Histoire de la poésie mise en rapport avec la civilisation en Italie: depuis les origines jusqu'à nos jours

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A. Castaigne, 1895 - 487 pages
 

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Page 76 - Poeta, volentieri Parlerei a que' duo, che insieme vanno, E paion sì al vento esser leggieri. Ed egli a me : Vedrai quando saranno Più presso a noi ; e tu allor li prega Per queir amor, che i mena ; e quei verranno. Si tosto, come
Page 82 - men doglia. Se tu mangi di noi : tu ne vestisti Queste misere carni, e tu le spoglia. Queta'mi allor, per non farli più tristi : Quel di e l'altro stemmo tutti muti : Ahi dura terra, perché non t'apristi? Posciaché fummo al quarto
Page 82 - Ch'eran con meco, e dimandar del pane. Ben se' crudel, se tu già non ti duoli, Pensando ciò ch'ai mio cor s'annunziava ; E, se non piangi, di che pianger suoli ? Già eran desti, e l'ora s'appressava Che il cibo ne soleva essere addotto, E per suo sogno ciascun dubitava : Ed io sentii chiavar l'uscio di sotto
Page 477 - e tiene un premio Ch'era follia sperar, Tutto ei provò ; la gloria Maggior dopo il periglio, La fuga, e la vittoria, La reggia, e il triste esiglio, Due volte nella polvere, Due volte su gli altar. Ei si nomò : due secoli, L'un contro l'altro armato, Sommessi a lui si volsero Come aspettando il fato : Ei
Page 82 - mio cor s'annunziava ; E, se non piangi, di che pianger suoli ? Già eran desti, e l'ora s'appressava Che il cibo ne soleva essere addotto, E per suo sogno ciascun dubitava : Ed io sentii chiavar l'uscio di sotto All'orribile torre ; ond io guardai Nel viso a
Page 82 - uscio. Com' un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso; Ambo le mani per dolor mi morsi : E quei, pensando ch'io il fèssi per voglia
Page 66 - O degli altri poeti onore e lume, Vagliami il lungo studio e il grande amore, Che m'han fatto cercar lo tuo Volume. Tu se' lo mio maestro, e il mio autore : Tu se
Page 94 - Sicura, quasi rocca in alto monte, Seder sovr' esso una puttana sciolta M'apparve con le ciglia intorno pronte. E, come perché non li fosse tolta, Vidi di costa a lei dritto un Gigante, E baciavansi insieme alcuna volta.
Page 76 - vento a noi li piega, Mossi la voce : O anime affannate. Venite a noi parlar, s'altri noi niega. Quali colombe, dal disio chiamate, Con l'ali aperte e ferme, al dolce nido Volan per l'aer dal voler
Page 81 - con la nuca. O tu che mostri per si bestial segno Odio sovra colui che tu ti mangi. Dimmi il perché, diss'io, per tal convegno, Che se tu a ragion di lui ti piangi, Sappiendo chi voi siete, e la sua pecca, Nel mondo suso ancor io te ne cangi, Se

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