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İV. Stagione dell'anno. Il freddo e la minor durata della luce naturale rendono il carcere più dannoso nel verno che nell' estate; quindi per un giorno jemale di prigionia si possono contare due giorni estivi.

Per le persone che in forza della loro età sono tuttora abili alla generazione, pare che il carcere estivo debba essere più afflittivo che il carcere jemale. Non sembra_infatti interamente vera la seguente proposizione, cioè che l'uomo è pervenuto a non obbedire all'influsso delle stagioni nell'atto riproduttore della sua specie (1). E per verità, conoscendosi le epoche annuali più cariche di nascite, si conoscono le epoche più cariche di concezioni, retrocedendo nove mesi. Óra queste seconde, epoche coincidono appunto coi mesi estivi (2). Sembra quindi che l'intensità del bisogno di generare in questi mesi sia maggiore.

Dunque per un prigioniero maritato un mese estivo sarà uguale a tre mesi jemali.

V. Stato civile. Qualunque sia la stagione dell'anno, la detenzione impedisce sempre di corre gli innocenti piaceri della società conjugale: se la detenzione oltrepassa il mese, la perdita, principalmente pe' giovani, è considerabile.

Si potrà concepire un'idea di questa perdita dai seguenti fatti:

1. Allorchè il sommo pontefice Gregorio VII volle nell'undecimo secolo assoggettare il clero alla legge del celibato, molti ecclesiastici, se si presta fede alla storia, protestarono che avrebbero piuttosto abbandonato le loro rendite che le loro spose (3).

2.o Una donna in Turchia può dimandare il divorzio, se il marito non le concede una notte alla settimana. 3.o Plutarco racconta che le leggi ateniesi obbligavano i mariti a vedere tre volte al mese le loro spose, benchè sterili.

(1) Richerand, Nuovi elementi di fisiologia, tom. II, pag. 218,

trad. italiana.

(2) Nuovo Prospetto delle scienze economiche, tom. II, pag. 263. (3) Lambertus Schafnaburgensis, De Reb. Germaniae, ad annum 1074.

4. I precetti di Zoroastro ricordano al marito d'essere fedele alla sua sposa e d'adempire il dovere conjugale una volta almeno nel giro di nove giorni.

5. Nel caso di ferite gravi, e che privano il ferito della società della moglie, le leggi inglesi gli guarentiscono un'indennizzazione da richiedersi con alto particolare detto per quod consortium amisit (1): succede la stessa perdita nel caso di prigionia.

La detenzione del marito costringe anche la moglie a sacrifizj che devono essere valutati.

I piaceri conjugali sono piaceri d'affezione, e la legge deve supporli tali quando non esiste prova in contrario (2).

I prezzi d' affezione sono un multiplo del prezzo ordinario. Essendo nota la generosità dell'amore e dell' amicizia, e volendo nel tempo stesso sfuggire gli estremi, faremo i primi uguali al quintuplo del secondo (3).

(1) Blacktone, Commentaires sur les loix angloises, tom. IV, pag. 227-228.

(2) Esisterebbe prova in contrario, se, per es, il marito e la moglie vivessero volontariamente disgiunti per reciproche discordie. (3) Calunnii la natura umana chi vuole, io raccolgo volontieri i tratti che le fanno onore.

È noto che presso i popoli barbari e principalmente presso i Longobardi, il marito faceva un regalo alla nuova sposa il giorno posteriore alla prima notte del matrimonio; questo regalo che, diverso dalla dote, si chiamava Morgincap, dimostrò sovente la generosità dell'amore e la sua imprudenza. Il re longobardico Liutprando nell'ottavo secolo fu costretto a stabilire che il Morgincap non potreb. be oltrapassare la quarta parte dell'asse nel marito (Barbarorum leges, tom. 1, pag. 102, c. 1). Gli storici osservano che la legge fu spesso violata dall'amor conjugale. Siccome poi ciascun sa che non tutte le notti sono uguali, perciò soggiungo:

Mentre i popoli moderni d'Europa richieggono alla donna una dote, i popoli antichi, eccettuati forse i soli Romani, l'esigevano dal marito. Gli ebrei come gli altri popoli compravano le loro spose invece d'esserne comprati, ad allorchè mancava loro la roba o il danaro, supplivano con servigi personali. Giacobbe, poco favorito dalla fortuna, altro mezzo non ritrovò per ottenere Rachele fuorchè di servire il di lei padre, quasi suo schiavo, per anni 14, o per dire meglio 21, giacchè lo servi altri sette anni dopo il suo matrimonio.

Ho di già detto che l'affezione conjugale tra tutte le affezioni di famiglia è la più forte.

CAPO TERZO.

Basi del soddisfacimento per illegittima detenzione.

§ 1. Pareri diversi sul valore d'una giornata
di semplice prigionia.

a

1. Il regolamento francese del 22 agosto 1667, restrittivo ai marescialli, stabilisce che la prigionia di tre mesi titolo d'insulti può essere cambiata nella multa di lire tornesi 1500 da applicarsi ad un pio stabilimento, il che equivale a lire 16 circa al giorno.

2. Il codice francese del 1810 all'art. 117 relativo agli attentati contro la libertà civile, ricordando che nella determinazione del soddisfacimento devesi avere riguardo alle persone, alle circostanze, al pregiudizio sofferto, vuole che in nissun caso il soddisfacimento possa essere minore di 25 franchi per ogni giorno d'arbitraria detenzione,

3. Il progetto di codice penale dell' ex-regno d'Italia, all'art. 32, § 2, dice: « In caso d' impotenza al pagamento « si sostituisce la pena di detenzione. Questa è in ragione d'un ❝ giorno per ogni cinque lire di multa; ma non può eccedere i sei mesi ».

4. Nel caso antecedente i redatori del codice criminale del regno lombardo-veneto non hanno creduto a proposito di specificare alcuna base di calcolo, e si sono altenuti alla seguente frase ne' SS 23 e 24: Si cambierà la multa in un' adequata pena di arresto.

Quale quantità di multa debbasi considerar come uguale a determinato numero di giorni d'arresto, i commentatori nol dicono.

5. Nel progetto di codice criminale per la Baviera l'illustre Bexon, all'art. 464 del libro quinto, vuole che nel caso di ratto la donna, oltre gli altri soddisfacimenti, ottenga almeno dieci franchi per ogni giorno di libertà tolta.

6. Il dottissimo Bentham dimanda: Comment compa«rer une somme d'argent avec une somme d'emprisonnement? Combien un jour de prison acquittera-t-il une dette? "Disons qu' une journée de prison sera censée acquitter «une dette égale au revenu d'une journée.

« Le revenu d'une journée pour un ouvrier mécanique, matelot, soldat, artisan, laboureur, domestique, sera

« calculé d'après les gages des personnes de la même occu ❝pation » (1).

Secondo questo illustre scrittore, una giornata di prigionia, per un falegname, per un muratore, per un ferrajo ecc., non varrà più di tre o quattro lire di Milano!!!

§ 2. Continuazione dello stesso argomento.

Dopo d'avere esposto le altrui idee esporrò le mie. Trovare una somma pecuniaria che, giusta le regole dell' equità, compensi il danno della prigionia, senza riguardo ai lucri cessanti e danni emergenti effettivi, materiali ed esteriori alla persona.

Siccome nell'esame de' casi antecedenti, così nella discussione di questo le partite del paziente distingueremo da quelle della famiglia.

A) Partite del prigioniero.

In un prigioniero qualunque si presentano due distintissime partite :

1. Perdita dei piaceri della libertà individuale;

2.o Perdita dei piaceri sociali e principalmente di famiglia. 3. In molti casi queste due perdite sono aggravate dell'incertezza sul motivo dell'arresto o fine della prigionia.

I Partita, valore della libertà individuale.

1. Un artista resta confinato in un'officina un terzo circa della sua vita; dico un terzo circa, giacchè qualche ora di lavoro di più al giorno è compensata delle ore scevre di lavoro ne'giorni festivi.

Avuto riguardo a questa sola circostanza, il minimo valore d'una giornata di prigionia dovrebbe essere uguale non alla mercede, come pretende Bentham, ma per lo meno al triplo di essa.

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2. L'artista, benchè confinato in una officina, sente che, volendo, potrebbe uscirne e andare a diporto. Ora, allorchè

(1) Théorie des peines.

.

gli uomini hanno ottenuto un certo potere, inclinano naturalmente a restarne soddisfatti e compiacersene, quand' anche non se ne servano; l'avarizia ne è una prova: l'avaro non è felice perchè fa uso delle sue ricchezze, ma perchè può farne uso. In somma nell'artista v'è un' espropriazione volontaria di libertà, nel prigioniero un' espropriazione forzata; dunque il prezzo debb' essere maggiore nel secondo caso che nel primo, e tanto maggiore, quanto che la libertà è oggetto di speciale affezione (1).

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3. Lo stato di prigionia diminuisce l'intensità degli stessi piaceri più materiali. Il corvo ben pasciuto in gabbia

Risponde che una fava in libertade

Gli piace più che un carcere in confetto.

4.o Alla diminuzione de' piaceri più comuni unite la diminuzione della salute.

5. L'officina in cui travaglia l'artista, non lo assoggetta a quel grado di scredito che nella mente del pubblico trae seco l'idea della carcere.

Dunque il valore d'una giornata di prigionia per l'artista obbligato a lavorare per vivere, si deve fare uguale per lo meno al decuplo della rispettiva mercede (avuto riguardo. alla sola perdita della libertà individuale ).

il

Per le persone non obbligate a lavorare per vivere, valore d'una giornata di prigionia si può fare uguale per lo meno alla rendita giornaliera, giacchè, in pari circostanze, il dispiacere di restare in carcere cresce in ragione dei piaceri che le ricchezze potrebbero procurarci, e di cui la carcere ci priva (2).

:

...

(1) Montaigne dice: « Je suis si affady après la liberté, que qui ❝ me défendroit l'accès de quelque coin des Indes, j'en vivrois au❝cunement plus mal à mon ayse. Si celles (les loix) que je sers, ❝me menassent seulement le bout du doigt, je m'en irois incontinent “ en trouver des autres, où que ce fust. Toute ma petite prudence "en ces guerres civiles où nous sommes s' employe à ce, qu'elles ❝n' interrompent ma liberté d'aller et venir". (Essais, liv. III, cap. 13).

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(2) Il valore ordinario del riscatto de' prigionieri ne' secoli di mezzo era uguale ad un anno della rendita delle Lloro terre, cariche pensioni, onorarj qualunque ; ma parecchi vincitori esigevano di più e smungevano i prigionieri sino all'osso; perciò i vinti procuravano di nascondere le loro rendite e i loro onori. Ne'capitoli dell'Ordine dello

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