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2.° Ha torto chi assume il prezzo contemporaneo al danno, ogni volta che le epoche posteriori presentano probabilità di prezzo maggiore; giacchè questo prezzo maggiore è un lucro che il danneggiato poteva proporsi e corre.

3. Allorchè le epoche posteriori al danno non presentano probabilità di maggior prezzo, si deve stare al prezzo contemporaneo ad esso.

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II. Siccome la cosa danneggiata non è sempre una merce, di cui si possa immediatamente verificare il prezzo plateale, ma spesso uno stabilimento d'industria abbruciato un fondo di cui ci è stato negato il possesso, una pesca di cui ci fu impedito l'uso ecc.; quindi il lettore s'accorge che fa duopo ricercarne il prezzo medio tra i prezzi degli anni decorsi, e quindi sapere entro quale numero d'anni fa duopo arrestare l'indagine.

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o d'una ma

In Inghilterra ii lucro d'un ramo di commercio
nifattura, si è quel termine medio che risulta dall' esperien-,
za di

Delle proprietà fondiarie non affittate (giacchè per
le affittate servono di norma gli affitti )
Delle decime

Delle terre signorili di non determinata rendita
Delle proprietà isolate, per es., giardini pianta-
gioni ecc.

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Delle miniere di piombo, stagno, rame, torba
Delle cave di pietra, ardesia, calce, pesche, ca-
nali, diritto di mercato o fiera, ponti ecc.

Cioè la vendita dell' ultimo anno,

§ 2. Prezzi d'affezione.

anni 3

7

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3

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7

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3

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Tra le cose che vengono sottratte al nostro uso, o danneggiate o distrutte, alcune ve n'ha, cui speciale affezione ci stringe, come eredità de' nostri maggiori, frutto prezioso delle nostre fatiche, bene futuro de' nostri figli, fonte di comodi particolari, o di care e deliziose ricordanze. Quindi si riguardano come oggetti d'affezione.

1.o Gli immobili in generale, per es., una terra patrimoniale, una casa passata da padre in figlio ecc.

2.o Tra gli immobili si riguardano come oggetti d'affezione.

Le reliquie di famiglia, per es., le paterne vesti e le mobiglie che servirono a' nostri maggiori;

Gli abiti nuziali e simili;

I doni di cara man, pegni d'amore;
I ritratti de' parenti e degli amici;
Le opere lavorate da mani care;
Gli animali domestici (1);

Le antichità, le curiosità, i quadri;
Le biblioteche;

I manoscritti;

Gli instrumenti di musica;

Tutto ciò che è raro od ha l'apparenza di esserlo.
Provano sentimenti d'affezione

1. I vincoli di parentela;

2.° Il lungo tempo che si possiede una cosa;
3.o I servigi cospicui che se ne ritrasse ;

4.o Le cure non comuni e le spese ch'ella costò; 5.o La somma delle circostanze lusinghiere, le relazioni tra la cosa e il proprietario (2);

6. Il bisogno speciale che aveva il proprietario di essa, per es., un cavallo docilissimo e comodo per un ammalato. Tutte queste e simili cose hanno agli occhi nostri un prezzo molto maggiore del corrente.

Il prezzo multiplo del prezzo corrente è il prezzo d'af

fezione.

La legge deve ella riconoscere prezzi d' affezione quando si tratta di soddisfacimento?

Per ammettere il prezzo d'affezione nel calcolo del soddisfacimento, non è necessaria, secondo che io avviso, la combinazione di petulanza e di malignità particolare nell'offensore, ma basta che con segni non dubbj sia caratterizzata l'affezione dell'offeso per la cosa danneggiata o distrutta, Nella parabola dell'uomo ricco che, avendo numerosa greggia,

(1) Per far conoscere a quale prezzo furono valutati, per es., i cani guardiani delle case in tempi di calde inimicizie dal lato de' privati, e di scarsa sorveglianza dal lato del governo, basterà il dire che, giusta lo statuto di David II, re di Scozia, chi uccideva uno de' suddetti cani era condannato a vegliare egli stesso intorno alla casa dell'offeso un anno e un giorno, ed essere risponsabile de1 danni che per mancanza del cane fossero successi (Canciani, Leges Barbarorum, tom. II, pag. 342, nota 2).

(2) Un giovine soldato, interrogato da Ciro quale prezzo preten. derebbe del cavallo con cui aveva conseguito il premio alla corsa, e se vorrebbe cambiarlo con un regno, no, rispose, o sire, ma lo darei volontieri per acquistare un amico, se uomo degno di questo nome potessi ritrovare.

toglie ad un povero Israelita la sola pecora che questi possedesse (pecora sì cara ch'egli la faceva bere nella sua tazza, riposare sul suo seno, ed amava come sua figliuola), in questa parabola, dissi, il ladro viene da David condannato alla restituzione d'un valore quadruplo (1).

E per verità, siccome da un lato l'affezione alle cose entro i limiti della morale è motivo di produzione e di conservazione, il che è vantaggioso al pubblico, dall'altro di rinascenti e deliziosi piaceri è copiosa fonte, il che è vantaggioso agli individui; siccome vi è in ciascuno l'aspettazione di conservare ciò che possiede, con tutte quelle circostanze che lo rendono prezioso, e perciò appunto il rispetto che mostra la legge alle affezioni, ottiene costantemente applauso dal pubblico; quindi, anche senza ricordare che il soddisfacimento piuttosto abbondante debb' essere che scarso, fa duopo conchiudere che nel caso d'affezione alla cosa distrutta o danneggiata debbonsi prendere per norma i prezzi d'affezione per calcolare il soddisfacimento, quand' anco l'offensore di particolare petulanza e malignità non avesse dato segno,

Se poi nella discussione giudiciaria, mentre da una parte crescono le prove di petulanza e di malignità dal lato dell' offensore, dall'altra crescono anche i fatti che provano l'affezione dell' offeso alla cosa distrutta, è fuori di dubbio che il complesso di queste due circostanze deve accrescerne il prezzo, e portarlo al grado estremo che si potrebbe fissare, al decuplo del prezzo corrente, giacchè ai palesi segni dell' altrui petulanza e malignità corrispondono altrettanti gradi di dispiacere nel nostro animo (2).

(1) 2 Reg., XII, v. 2. 6.

corrente,

(2) Fissando il massimo prezzo d'affezione al decuplo del prezzo non sarò certamente tacciato d' esagerazione, giacchè si danno de' casi in cui per conservare una cosa cara si espone a pericolo la vita: tra i varj fatti che adduce la storia, citerò il seguente: il poeta Dryden, assalto in un bosco da cinque ladri successivamente, diede quanto denaro aveva in dosso, ma espose la vita a quasi certa morte, ricusando di dare un' immagine preziosa che gli ricordava una sposa diletta ed un figlio mortogli da pochi mesi. Coll' ajuto del suo cane il poeta riuscì a salvare se stesso e il ritratto.

FINE DELLA PRIMA PARTE.

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Ferite e percosse che non deformano la bellezza.

§ 1. Soddisfacimento per ferite e percosse non seguite da indebolimento di forze industri.

I e II Partita, spese e lucri cessati.

Se l'altrui molino od altro opificio qualunque è stato danneggiato, ciascuno intende che il volontario e ingiusto danneggiatore deve pagare

I. La spesa che fu necessaria per ristaurare il molino; 2. Il lucro cessato durante il tempo che il molino non macinò.

Nel caso di percosse gravi e di ferite qualunque è dunque giusto che l'offensore paghi

1.o Le spese che furono necessarie per la guarigione, nel quale calcolo fa duopo unire sì le spese utili che le inutili credute necessarie (1);

(1) A prova di questo articolo più statuti vogliono l'attestato del medico è il giuramento dell'offeso. (Statuta Casalismajoris, p. 78, Cremonae, pag. 55).

GIOJA. Dell'ingiuria ecc.

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