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I. Danni all' esistenza fisica.

Le persone, considerate fisicamente, vanno soggette a tutti que' danni cui van soggette le cose, cioè

1.o Alterazioni nelle qualità utili sino alla distruzione; 2.o Non-uso delle stesse; quindi

A) Alterazioni dell' esistenza fisica.

Ferite semplici.

Sfiguramento o perdita di bellezza.

Indebolimento o distruzione di qualche organo o membro.
Distruzione totale ossia omicidio.

B) Non uso dell' esistenza fisica.

Ristringimento.

Confino.

Bando.

Prigionia.

I due stati A e B vanno uniti a lunga serie d'altera zioni morali, come vedremo nella seconda parte.

II. Danni all'esistenza, morale.

B) Alterazioni al sentimento della sicurezza.

Insulti, minaccie, atti spregevoli;

Timori e perdite probabili d'interesse;

Qualunque atto contrario a legittimo desiderio, e che non abbia un carattere particolarmente distintivo.

B) Alterazioni al sentimento del pudore.

Atti disonesti sino all' ultima violenza.

C) Alterazioni al sentimento dell' onore.

1.° Scredito commerciale.

2.o Scredito civile.

D) Non-uso dell' esistenza morale.

Violazione de' diritti delle condizioni

1. Private,

2.o Pubbliche.

III. Confrontando l'esistenza fisica colla morale, si scorge che la seconda di maggiori alterazioni è suscettibile che la prima. Infatti, ed a modo d'esempio:

1.o La voglia d' offenderci nella riputazione è più frequente che la voglia d' offenderci nella vita, giacchè, nell'acquisto de' beni, più concorrenti ci si fanno incontro, quando il successo alle qualità intellettuali e morali, che quando alle qualità fisiche è dovuto.

2. Il potere d'offenderci nella riputazione è più esteso che il potere d' offenderci nella vita: anche il vile che non sa guardarci in faccia, sa e può diffamarci in tutti i circoli della città. 1

Quindi, mentre in un dato istante non si può far onta lla nostra macchina se non in un punto dello spazio, all' opposto nello stesso istante può venire offesa la nostra riputazione in mille luoghi e alle più grandi distanze.

3. È cosa arcirarissima, almeno ne' secoli moderni, che Podio violi i sepolcri e vada ad insultare i cadaveri; all' opposto non di rado la calunnia va a ricercare le sue vittime anche tra le ombre de' morti, e le strascina alla luce per Farne strazio sotto gli occhi del pubblico.

4. Riguardiamo l'argomento da altro lato.

Sono rari gli individui che vivano isolati sulla terra: quasi ogni membro della civile società si trova avvinto agli altri pe' nodi di padre, di figlio, di sposo, d' amico ecc. Ora iccome ne' corpi eletterici il fluido d'un solo passa tosto agli ltri cui è unito con fili di comunicazione, così negli individui mani il dolore degli uni nell' animo degli altri si diffonde, si riproduce in essi. La parte più amara delle nostre afizioni si è il dolore che esse cagionano alle persone che miamo (1), come la parte più deliziosa d'ogni successo si

(1) Il celebre Corradino, re di Napoli e di Sicilia, balzato trono da Carlo d'Angiò, stando sotto la manaja del carnetice, mentica sè stesso per pensare al crepacuore di sua madre: Oh mia dre, qual profondo dolore vi cagionerà la nuova della mia morte į

è il piacere che a noi per la loro allegrezza e compiacenza ritorna (1).

Prescindendo dall' affezione che unisce i membri d'ogni famiglia, l'opinione pubblica è tale, che l'onore acquistato dal padre si comunica al figlio, e il disonore del figlio sul padre si diffonde. I membri d'una famiglia, benchè disgiunti d'interesse, contrarj d' inclinazioni, restano avvinti da una sensibilità comune, cosicchè allo spregio di qualcuno d'essi l'amor proprio degli altri si risente.

Tali essendo gli effetti necessarj della sensibilità e delle morali affezioni, è chiaro che il danno cagionato ad un individuo non vuole essere considerato come isolato e solo, ma ne' rapporti sociali fa duopo seguirlo e nelle ordinarie conseguenze che suole produrre. Voi avete appiccato il fuoco ad un barile di polvere, il quale, come vedevate, era circondato da altri quattro e comunicava con essi, cosicchè alla di lui accensione dovevano accendersi pur gli altri, come s'accesero difatto: il danno che voi avete cagionato, sarà egli uguale ad uno o a cinque? Nelle famiglie composte per termine medio di cinque membri, una ferita ricevuta dal padre ferisce il cuore de' figli e della moglie: calcoleremo noi il dolore d'un solo individuo, senza riguardo a quello degli altri quattro? Dovrà la legge mostrarsi più sollecita di conservare qualche valor materiale, di quello che la felicità de' cittadini? L'unico motivo per cui la legge vieta i danni alle cose materiali, non rifondesi nel dispiacere che ne risentono le persone (2)?

(1) Epaminonda non fu oltremodo sensibile alla vittoria che consegui a Leatre, se non pel piacere che essa cagionò a' suoi parenti.

(2) Nell' infanzia delle società i sentimenti di famiglia per cui i piaceri e i dolori d'un membro a tutti gli altri divengono comuni, sogliono essere fortissimi. Presso gli antichi Germani era dovere l'addossarsi tanto le inimicizie quanto le amicizie del padre o del congiunto: suscipere tam inimicitias, seu patris, seu propinqui, quam amicitias necesse est. (Tacito, de mor. Germ., c. 21). La legge supponeva che all'offesa d'un membro della famiglia tutti gli altri si risentissero, giacchè voleva che tutti al soddisfacimento partecipassero recepit satisfactionem universa domus (Idem, ibid'). Troviamo stabiliti gli stessi usi presso i Franchi, i Longobardi, i Visi goti ecc., popoli che non anco avevano oltrepassato il primo grado della civilizzazione. Non deve quindi recare maraviglia se pria del XII secolo più leggi esclusero dall'eredità chi non concorreva a vendicare la morte dell' ucciso. « Le Duc de Sandragésile" dice Saint-Foix,

In più codici l'idea del danno è ristretta alle deteriorazioni sensibili successe nelle cose esteriori o nelle umane forme corporee, ed al non uso delle prime e delle seconde : sopra queste sole quantità, ossia sopra i soli danni effettivi, come dicono i curiali, fu calcolato il danno ed il soddisfacimento; quindi restò invendicata una serie indefinita di sensazioni contrarie al ben essere individuale, e che hanno un valor ragguardevole, giacchè ragguardevoli sforzi si fanno per liberarsene: in somma i curiali ci dissero che la legge deve impedire la lacerazione della tela non le macchie alla pittura. A norma di quella falsa, incompleta, inesattissima idea, fu delitto, a cagione d'esempio, l' uccidere con lento veleno, non fu delitto l'uccidere con rammarichi e crepacuore. I tribunali interrogarono periti per sapere se il tale veleno poteva produrre la morte: non interrogarono periti per sapere se i tali trattamenti potevano produrre lo stesso effetto. Un medico che dalle cause delle malattie volesse escludere le variazioni atmosferiche, il caldo, il freddo, l'umidità, l'elettricità, le arie infette e simili, perchè non cadono sotto gli occhi, imiterebbe l'inesattezza che i commentatori curiali nella teoria del danno introdussero.

Unico scopo di questo capo si è stato d'accennare l' estensione dell'argomento che farà l'oggetto della seconda parte.

❝ ayant été tué par quelqu'un de ses ennemis, les grands du royau❝ me citérent ses enfans qui négligeoient de venger sa mort et les "privèrent de sa succession" (Essais hist., tom 2, pag. 88).

Condannando te vendette private si può ricordare la sorgente o la sensibilità comune da cui scaturivano.

La legge Visigota voleva che, chi distruggesse un sepolcro e ru basse le vesti o gli ornamenti d'un morto,

1. Ristabilisse il sepolcro e restituisse quanto aveva tollo;

2.0 Soggiacesse a 100 colpi di sferza;

3.o Pagasse una libbra d'oro ai parenti, qual compenso al do

lore che quella violenza aveva loro cagionato (*).

(*) Leges Visigot, lib. XI, tit. 2, n. 1. Capciani, Leges Barbarorum, tom. IV, pag. 181, col. I.

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De' beni che ci accadono giornalmente, sono cause 1. Gli agenti naturali, ossia il corso ordinario e straordinario della natura;

2. L'industria, ossia l'azione fisica, intellettuale e morale dell'uomo;

3. I capitali, ossia i prodotti della natura e dell'industria conservati;

4. Il credito, ossia l'altrui confidenza nella nostra possibilità e volontà di restituire ;

5. L'altrui bontà eccitata dall'idea delle nostre perfe zioni o delle nostre sventure.

Qualunque atto, detto, ommissione, che arresta in tutto o in parte l'azione di qualcuna di queste cause o delle loro combinazioni, fa cessar un lucro.

Dunque, per provare che un lucro ha illegittimamente cessato, basterà provare che è successa illegittima diminuzione in qualcuna delle cause suddette. Chi ha dimostrato che scemò il pendio d'un canale, ha dimostrato che scemò la quantità dell' acqua trascorsa, quand' anche egli non potesse con particolari misure porre in evidenza la quantità scemata. Un negoziante vi ha convinto d'avere voi sparso menzogne che tendono a porre in dubbio la sua possibilità o volontà di restituire. Da questa sola prova risulta il suo diritto ad un'indennizzazione per lucro cessato, benchè egli non possa con speciali fatti dimostrare in quali e in quante teste le vostre menzogne abbiano diminuito o distrutta la confidenza. Vorreste voi che il proprietario d'uno stagno, il quale v'accusa d'avere diminuita la nascita de' suoi pesci, perchè la vostra pescagione cadde nell'epoca degli amori, vorreste voi, ch'egli dimostrasse quante uova si contenevano ne' pesci che voi avete distrutti, e vi ponesse sott'occhio quelli cui la vostra azione impedì di nascere?

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