Histoire de la poésie mise en rapport avec la civilisation en Italie: depuis les origines jusqu'à nos joursA. Castaigne, 1895 - 487 pages |
Expressions et termes fréquents
aimait Alfieri âme amour Ange Politien Béatrice beau beauté Boccace Boïardo Bradamante c'était Canto caractère célèbre chants CHAP chrétien ciel classique cœur d'Alfieri Dante Décaméron devant Dieu Divine Comédie dramatique drame épique épisodes esprit femme Ferrare Florence Foscolo François Ier génie Gibelins gloire Goldoni Grèce Guarini héros Homère hommes humain imitateurs inspirations Italie Jacopone Jérusalem l'âme l'amour l'Arioste l'art l'auteur l'Église l'épopée l'esprit l'Europe l'histoire l'homme l'idéal l'imagination l'Italie laisse Lamartine langue langue italienne latin Laure Léon X Leopardi liberté littéraire littérature maison d'Este maître malheur Manzoni merveilleux Métastase moderne mœurs monde mort musique n'était Naples nature Niccolini œuvres pape parole passé passion pastoral patrie patriotisme pensée père personnages Pétrarque peuple pièce poème poésie italienne poésie lyrique poète poétique premier princes prose reste rien Roger Roland furieux roman Rome saint François satire scène seizième siècle sentiment seul sonnets style talent Tasse terre théâtre tragédie tragique Virgile Voilà yeux
Fréquemment cités
Page 76 - Poeta, volentieri Parlerei a que' duo, che insieme vanno, E paion sì al vento esser leggieri. Ed egli a me : Vedrai quando saranno Più presso a noi ; e tu allor li prega Per queir amor, che i mena ; e quei verranno. Si tosto, come
Page 82 - men doglia. Se tu mangi di noi : tu ne vestisti Queste misere carni, e tu le spoglia. Queta'mi allor, per non farli più tristi : Quel di e l'altro stemmo tutti muti : Ahi dura terra, perché non t'apristi? Posciaché fummo al quarto
Page 82 - Ch'eran con meco, e dimandar del pane. Ben se' crudel, se tu già non ti duoli, Pensando ciò ch'ai mio cor s'annunziava ; E, se non piangi, di che pianger suoli ? Già eran desti, e l'ora s'appressava Che il cibo ne soleva essere addotto, E per suo sogno ciascun dubitava : Ed io sentii chiavar l'uscio di sotto
Page 477 - e tiene un premio Ch'era follia sperar, Tutto ei provò ; la gloria Maggior dopo il periglio, La fuga, e la vittoria, La reggia, e il triste esiglio, Due volte nella polvere, Due volte su gli altar. Ei si nomò : due secoli, L'un contro l'altro armato, Sommessi a lui si volsero Come aspettando il fato : Ei
Page 82 - mio cor s'annunziava ; E, se non piangi, di che pianger suoli ? Già eran desti, e l'ora s'appressava Che il cibo ne soleva essere addotto, E per suo sogno ciascun dubitava : Ed io sentii chiavar l'uscio di sotto All'orribile torre ; ond io guardai Nel viso a
Page 82 - uscio. Com' un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso; Ambo le mani per dolor mi morsi : E quei, pensando ch'io il fèssi per voglia
Page 66 - O degli altri poeti onore e lume, Vagliami il lungo studio e il grande amore, Che m'han fatto cercar lo tuo Volume. Tu se' lo mio maestro, e il mio autore : Tu se
Page 94 - Sicura, quasi rocca in alto monte, Seder sovr' esso una puttana sciolta M'apparve con le ciglia intorno pronte. E, come perché non li fosse tolta, Vidi di costa a lei dritto un Gigante, E baciavansi insieme alcuna volta.
Page 76 - vento a noi li piega, Mossi la voce : O anime affannate. Venite a noi parlar, s'altri noi niega. Quali colombe, dal disio chiamate, Con l'ali aperte e ferme, al dolce nido Volan per l'aer dal voler
Page 81 - con la nuca. O tu che mostri per si bestial segno Odio sovra colui che tu ti mangi. Dimmi il perché, diss'io, per tal convegno, Che se tu a ragion di lui ti piangi, Sappiendo chi voi siete, e la sua pecca, Nel mondo suso ancor io te ne cangi, Se