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PROPRIETÀ LETTERARIA

A NORMA DELLE VIGENTI LEGGI

Stampato in Trani coi tipi della Ditta Tipografica Editrice

Vecchi e C.

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Ecco raccolti alcuni dei tanti scritti di VITTORIO IMBRIANI, che rimangono sparsi in opuscoli tirati a pochi esemplari, o in riviste e giornali divenuti quasi tutti rarissimi. Dopo la morte dell'Imbriani (1885), fu fatta una seconda edizione, con aggiunte, del suo libro più noto, le Fame usurpate (Napoli, Morano, 1888); ne furono ristampati, per cura di Felice Tocco, gli Studi danteschi (Firenze, Sansoni, 1891); un paio d'anni fa, io stesso rimisi in luce una sua fiaba tra scherzosa e satirica (Mastr' Impicca, Napoli, Morano, 1905). Ma coi restanti scritti, non più ristampati, ci sarebbe ancora da mettere insieme una serie di assai attraenti volumi; dei quali questo, che ora si offre ai lettori, può valere. come saggio.

Appunto per tale carattere di saggio, che ho voluto dare al volume, io ho cercato che in esso fossero in qualche modo rappresentate tutte le varie forme dell'attività letteraria dell'Imbriani. Accanto, dunque, ai lavori di estetica e di alta critica, e alle indagini di storia e di erudi

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zione, vi si troveranno curiosità letterarie, novelle, ghiribizzi, e versi bizzarri.

L'Imbriani aveva una certa sua vena artistica, che penetrava anche nelle sue prose filosofiche e critiche; nelle quali abbondano, come può vedersi anche in quelle della nostra raccolta, aneddoti e sfoghi e divagazioni giocose. Quando scrisse di proposito racconti e fiabe, parve ad alcuno che egli si riattaccasse alla tradizione della novellistica italiana classica; ma il vero è che l'Imbriani tendeva, per natural disposizione, a quelle forme, che erano, in un senso o nell'altro, remote o in contrasto con la moda del giorno. Voi, romanzieri e bozzettisti moderni, vi sforzate di raggiungere uno stile cosiddetto obbiettivo, procurate di essere asciutti e semplici; ed io narrerò con tono da cinquecentista e da seicentista, ornandomi e coprendomi di tutte le immaginabili frondosità. Voi vi tormentate coi problemi psicologici e sociali; ed io ripiglierò a raccontare semplici facezie, beffe e storielle grasse. Anche allorchè tratta argomenti passionali, è difficile scoprire in lui il confine tra la serietà e lo scherzo. Dal medesimo atteggiamento nacquero i suoi versi; i quali dovranno sembrare tutt'altro che belli a chi non li interpetri secondo l'indole loro, ossia non vi legga continuamente un'intenzione quasi parodistica: sono versi che, armati di tutti i sussidii della metrica, muovono all'assalto come. a negare l'essenza stessa del verso! E, per questa loro voluta e consapevole bruttezza, non si pos

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