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Nella legislazione longobardica le forti percosse, benchè senza ferite, ma accompagnate da oltraggi, sono punite con ammenda uguale alla metà di quella che per l'omicidio è stabilita; e di sì grave ammenda il legislatore dà per motivo lo sprezzo: Eo quod, dice la legge, in turpitudinem et in ridiculum ipsius maletraciavit eum.

Nella stessa legislazione la pena per un semplice epiteto ridicolo sta alla pena per una ferita come 12 a 3, cioè come 4 ad I (1).

In generale le stesse percosse con armi o senza, con o senza ferite, furono dai vecchi codici punite con doppia pena, e compensate con doppio soddisfacimento se fatte in pubblico. Ora la sensazione fisica dolorosa non cresce alla senza altrui; cresce bensì la sensazione morale.

pre

Ne' modi di dire che corrono tra il volgo, si trova il seguente: uno schiaffo merita una coltellata; quindi incon triamo ne' poeti le seguenti frasi:

Un' ingiuria più là che da coltello

Parvi che la sia offesa da stoccate?

Colla scorta de' fatti esposti in questo e nell' antecedente capitolo, possiamo ora sciogliere il proposto problema:

Considerando che l'insulto offende direttamente ed im mediatamente la passione più generale, più costante, e comunemente più intensa, la vanità;

Che la notizia dell' insulto rapidamente diffusa assoggetta l'insultato a profonda umiliazione;

Che questa umiliazione suole durare più anni;

Che la sensazione immediata dell'insulto e la previsione dell'umiliazione superano il dispiacere d'una ferita semplice;

(1) Siquis alium argam (vile) per furorem clamaverit et_negare non potuerit quod per furorem dixisset, tunc juratus dicat quod eum argam non cognovisset, et postea componat pro ipso verbo injurioso solid XII (Leges barbarorum, tom. Í, pag. 97, col. 1).

Siquis hominem liberum, surgente rixa, percusserit, et livorem aut vulnus fecerit, pro una ferita componat ei sold. III, si duas VI, si tres IX, si quatuor XII; si vero amplius duraverint feritæ non numerentur, sed si contentus (Ibid., pag. 68, col. 1).

Che in caso d'omicidio, l' insulto immediato fatto dall'ucciso all'uccisore è riguardato generalmente come una circostanza che diminuisce di moltissimi gradi il delitto;

Che l'insulto può riuscire pungente e forte a segno da troncare il filo della vita;

Che per

liberarsi dalla macchia del ricevuto insulto molti si espongono alla morte in duello;

Risulta che il soddisfacimento per insulto debb' essere in generale un multiplo del compenso dovuto pel dolore di fe

rila non mortale.

Il minimo soddisfacimento per insulto sarà il quintuplo d'una giornata di dolor fisico, cioè il quintuplo di 20 (p. 164), il che dà lire 100, e che chiamo A.

Secondo le circostanze di pubblicità e gravità si farà crescere il valore del soddisfacimento da A a 2A, 3A. 10A ... 100A... 1000A ecc. Cosicchè

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Il massimo soddisfacimento per insulto grave e pubblico possa giungere sino al valore dell'omicidio dell'individuo insultato (pag. 188). Nella legislazione longobardica questo caso si verificava nell' insulto fatto al giudice sedente nel suo tribunale (1).

Nella progressione crescente de' valori del soddisfacimento i intende sempre, giusta i principj sopraesposti che se A è l valore fissato pell'uomo, quello per la donna debba essere, in pari circostanze, 3A₤2

Pongo nella nota (2) una decisione de'tribunali francesi, lalla quale risulta quale soddisfacimento decretavano in caso d'insulto grave.

(1) Siquis judicibus nostris in judicio residentibus minas aut onvicia intulerit, eosque verbis vel factis turpiter dehonestaverit uidrigild (aestimationem capitis) illi quem laeserit, componat. (Lees Barbarorum, tom. I, pag. 227, col. 2).

(2) Un sieur Turle, bourgeois de la ville de Noir Moutier en Poitou, consulté par un particulier sur le parti qu'il prendroit au sujet d'une nouvelle reconnaissance qu'on lui demandoit à la seigneurie, dans un tems où ses titres, pour faire cette reconnaissance, étoient incendiés; le sieur Turle lui répondit qu'il falloit simplement remontrer ce fait, et demander qu'on lui donnât à ses frais copie des titres du seigneur, et qu'il y satisferoit; ce qu'il répéta à l'andience. Sur cette réponse le juge le fit arrêter aussitôt par ses huissiers, et conduire au gouvernement.

"Aprés son assise, le juge et le procureur-fiscal monterent au gouvernement où ils trouvèrent le sieur Turle qui avoit donné le

SEZIONE SECONDA

INGIURIE AL PUDORE.

ARTICOLO PRIMO.

Del pudore e sue gradazioni.

CAPO PRIMO.

Esistenza e intensità del sentimento del pudore.

I.

Qualunque sia l'origine del pudore, egli è certo che questo sentimento esiste nella donna, e concorre ad accrescerne i pregi. I viaggiatori lo ritrovarono presso i popoli quasi selvaggi del mare del Sud, presso i Cafri e gli Ottentotti. L'uso che in que' paesi permette d'andare nudi, toglie agli altrui sguardi le parti sessuali, coprendole d'un velo

« conseil au particulier. Le gouverneur prit sa canne, en frappa ce ❝ bourgeois de nombre de coups, pour le conseil donné, remit cette « canne au juge, qui en fit le même usage; ensuite de quoi le sieur "Turle fut conduit dans les prisons.

"Plainte de sa part en la sénéchaussée de Poitiers. L'informa«tion envéloppa dans les procédés le gouverneur, le juge, le pro«cureur-fiscal, le greffier et un garde des eaux et forets. Decret « contre-les accusés; appel de leur part: Arrêt du 11 mars 1740, « qui fait défenses de récidiver sous peine de punition corporelle ; « interdit le juge, le procureur fiscal et le greffier de leurs fonctions « pour quatre ans ; le condamne, solidairement avec le gouverneur, «en six mille liv. de dommages-intérêts, dont moitié à la charge « du juge, le quart contre le gouverneur, et l'autre quart entre le ❝ procureur fiscal et le greffier; permet de faire imprimer, publier, « afficher l'arrêt, et condamne en outre les accusés solidairement en "tous les dépens. L'arrêt est dans Freminville, en ses principes des « Fiefs, tom. 2, pag. 129, 130 » (Traité des injures, p. 219-221).

o di foglie. Le donne di quelle contrade, allorchè non s'avvilirono colla prostituzione, danno segno di pudore come le più caste donne d'Europa; in tutti i paesi quelle che mancano di pudore sanno fingerlo.

Il rossore che comparisce sulle guancie della giovine timida e modesta, allorchè ne viene allarmato il pudore, prova l'interno turbamento dell' animo. Questo sentimento, mentre serve di difesa alla donna, fomenta nel cuor dell'uomo la lusinga di esclusivo possesso, e i piaceri fisici ingentilisce coi piaceri dell'amor proprio.

II.

Se prestiamo fede agli storici e ai medici, il dispiacere per violato pudore fu non di rado seguito da disordini nelle funzioni organiche, talora dalla manìa, talora dalla morte (1). Il suicidio di Lucrezia è troppo noto perchè si debba qui farne menzione (2).

I tratti più belli che citare si possano a lode del pudore, si trovano nella notissima storia delle giovani di Mileto e delle Bonne Cimbre (3).

(1) Foderé, Médecine legale, tom. II.

(2) La storia greca ricorda una certa Ippo, la quale, caduta elle mani impure di soldati nemici, volle piuttosto gettarsi in mare che alla loro brutalità succumbere.

La storia italiana nomina la coraggiosa Digna, donna d'Aquileja, quale, presa la sua patria da Attila, e vedendo quel barbaro inamorato di lei e vicino a farle forza, lo pregò a voler salire sopra n'alta terrazza in sua compagnia, ove tosto che fu giunta si gettò basso, gridando: Seguimi se vuoi possedermi.

In memoria insigne di bruttezza e quasi in giusto odio dell'imero romano, racconta Cicerone, che nobilissime vergini bizantine si ettarono ne' pozzi, e con morte volontaria camparono da necessaria arpitudine nel proconsolato di L. Pisone. (Bonafede, Storia del Suiidio).

(3) Le giovani di Mileto si davano a gara la morte, senza dubio in quella età in cui la natura, facendo nascere dei desiderj inuieti e vaghi, punge vivamente l'immaginazione, e l'animo sorreso da nuovi e non ben noti bisogni, sente succedere la melancoia alla giovialità e agli scherzi dell'infanzia. Nulla poteva frenare i icidj. Fu fatta una legge che condannava la prima che si ucciesse, ad essere portata nuda sulla pubblica piazza ed esposta gli sguardi di tutti. Queste giovani che affrontavano la morte, non sarono affrontare la vergogna dopo la morte, e i suicidj cessarono. Le donne Cimbre, dopo la totale disfatta de' loro mariti sotto

III.

La violazione pel pudore fu causa d'insurrezioni e di guerre. I Bretoni che avevano tollerato tutte le rapine e le avanie de' Romani, presero le armi quando costoro attenta rono al pudore delle loro vergini. Carattaco, re de' Bretoni, animando i suoi soldati alla battaglia, « chiamava a nome "i maggiori che, discacciando il dittator Cesare, avevano "liberato col lor coraggio essi dalle scuri e dai tributi, le lor mogli e figliuole dalla libidine de' Romani » (1).

Nelle stesse circostanze Boudicea, regina de' Britanni esorta i soldati « a vendicar la perduta libertà, il corpo lacero dalle percosse, il violato onor delle figliuole. La sfrenatezza romana essere giunta a tal segno, che non risparmia i corpi « nè delle vecchie nè delle incontaminate fanciulle » (2),

"

IV.

I legislatori dimostrarono di conoscere l'intensità di cui è suscettivo il sentimento del pudore

1.° Quando affidarono ad esso l'esecuzione d'alcuni regolamenti;

2.° Quando punirono con pene gravissime gli atti che l'oltraggiano.

Allorchè Zeleuco, legislatore di Locri, disse che nissuna donna vesta ricchi ornamenti nè ricami d'oro, a meno che non sia meretrice, suppose che nella donna il desiderio di comparire bella fosse men forte che il desiderio di comparire

le mura di Vercelli, all'istante d'essere sconfitte esse stesse dopo una vigorosa resistenza ne' trincieramenti ove erano rimaste, chiesero per unica grazia che si lasciasse loro l'onore e che fosse loro permesso di servire le Vestali. Il feroce Mario, loro vincitore, avendo rigettato si giusta dimanda, e pretendendo che a discrezione si rendessero, esse s'appigliarono al disperato partito d'uccidersi a vicen da, dopo d' avere massacrato i loro figli. All'orrore che inspira siffatta barbarie, involontario s'immischia un sentimento d'ammirazione per si nobile sacrifizio che preferisce la morte all'infamia.

Nel Trattato del merito e delle ricompense ho citato altri fatti che mettono in evidenza l'intensità di cui è suscettibile il pudore (Tom. I).

(1) Tacito, Ann. XII, 34.
(2) Idem, Ann. XIV, 35.

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