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Riassunto del soddisfacimento giornaliero per illegittima detenzione d'un artista, la cui mercede sia, a modo d'esempio, lire 4 al giorno.

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III. Partita del prigioniero e della famiglia nei casi d'incertezza (p. 274-275)

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110

240

lire 350

prescindendo dai lucri cessanti e danni emergenti esteriori sì alla persona del detenuto, che ai membri della famiglia (1).

(1) Per es,, la detenzione del padre può far perdere delle eventualità maritali alle figlie ec.

SEZIONE QUARTA.

INGIURIE ALL'onore.

CAPO PRIMO.

Interesse particolare della società a mantenere il credito de' cittadini.

S1. Credito commerciale.

I. Un cittadino possiede una somma di 100,000 fr.; egli intraprende un commercio nel quale guadagna il 10 per 100; il suo guadagno annuale è fr. 10,000.

Un altro cittadino, possessore d'uguale somma, seguen◄ do una carriera che non gli permette di consecrarsi al commercio, presta il suo danaro al negoziante al 6 per 100, e in questo modo si assicura una rendita di fr. 6000.

Il negoziante avendo a sua disposizione una somma di 200,000 franchi, raddoppia la sua intrapresa: egli è evidente che al 10 per 100 essa gliene deve fruttare 20,000 all'anno, sui quali, dedotti gli interessi, resta a lui il provento annuo di franchi 14,000.

Gli effetti di questa combinazione sono i seguenti:

1. Il prestatore si è formata una rendita di 6000 franchi.

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2. Il negoziante ha accresciuto di 4000 il suo provento. 3. Il suo commercio più esteso gli permette d'impiegare un maggior numero d'operaj: sono queste altrettante persone cui egli procaccia mezzi di sussistenza.

4. Occupando questi operaj il negoziante rende servizio alla società, cioè ai produttori dai quali compra le materie prime, ai consumatori ai quali vende le manifatture.

5.° L'aumento de' suoi guadagni è vantaggioso al suo paese, perchè i profitti commerciali d'una nazione risultano dai profitti individuali de' suoi commercianti.

6. Finalmente lo Stato, o per dir meglio il fisco, coglie vantaggio dall' accennata combinazione, giacchè chi dà il danaro, chi lo riceve a prestito, gli operaj che lavorano "

divenuti più ricchi, possono pagare maggiori imposte dirette o indirette (1).

Quindi il prestatore, il negoziante, i suoi operaj, i produttori, i consumatori, la nazione, il fisco, tutti hanno guadagnato nell' accennata combinazione.

Chi ha prodotto questi effetti? Il credito: senza di esso il prestatore non avrebbe dato il suo denaro, e il negoziante non avrebbe potuto impiegarlo. Ritenuta l'acqua nella primitiva sorgente, vedovo d' erbe e di fiori sarebbe rimasto il prato ch'ella irrigò. Il credito è l'anello magico che fece comparire quella ricchezza e tanti individui ne chiamò a parte.

Ciò che dico d'un negoziante, ditelo di tutti i fabbricatori e capi di stabilimenti qualunque. Scorrete per le città occupate d' arti e mestieri; esaminate le loro popolazioni che per l'addietro indolenti e vagabonde, quindi cenciose ed affamate, divenute poscia industri ed attive, abbondano d'ogni cosa bisognevole alla vita, e colle apparenze del lusso negli abiti si presentano ne' giorni festivi; interrogate i capí di queste officine, ed essi vi risponderanno che la metà dei loro fondi appartiene ad essi, l'altra metà la tolsero a prestito. L'industria ha cominciato il miracolo, il credito 'l'ha finito (2).

Si scorge quindi quale interesse abbia la società a mantenere illeso il credito de' cittadini; e perciò gli atti e ì detti che lo diminuiscono, tra i gravi delitti devono essere annoverati.

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II. Lo scredito arreca ragguardevoli danni alla società anche quando, invece di colpire i capi degli stabilimenti industri, cade sui lavoranti subalterni. Infatti un uomo i cui

(1) Vedi la mia operetta Sulle manifatture nazionali.

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(2) Negli scorsi secoli, come è noto parecchi teologi, più zelanti che perspicaci, dichiararono illecito il prestito con interesse; quindi il danaro andò a riunirsi nelle mani de' Giudei, che non erano ligj alle decisioni de' teologi; emersero da ciò inconvenienti d'ogni specie; da un lato mancarono i capitali all'industria, dall'altro crebbe l'odio contro i Giudei, il che aumentò sempre più le usure. I filosofi che dichiararono lecito il prestito con interesse, ebbero taccia di voler distruggere la religione: non sapendosi rispondere ai loro argomenti, si tentò di calunniare i desiderj. Atteso la sua facilità, molti ricorrono tuttora a questa tattica, senza accorgersi che da grau tempo è screditata.

mezzi di sussistenza si riducono alle sue braccia, è costretto a divenire o ladro o mendicante, se la calunnia, la diffidenza o lo sprezzo gli chiudono questa risorsa, oltre di lasciare talvolta nelle officine un vuoto che non si può facilmente riempire.

S2. Credito morale.

I. Un uomo screditato resta escluso dalle cariche sotto i governi saggi; quindi la società rimane priva di que' servigi ch' egli avrebbe potuto prestarle. Le cognizioni, le abilità, le virtù di cui è sommo il bisogno ne' numerosi e varj rami dell'amministrazione, non potendo essere comuni, evidente si è il danno che deve il pubblico risentire, se viene screditato chi ne è fornito. Senza acclamata riputazione non sarebbe riuscito Licurgo a dare leggi a Sparta, nè Solone ad Atene (1).

Deve dunque la legge far riguardare una buona riputazione come un bene sommo per chiunque, dal monarca sino al paesano.

II. Un cittadino cui vengono imputati delitti, non osando comparire ne' crocchj sociali, vanno perduti, per le persone che li frequentano, que' vantaggi che dal di lui fondo ideale avrebbero potuto trarre. Lo scredito chiude de' magazzini di idee e rende infruttiferi i capitali che furono necessari per riempirli. Supponete che Ermodoro fosse stato accusato in Roma di falso delitto, come per virtù reali fu espulso da Efeso; i Romani sarebbero rimasti privi di quelle cognizioni relative alle leggi ed alle usanze greche che Ermodoro insegnò loro, e colla scorta delle quali potè Roma compilare le leggi delle dodici tavole, e gli abitanti del Lazio intenderle.

III. Non è raro il caso che più persone ricusino di concorrere ad un'opera utile al pubblico, perchè dovrebbero vedere il loro nome associato a quello di altre, delle quali non suona bene la fama. All' opposto i desideri delle persone accreditate divengono eccitamento per tutti, e i progetti contraddistinti dalle loro firme trovano presto de' seguaci.

(1) Gli Efori a Sparta, sentendo un uomo dissoluto esporre al popolo un consiglio utile, gli ordinarono di tacersi, e pregarono un uomo dabbene ad attribuirsene l'invenzione e proporlo.

Sotto questo titolo fa duopo ricordare che un uomo ac creditato presentandosi ad un popolo tumultuante, riesce non di rado a sedare gli animi e a ritornare i cittadini sotto il giogo delle leggi.

IV. La riputazione d'un padre, d'un tutore, d'un amministratore, d'un funzionario pubblico influisce sul successo delle imprese ch'egli è obbligato di condurre a fine per altrui vantaggio. Egli non può dunque rinunciare alla riputazione senza rinunziare a' suoi doveri : la società che si mostrasse indifferente a vendicarne gli affronti, verrebbe a `danneggiare direttamente o indirettamente sè stessa.

V. Tra esseri sì deboli, quali sono gli uomini, che tante cose si invidiano e si disputano a vicenda, che da mille piccole rivalità mossi, vengono tosto a contesa, lo spirito di vendetta, distruttore d'ogni affezione sociale, annuncia una serie di mali indefinita. Ora, come si disse di sopra, lo spirito di vendetta si sviluppa e si rinforza, a misura che la società indifferente si mostra alle private offese, e principalmente a quelle che ledono l' onore.

Un innocente cacciato in carcere per caluonia, od altri menti molestato, diffonde tanto maggior allarme in tutto il corpo sociale, quanto che la calunnia è il più facile di tutti i delitti.

IV. La sensibilità al credito è un mezzo per far produrre alla vanità gli effetti della virtù. Alcuni, fa duopo convenirne, non possono essere virtuosi che a suon di tromba essi si mostrano disposti a fare de' sacrifizj, quando sono certi della pubblica acclamazione: ecco i vantaggi delle soscrizioni per beneficenza, rese pubbliche colla via de'giornali. Tacito ha detto: Contempta fama, contemni virtutes; esaminiamo se questa massima a solide ragioni s'appoggia.

Ben lungi che le passioni umane, abbandonate a se stese, tendano al pubblico bene, come sognarono alcuni filosofi, quali più i desiderj del loro animo consultarono che l'espeienza, esse sogliono non di rado sacrificare il pubblico bene l proprio.

si

Gli uomini, quali escono dalle mani della natura, possono somigliare ai ragni che corrono addosso a qualun. que insetto entrato ne' limiti della loro tela.

Dire con Rousseau, che l'uomo è naturalmente buono, edire che i corpi abbandonati a sè stessi salgono invece di cadere. L'amor proprio di ciascuno è una forza persomale, non una forza pubblica; è una gravitazione verso del

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