amara , che poco è più morte ; Ma per trattar del ben, ch' i' vi trovai, Dirò dell' altre cose ch' io v' ho scorte. l' non so ben ridir com' io v' entrai ; Tant' era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai.
Page 297 - ... n brev'ora entr'al mio dolce hai misti tutti gli amari tuoi, del mio cor esci: torna a Cocito, ai lagrimosi e tristi campi d'inferno: ivi a te stessa incresci. Ivi senza riposo i giorni mena, senza sonno le notti, ivi ti duoli non men di dubbia che di certa pena. Vattene: a che più fera che non suoli, se '1 tuo venen m'è corso in ogni vena, con nove larve a me ritorni e voli?

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