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Ungarelli a Rosellini: Parlerà subito con

1835 8 lug. Pisa-Roma Rosellini a Ungarelli: Vaiuolo della moglie. Ricerca un Salterio copto-arabo.

A

«

11 lug. Roma-Pisa Ungarelli a Rosellini: Manda un opuscolo
di un uomo di grande ingegno [il Sebastiani], ma pieno di
errori, sulla cronologia biblica in connessione con la egizia.
14 ag. Pisa-Roma Rosellini a Ungarelli: Osservazioni sullo

scritto del Sebastiani.

« Fra pochi giorni avrò compiuto la Grammatica, che anche questa era rimasta indietro con tutte le altre cose. Ne faccio fare una copia, che manderò a Migliarini con istruzione di respingerla a voi per qualche mezzo ch'egli abbia, o che Voi possiate indicargli ». 1 sett. Roma-Pisa Ungarelli a Rosellini: «Vi sia noto che il momento in Roma è favorevole per questi studi: già Sarti (1) è finalmente risoluto di applicarvisi, e conoscendo egli il Copto, presto sarà un valente egittologo. Ho per le mani un giovane (2) pratico dell'ebraico, siriaco, arabo etc., il quale ha un genio eguale a questi suoi requisiti per intraprendere simile carriera; e non attendo che la vostra Grammatica copta per iniziarlo allo studio della letteratura Egizia secondo le mie poche forze; ma vi è questo di bene ch'egli è franco, cioè non ha altri studi che lo occupino in fuori dell'Orientalismo ». 7 sett. Pisa-Roma

Rosellini a Ungarelli: «Ho ricevuto la prima dispensa dell'opera [Monuments de l'Égypte ecc.] che fanno a Parigi in concorrenza colla mia: le tavole sono litografiche fatte non male, ma vi è una strana mescolanza di soggetti storici e religiosi, e quel ch'è peggio non vi è tavola che non abbia otto o dieci errori nei geroglifici (3). Si promettono due volumi di testo, ma non è comparso anche il primo. Ho relazioni di colà, che gli speculatori ne sono scoraggiti pel piccolissimo smercio.

(1) Sarti Emiliano (1795-1849), archeologo e coptologo,, ellenista ed epigrafista, insegnante di ebraico nella Sapienza di Roma. Cfr. Marucchi Cat. 297 e seg., Benigni, s. v. Puntoni.

(2) Il giovane « pratico dell'ebraico » sarà probabilmente Vinc. Castellini, discepolo del Lauci e dell'Ungarelli, scrittore di lingua araba nella Bibl. Vaticana, insegnante poi di lingua ebraica (od araba?) alla Sapienza e socio dell'Accademia Romana di Archeologia fra il 1850-60. Cfr. De Gubernatis Matériaux Ind. Il ms. Vat. Lat. 12942 contiene vari autografi egittologici di questo Castellini; fra cui, insieme con carte ed appunti di mano dell'Ungarelli, una breve notizia intorno a un obelisco (di Amenofi II della 19a dinastia) esistente a Londra nel castello di Alnwick, trasportato in Inghilterra da Lord Prudoe duca di Northumberland che lo ebbe in dono dal Pascià nel 1838. Questa notizia del Castellini è traduzione o rifacimento di quella pubblicata in inglese da G. Bonomi nel 1843, R. Società di Letteratura in Londra, Transactions 2 I 170-175.

(3) Cfr. Bibliogr. Rosellini no. 56.

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« Ho pronta la Grammatica copta, solo non è anche finita la copia, ma lo sarà a momenti e desidero che l'abbiate presto »>. 1835 3 nov. Roma-Pisa Ungarelli a Rosellini: Prepara un articolo per gli Annali [di scienze religiose ?] in difesa di Rosellini contro chi l'accusa di attentare alla cronologia biblica (1). Opuscolo di L. M. [contro Ros. ?]

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18 nov. Pisa-Roma Rosellini a Ungarelli: «Ho mandato a
Migliarini una copia della grammaticuzza Copta che servì l'anno
scorso ai miei scolari, che in quest'anno faranno esercizio pratico
sul N. Testamento, E a Migliarini ho scritto di mandarla a voi:
siatene inteso per offrirgliene l'occasione, capitandovi il mezzo,
e nel caso che a lui mancasse. Quando l'avrete veduta, mi direte
se vi pare che possa bastare allo scopo, cioè a render chiaro e
facilitare lo studio di una lingua, che pare a me formata con
grandissimo accorgimento. A Londra vedo essere in gran
voga lo studio delle cose Egizie; i giornali principali, l'Edinburg
e il Quarterly Review e la Literary Gazette hanno impreso a
gara a dar conto sistematicamente delle varie parti dell'opera
[i Monum.]: l'ultimo si assume ancora di riprodurre in piccolo
alcune tavole delle più interessanti, ed ha incominciato da quella
degli Ebrei che fabbricano i mattoni, molto dicendo del gran pregio
di un tal Monumento. La Società Reale Asiatica mi ha onorato
singolarmente collocandomi nel numero di certi suoi membri, che
ricevono un certo annuo onorario; e d'Inghilterra vengono spesso
nuove richieste di copie dell'opera... » (2).

2 dec. Pisa-Roma Rosellini a Ungarelli: È nominato per
motuproprio del Granduca bibliotecario dell'Università: « incarico
per me genialissimo e vantaggioso ». - Prepara le note sull'obe-
lisco del Popolo.

12 dec. Roma-Pisa

Ungarelli a Rosellini: Non può ottenere al Rosellini la chiesta autorizzazione di conceder licenze agli studenti per legger libi proibiti Dizionari copti di Peyron e di Tattam (3).

1836 5 gen. Roma-Pisa

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Ungarelli a Rosellini: propone di tradurre

in latino e stampare la « Grammatica Copta ».
10 gen. Pisa-Roma Rosellini a Ungarelli: « Debbo risposta a
due carissime vostre, e non ho potuto farlo finora alla prima,
perchè in questi giorni ho avuto ed ho un gran sopraccarico di
occupazioni. Brevemente dirò circa a quella, che non vi pigliate
più pensiero per la licenza che desiderava ottenere. Credendola
cosa non insolita, ebbi quel desiderio. Ma non ci penso più, da
che mi avete detto che non ha esempio. Trovo d'altronde giu-

(1) Ignoro se questo articolo sia stato poi scritto e pubblicato.
(2) Cfr. Ms. Rosell. Pisa 294, no: 134.

(3) Cfr. nota a n. 183.

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stissime le proposte difficoltà. Quanto poi ai decreti dell'Indice (1), pregovi a indirizzarmene copia regolarmente, cominciando da quelli del 7 luglio 1835.

« Vengo alla seconda lettera, e subito vi dichiaro che non ho punto intenzione di togliere all'uso pubblico quella grammaticuzza, e molto meno di negarla a voi che la desiderate. Ma è da avvertire una importantissima cosa, cioè, che quel metodo e chiarezza dipendente dalla giusta analisi delle radici, è tutto merito di Champollion anzichè mio.

<< Fin da quando fummo insieme per 4 mesi a Livorno sul principio del 1826, facemmo tra noi un cambio: io gli dava esercizi di ebraico, e ricevevo da lui con doppia usura l'insegnamento del copto, nel quale per l'innanzi avevo capito poco o niente. << Egli ne aveva fatto una grammatica molto ricca di esercizi ed assai ampia; dirò, forse meno chiara di quella mia, ma questa ho interamente estratta da quella e come modellatavi, perchè fin d'allora ne presi tutti gli appunti in foglietti, che lasciai poi là, finchè l'anno scorso li ridussi, per uso dei miei scolari, alla forma che vedete, seguendo interamente il metodo della Grammatica di Champollion, che deve trovarsi manoscritta tra i fogli suoi comprati dalla Bibliot, R. di Parigi. Vi ho aggiunto di mio. alcune piccolissime cose per servire alla chiarezza. Tra le altre, la notarella in principio relativa alle forme alfabetiche prese in prestito dalla scrittura egiziana geratica. Dirò di più, che sebbene io creda che questa piccola grammatica sia la migliore, e la più adatta di quante se ne hanno stampate, per introdursi alla cognizione della lingua copta; pure avrebbe potuto migliorarsi con le seguenti due qualità; la 1a dando esempi, agli articoli, d'ogni genere e numero: ai pronomi, di ogni genere, numero e persona; ai verbi, d'ogni modo, tempo etc. etc., e che tutti fossero tratti dai Sacri Libri che sono stampati. Ciò che non ebbi tempo di fare, e vi apposi solo quei pochi esempi che avevo alla mano, tratti quasi tutti dagli appunti già presi dalla Grammatica di Champollion. La 2a (che dovrebbe consistere in un'appendice), la esposizione generale del come la lingua copta corrisponda a quella dei geroglifici, in ciò che dessa esattamente si conforma alla scrittura geroglifica, e in ciò che se ne allontana: parte importantissima per gli studi presenti, e che si troverà (è vero) nella Grammatica geroglifica di Champollion, la quale sembra che presto sarà data in luce, ma che sarebbe andata benissimo insieme con la grammatica pura copta. E si potrebbe fare con brevità e chiarezza maggiore che non sarà fatto per la grammatica grande di Parigi. E questa parte defi

(1) Cioè della Congregazione dell'Indice, istituita nel 1571 per esaminare e, bisognando, condannare i libri, ordinandone l'inserzione nell'Index librorum prohibitorum (prima edizione 1559).

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nirebbe in poco tutte le questioni, e chiuderebbe la bocca in
perpetuo ai sofisti contradditori di queste nuove scoperte. Ma
per far questo lavoro, comecchè breve, ci vuol tempo; e questo è
appunto ciò che sopratutto mi manca. Ho in animo di dare questa
appendice un altr'anno a' miei scolari, e forse si potrà pubbli-
care allora che sia fatta, chè dovendola scrivere così setti-
manalmente, in foglietti così come feci l'anno scorso della gram-
matica copta, mi riuscirà fatto senza accorgemene, e senza toglier
tempo a' miei obbligati lavori.

« Dopo tutta questa dichiarazione vedete bene che io, con-
sentendo al vostro desiderio, non posso farlo che a condi-
zione che sia nella prefazione dichiarato ciò che basta a
togliermi la taccia ch'io voglia vestirmi delle altrui spoglie.
Perciò voi che volete prendervi l'amichevol pensiero di fare
questa prefazione, siete al fatto per condurla secondo la ve-
rità e la convenienza. Il frontespizio, dovendo essere in latino,
potrebbe stare così: « Elementa linguae Aegyptiacae, vulgo
Copticae, quae auditoribus suis tradebat Hippolytus Rosellini
in Pisano Athenaeo Linguarum Orientalium, Veteris Historiae
et Archeologiae Professor ». E desidererei che nella prefazione
si dicesse dall'Editore, che avendo cominciato a circolare questa
grammatica manoscritta, ed essendogli sembrato bene che fosse
data alle stampe, me ne chiese licenza; e che io, non ricusan-·
domi dal concedere questa facilità agli studiosi, imposi però la
giusta condizione che fosse detto esser questa opera piuttosto
di Champollion che mia, per le ragioni sopra dette ».
1836 15 mar, Roma-Pisa Ungarelli a Rosellini: «< Credo di avere
trovato qualche errore nella copia della « Grammatica Copta »,
cosa naturale a chi trascrive: alcuni ho corretto io con sicurezza,
altri timidamente, altri finalmente non ho ardito di toccar punto:
la cosa andrà così un poco più alla lunga; ma sat cito diremo
si sat bene. Lascio poi al vostro giudizio qualche breve aggiunta
da farsi da voi, se lo credete bene intorno al gerundio espresso
dalla preposizione л, o quell'of così frequente che mi
pare un verbo ausiliare qor, cos etc. ».

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22 mar. Pisa-Roma Rosellini a Ungarelli: « Quello che avete
ricevuto della Grammatica di Champollion è tutto quanto si è
finora pubblicato: non è la parte che più importa; ma avete già
veduto com'è preziosa. Manca però un gran capitolo che sa-
rebbe necessario a dichiarare e giustificare ogni carattere del-
l'alfabeto gl'increduli (1) grideranno, al solito, al dogmatismo, e

(1) Fra cui quel candido « Liebhaber der Wahrheit» (cfr. nota a n. 89), che si faceva in Italia pseudonimo portavoce di molti detrattori ed avversari all'interpretazione geroglifica di Champollion, tra noi e sopra tutto in Francia.

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perciò ho tenuto sempre fermo che Grammatica e Dizionario
debbono uscire dopo quell'opera che, pubblicando tutti i monu-
menti e tutti i testi, serve a dimostrare il vero senso dei carat-
teri e delle parole, Nel percorrere
percorrere questa prima parte ho
veduto che vi si debbono tare correzioni ed aggiunte, com'è
naturale; perciò una ristampa non sarà inutile, ma a suo tempo
e luogo. Disgraziatamente vi sono anche molti errori di
stampa »...

« Pende un trattato perchè Salvolini (1) venga qua e collabori con me; ne fui più voglioso per le relazioni del Peyron; ora però che ho conosciuto in che consistono i suoi lavori, ci metto meno importanza, ma la cosa potrà aver luogo, se egli vorrà essere di buona fede.

«< È già da qualche tempo presso di me il dr. Lepsius (2). È un giovane di tanto sapere da stupirne; è nei nostri studì per inclinazione e per debito, e vi ha fatto già gran cammino, Secondo che già lo consigliai, ha studiato i principali Musei d'Europa: è stato a Parigi due anni; ultimamente quattro mesi a Torino, e mi ha portato copie fedelissime di tutto quanto ne' Musei esiste: papiri, monumenti, tutto senza un iota di meno. Ebbe a sua disposizione le carte di Champollion; ed è rimasto sorpreso a vedere le mie, specialmente il dizionario. Lavora nel mio studio per otto o dieci ore continue ogni giorno: questi sarà un altro egittologo di gran potenza ».

1836 26 apr. Pisa-Roma Rosellini a Ungarelli: « M'immagino già che dalla prima parte della Grammatica di Champollion avrete veduto col fatto ciò che io più volte vi ho detto di quello stupendo lavoro. Pure poteva farlo meglio, se avesse avuto più facoltà di occuparsene, e vita men breve! È doloroso il vedere contaminato un sì bel libro da tanti errori d'impressione, che possono far grande imbarazzo ai principianti. — Il dr. Lepsius verrà a trovarvi e parlerà molto volentieri con voi di geroglifici, ne' quali ha fatto gran cammino. Ha copiato tutto il mio Dizionario, e l'abbiamo accresciuto molto insieme sopra le molte copie di mss. ch'egli ha seco. È giovane di straordinaria dot

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trina e di cuore eccellente ».

14 mag. Roma-Pisa Ungarelli a Rosellini: « Molto contento sono stato del dr. Lepsius; altro che avvanzato! mi

(1) Che fine sortissero codeste trattative, e qual piega prendessero i rapporti fra Rosellini e Salvolini, è detto nell'Appendice delle Lettere di I. Rosellini a C. Gazzera, da me pubblicate in Aegyptus 1925.

(2) Su Carlo Riccardo Lepsius (1810-1884) e sulla grande ala che questo insigne egittologo tedesco stese sul campo della Egittologia, mietendovi ampiamente e lungamente la messe seminata e solo vista spuntare da Champollion e Rosellini nella loro corta travagliata esistenza, vedi Pratt 15, e il mio volume sul Diario del Rosellini, nell'Introduzione.

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