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II. Siccome nel decorso di questo scritto l'elemento della ricchezza ci servirà a sciorre problemi interessanti, perciò giova indagare le ragioni per cui ciascuno desidera di comparire ricco, e se il desiderio di ricchezze, come più moralisti antichi e moderni sognarono, sia riprensibile.

Le ragioni per cui ciascuno desidera di comparire ric CO sono le seguenti:

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1o. La ricchezza riceve de' servigi gratuiti pel solo riflesso che può comandarne ;

2o. Lo stato di povertà è sinonimo di dipendenza, servitù, soggezione, cose che offendono il nostro amor proprio estremamente caparbio;

3o. La povertà è non di rado l'effetto dell' indolenza, dell' ignoranza, della cattiva condotta e del vizio; al che fa d' 'uopo aggiungere che i più frequenti delitti dall'indigenza provengono.

4°. Lo stato di povertà esclude spesso i vantaggi del credito, e nell'opinione del volgo degrada l'abilità dell' uomo industre. All' opposto la ricchezza a molti difetti serve di velo, e alla mancanza di molte perfezioni supplisce (1).

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qui frappée de son extrème pâleur, l'examine de plus près, s'apperçoit que sous sa petite jacquette il n'y avait pas de chemise. Pourquoi pas de chemise, mon enfant, demanda la dame avec in« térêt ? Madame, nous n'en avons plus. Comment, plus; et « du pain? Il y a deux jours que nous n'en avons pas mange; ❝mais papa et maman m'ont bien défendu d'en demander. Pauvre "petit! et les pleurs inondaient le visage de la dame et de l'enfant. Voilà des fruits, voilà du pain, mange doucement. Quand il «fut repu, la dame l'interrogea sur sa famille, et apprit qu'elle était composée d'un père, autre fois maître de pension, d'une mère, et « de cinq enfans; que tous les meubles avoient été vendus successi❝vement pour vivre; que le père ne voulait pas qu'on mendiât «qu'un jour la mére, déchirée par les cris de ses enfans qui lui « demandaient du pain, était descendue dans la rue dans l'intention « d'en demander, mais que n'ayant jamais osé ni parler, ni lever « les yeux, elle était remontée les mains vides en disant: Il faudra «mourir demain . . . Non, elle ne mourra pas, dit la dame cha«ritable; et aussitôt elle fait porter du bouillon, du pain, du vin ❝ dans la chambre de cette famille qui lui doit la vie et l'honneur ". (1) In Venezia, dice Martinelli, medica moltissimo la gondola, ❝ed in Londra, non meno che in tutte le altre capitali, la carroz«za, essendo generalmente i medici pedestri e ingenui riputati di ❝niun valore.

Bisogna convenire che qualche volta noi siamo un po' complici della sciocchezza che in certe persone censuriamo; e che quando la

5o. La ricchezza fruttò per l'addietro in molti paesi, e frufta tuttora de' diritti o privilegi civili; per es., negli scorsi secoli anche in Italia, in caso di delitto non punibile colla pena di morte, poteva qualunque accusato rispondere ai tribunali a piede libero e senza essere astretto a carcere se presentava idonea sigurtà (1). Anche le costituzioni moderne più liberali alcuni diritti politici a certi gradi di ricchezza concedono, e li ricusano ai gradi inferiori.

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I bisogni giornalmente rinascenti, ho detto altrove, rendono oggetto di generale desiderio le cose che li soddisfano; quindi lo sforzo di ciascuno nella ricerca delle ricchezze è così legittimo e ragionevole, come lo è lo sforzo per ottenere buona salute.

V'è certamente un grado di merito nel divenire ricco con legittima industria, giacchè chi vi riesce,

1o. Supera la inerzia abituale che predomina nell' uomo ; 2o. Sfugge l'ozio, fonte d' ogni sorta di vizj;

3o. Da segno di forza intellettuale, superiore alla me dia della sua classe;

4. Acquista mezzi per somministrare lavoro ai poveri ; 5. Può beneficare chi gli fece del bene;

6o. Si procura una certa indipendenza dagli altri; 7. Può essere utile al pubblico in quegli impieghi i quali in chi gli eseguisce richieggono un certo reddito.

Lodare Fabrizio perchè sprezzava le ricchezze, è lodare un uomo perchè manca di naso, d'occhi, d'orecchie, di gusto, di tatto, di giudizio, d'immaginazione. Fabrizio non era lodevole perchè sprezzava le ricchezze, ma perchè il desiderio di esse era in lui subordinato all'amore della patria

fortuna accordò a qualcuno o gran potere o grande splendore, si copioso incenso noi gli offriamo, che la sua vanità ne resta inebriata. Egli è questo il motivo per cui La Bruyere ci consiglia di perdonare a colui che, per avere un gran corteggio, una ricca guardaroba, un magnifico equipaggio, si figura che più puro gli scorra per le vene sangue, uno spirito più nobile alberghi nel suo cervello, e di merito straordinario risplenda; egli legge tutto ciò nel contegno e negli occhi di quelli che gli parlano.

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(1) Gli antichi statuti lombardi, a difesa di questo diritto prezioso dimenticato in più codici moderni, dicono ad una voce: nullus occasione alicujus maleficii, ex quo non ingeratur pœna sanguinis, detineatur, si paratus fuerit praestare idoneam satisdationem, et intelligatur satisdatio esse idonea, si fiat de tanta quantitate seu aestimatione rei, de qua seu de quanta posset condemnari si probatum esset maleficium. (Statuta criminalia Mediolani, cap 20.)

e agli altri doveri sociali. Serbiamo dunque nel riparto della stima e dello sprezzo i giusti confini; e condannando Pubbriacchezza, facciamo l'elogio di chi si procura del vino (1).

La vile e bassa invidia corruppe talmente l'opinione pubblica in tutti i secoli, che un uomo il quale dal nulla seppe salire per mezzo d' innocua industria a grado elevato di ricchezza, è meno stimato d' un proprietario che ad un grado uguale per sola disposizione de' suoi maggiori ritrovasi insita mortalibus natura recentem aliorum felicitatem ægris oculis introspicere, modamque fortunæ a nullis magis exigere quam quos in æquo videre (2). Questa invidia in noi generata dall' altrui ricchezza, principalmente se di fresca data, si fa sentire nel nostro modo d'esprimerci; perciò noi dieiamo, a cagione d' esempio, povertà onorevole, non onorevole ricchezza. Cionnonostante se la povertà nasce dalla mancanza delle forze, non è degna nè d'onore nè di biasimo; se dall' inerzia e dal vizio, merita biasimo e infamia; se dal rispetto all' altrui proprietà, ha diritto solo alla stima dovuta a quelli che non rubano. La povertà non è veramente onorevole se non quando è figlia della generosità a vantaggio del bisogno innocente. Parimenti la ricchezza non è nè riprensibile ne lodevole, quando ci è trasmessa per eredità o compartita per beneficenza; è abbominanda, quando della bassezza è frutto e della frode; merita tutta la stima, gli eucomj, il rispetto, l'ammirazione, quando da industria onorata legittimamente scaturisce.

Dunque 1. il desiderio di ricchezza è legittimo, giusto, ragionevole ed anche virtuoso, finchè al sentimento del dovere e dell'onore resta soggetto.

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2. La ricchezza conseguita con lecita industria è molto più pregievole che l'industria trasmessa per eredità, idea evidente di cui farò uso nella seconda parte.

III. Dalle cose dette si fa manifesto che un sequestro illegittimo è un' ingiuria grave, perchè attesta che la persona di cui furono sequestrati gli effetti mobili o immobili, manca di volontà o di potere al dovuto pagamento, e talvolta dell'una e dell' altro nell'opinione del volgo, il che, equivale a doppia ingiuria.

(1) Del merito e delle ricompense, tom. I.
(2) Tacito, Hist. II, 20.

Un sequestro eccita nell'animo del pubblico un'impressione più profonda che non le semplici parole ingiuriose, sì perchè quello più o meno lungo tempo sussiste, mentre quelle cessano appena pronunciate, sì perchè porta seco il sigillo imponente dell' autorità giudiciaria.

Nel sequestro infatti, oltre le circostanze comuni alle altre ingiurie, e che nel seguente capitolo porremo al vaglio, fa d'uopo calcolare.

I giorni che durò: il sequestro è un'ingiuria che ripetendosi giornalmente per più mesi, e talvolta per più anni, dimostra la malizia al più recidivo al sommo grado.

Lo scredito risultante dal sequestro si estende e si consolida in ragione della durata di questo.

2. L'intervento dell'autorità giudiciaria. Questa circostanza conferma e ribadisce lo scredito nell'animo del volgo, perchè esclude tutti que'dubbj che il riscaldamento della parte ingiuriante, in altre combinazioni, fa nascere. Non è una passione cieca e furiosa, ma la fredda ragione del giudice illuminato ed imparziale che invita e quasi direi costrinil pubblico a diffidare di voi.

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3.o L'immobilità o mobilità della cosa sequestrata. Il sequestro sopra d'un fondo colpisce l'attenzione del pubblico più che il sequestro di qualche mobile in una bottega o in una casa. Il possesso del fondo è un fatto conosciuto in tutto il distretto, e che molte circostanze continuano a richiail che ricorda il sequestro che lo vincola.

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4.o La situazione delta cosa sequestrata. Il sequestro d'una casa situata in una città chiama tosto l'attenzione del pubblico e diffonde immediatamente sospetti e diffidenza contro chi ne è proprietario, mentre il sequestro d'un bosco lontano dalle abitazioni può rimanere ignoto per qualche tempo.

Il sequestro è una macchia morale e civile, è un af fronto grave e pubblico, è un dispiacere sommo sì pel semplice proprietario che pel negoziante, e sotto questo aspetto sociale richiede soddisfacimento sì per l'uno che per l'altro.

Il sequestro, oltre l'essere invisibile dolore all'animo, può divenire forie di visibili lucri cessanti e danni emergenti pel negoziante, ed ai quali talvolta il proprietario non soggiace, lucri cessanti e danni emergenti che costituiscono un nuovo titolo di soddisfacimento in una partita a parte. In somma non fa duopo confondere gli effetti puramente civili

dello scredito, e dei quali vedremo il prospetto nella II parte, cogli effetti commerciali sulla produzione e sullo smercio, e che a lungo verranno esposti in una I parte al libro II.

È quasi di luogo l'aggiungere qui, che sebbene l'ingiuria del sequestro sia fonte di danni civili e commerciali, ciò non ostante non può la giustizia negare il sequestro, allorchè altro mezzo non v' ha per guarentire prontamente il diritto del creditore; ed è scuotere i cardini della sicurezza sociale, e quindi della ricchezza pubblica, il ristringere la concessione del sequestro a'que' soli casi in cui il debitore si è reso sospetto di fuga per insolvenza. Pria che abbiate provato al giudice il sospetto di fuga, il debitore doloso è diggià sparito colla persona e colla roba, e a guerentia dei vostri diritti v'ha lasciato delle mosche.

II. Ingiuria per violati diritti della condizione.

La condizione particolare d'una persona è determinata dalla somma de' particolari diritti che le competono e de' particolari obblighi che le incumbono.

1 diritti sono vantaggi guarentiti, gli obblighi sono aggravj imposti dalla legge.

I vantaggi sono talvolta reali, talvolta onorifici, talvolta l'uno e l'altro. Il marito, per es., ha diritto al concorso della moglie ne' sacrifizj a Venere, alla di lei eredità in mancanza di figli ecc.; ecco de' vantaggi reali. Il padre ha diritto ai segni del rispetto figliale sì in privato che in pubblico; ecco de vantaggi onorifici.

La condizione di padre, di figlio, di sposo, di moglie, di tutore ecc. dà all'individuo che n'è investito un'esistenza speciale nella società, e al sentimento della parentela associa idee di vanità e d'ambizione. I vecchi statuti diedero segno di distinguere il piacere interno e, a così dire, puramente animastico, dai beni esteriori e visibili che vanno alla condizione uniti; perciò nel caso d'illegittimamente impugnata condizione vollero che il negante,

1. Pagasse tutti i danni e gli interessi visibili, materiali, effettivi, risultati dalla sua impugnazione;

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2. Soggiacesse ad una multa, la mo della quale toccava alla persona ingiuriata, e compensava in lei il dispiacere della depressione (1).

(1) Item statutum est, quod nulla persona possit, nec debeat negare aliquem fuisse vel filium, patrem, avum, vel legitimum, vel

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