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Vangare. Vanghià

|Accovonare. Accatastà li fasce Una vangata. Cuorpo de vanga La bica, il pignone. Cavallo Il giogo. Iugo

Abbicare. Accavallà Aggiogare i buoi. Mettere li Il fascio. Fascio

vuoie sott' a lo iugo Affasciare-inare. Fare li fasce Il bifolco 18. Biforco

Il badile 27. Specie de zappa Pungolo 19. Spuntone

Affossare. Sfossecà Pangolare i buoi. Spuntonà Concimare il terreno. AlloArare la terra. Arà, lavurà tammà L'aratro, aratolo. Aratro Piantare. Chiantà L'aratore. Aratore

Il piantatoio 28. Chiantarulo Il solco. Surco

Sterrare. Scavà lo terreno Solcare. Surcà

Le frane *9. Spaccature L'acquaio 20. Surco de l’aqua Franare-arsi. Spaccarse L'acquaiuolo 21. Acquaiuolo La formella 30. Pertuso pe chianAdacquare, annaffiare, innaffia- arbore

re, irrigare". Aracquà Rincalzare. Cauzà L'annaffiatoio, innaffiatoio. A-Scalzare. Scauzà racquaturo

Lo spauracchio 34. ScioccauL'erpice 23. Rastiello

cielle Erpicare. Rastellà

Cogliere. Cogliere La siepe. Sepa

La brocca. Canna pe cogliere Assiepare. Assepà

L'alidore. Sécceta Mietere. Metere

Alidire. Venà la sécceta Il mietitore. Metetore

Luogo a caldío, a so'a io. Luoco La mietitura. Metetura

che guarda mieziuorno La falce da mietere. Faucia Luogo a bacío. Luoco che guarRaccogliere, ricogliere. Fare da settentrione la raccoveta

Potare gli alberi. Putà La raccolta, il ricolto, raccolto; La potatura. Putatura

la messe 24. Raccoveta Il potatoio. Putaturo Spigolare 25. Specolià Il segolo, pennato 32. Roncillo La trebbia. Scogna

L'innesto. Nzicrto
Il coreggiato 26 Vavillo Innestare. Nzertà
Trebbiare, battere il grano L'innestagione. Lo nzertà
Scognà lo grano

La propaggine 33: Calaturo
Gli steli delle spighe. Stucchie Propagginare. Calà nterra
Il vaglio; crivello. Crivo La propagginazione. Calatura
Vagliare il grano. Cernere Il sarchiello, la ronca. Zap-
Il mulino, molino. Mulino piello
La macina, mola. Mola Sarchiare, arroncare. Zuppà
Macinare il grano. Macenà Fendere, spaccare le legna.
La mulenda. Pava a lu mule- Spaccà le llegna
naro

La scure, l'accetta. Accetta Un manipolo. Vranca de spi- Il cuneo, la zeppa. Zeppa

La selva, il bosco 34. Vuosco, Il covone. Fascio de spiche sérva

che de grano

45

ܕ

Selva, bosco ceduo. Vuosco che Il basto. Mmasto

se taglia ogne tanto Il mulattiere-ero. Mulattiere Il boscaiuolo. Buscaiuolo Il bardotto 44. Somarro de lo Diboscare. Sbuscà

Il baroccio, biroccio. Carriola La vendemmia. Vennegna Bestiame grosso. Vacche, vuoVendemmiare. Vennegnà ie, ec. Il vendemmiatore. Vennegna

minuto. Crape, pecore ec. tore

La greggia , il o la gregge Il mosto; presmone 35. Musto

Mandra de pecore, crape Ammostare, pigiare le uve. Sca. L'armento 46. Mmorra de vuoie, mazz à

cavalle ec. L'ammostatoio. Strumento pe La mandra, mandria". Mandra scamazzà l'uva

La guidaiuola 48. Manzo che va La bigoncia 36. Cupiello

nnanze Il tino 37. Tina

Il cozzo. Tuzzata
Fermentare, bollire. Vollere Cozzare. Tuzzà
Svinare. Trafecà lo vino La pastura. Lo ppascere
La pampanata 38. Stufa de le La pastorizia. Pasturizia
votte

Pascere, pascolare. Pascere
Saggio, saggiuolo 39. Mosta Pasturare le pecore ec. Portà
Lo strettoio. Suppressa a pascere
Il fattoio 40. Trappito

La ferrana 49. Erve pe pascere Il fattoiano". Trappetaro

Il truogolo. Teniello Il frantoio 42. Machina Aderbare. Pascere co l'erve La panaccia “3. Cose pe conservà Mugnere, mungere capre, vaclo vino

che ec. Spremmere lo latte La soma, salma. Sarma Tosare. Tusà Someggiare. Portà a sarme La tosatura. Tosa

SCHIARIMENTI

1. Campo, spazio di terra da sementa, per lo più piano e all'aperto.

2-4. Campagna, paese aperto e coltivato fuori di terre murate. - Campagnata ė vasta estensione di campi.--Scampagnata , spasso che si piglia un giorno andando in campagna.

5. Prato, campo per produrre erbe da pascolare e da fieno. 6-8. Agricoltore, chiunque coltiva i campi. — Coltivatore, voce generica.Colono, lavoratore di campi dipendente da un padrone, che serve ad anno con patti determinati.

9. Cascina, luogo dove si tengono , e dove pasturano le vacche per fare il burro e il cacio del loro latte.

10. Caglio, materia acida, che si ricava dalle piante e dagli animali, e con cui si fa cagliare il latte. Il caglio degli animali, quando è seccato e salato, si chiama Presame.

11. Pagliaio , gran massa di paglia a guisa di cupola, nel mezzo sorretta da un palo grosso e lungo detto lo Stollo.

12. Podere è campo coltivato con casa, d'ordinario , per villico coltivatore. Villa, possessione con casa da abitarvi i padroni, e La casa stessa di campagua, e talora il contado.

13-14. Giardino, luogo ciuto per lo più di muro, in cui crescono in bell'ordine fiori, alberi. - Orto è campo chiuso da muro o siepe, nel quale si col

terra arata.

tivano erbe mangerecce e piante da frutto: l'orto è più ad utile; il giardino, a diletto generalmente.

15. Aia, spazio di terra per lo più dinanzi alle case de contadini, rassodato, accomodato e spianato per battervi il grano e le biade.

16. Mazzeranga, strumento da assodar la terra, percuotendola.

17. Vivaio, luogo dove si pongono piantoncelli di alberi per allevarsi. Semenzaio, luogo dove si seminano pianticelle da trapiantarsi altrove. 18. Bifolco, quegli che ara e lavora il terreno coi buoi.

19. Pungolo, bastone con punta all'un de' capi, da pungere i buoi onde fargli affrettare.

20. Acquaio, solco attraverso ai campi per ricevere le acque. 21. Acquaiuolo, colui che dà l'acqua ai prati.

22. Adacquare , ec. L'adacquare dei campi i Toscani dicono Annaffiare. Annaffiasi gettando l'acqua con annaffiatoio: ma anche la pioggia annaffia il terreno.- Irrigasi facendo correre l'acqua a rivi e in canali,

23. Erpice, strumento con denti di legno o di ferro per appianare e tritare la 24. Raccolta è l'atto del raccogliere, il Raccolto sono le cose raccolte. Messe anco nel campo, anco in erba; raccolta dopo la mietitura: abbiamo bella messe, avremo buona raccolta. Si raccoglie da terra, si coglie dall'albero.

25. Spigolare, raccogliere le spighe lasciate ne' campi già mietuti. Es. Ruth andò a spigolare ne' campi del ricco Booz.

26. Coreggiato, strumento villereccio, fatto di due bastoni, uno più lungo detto manfanile, altro più corto chiamato vetta, legati insieme con gombina o coreggia, per uso di battere il grano e le biade.

27. Badile, strumento di ferro con manico di legno, simile alla pala per cavar fossati o simili.

28. Piantatoio, cavicchio, legnetto appuntato, per piantare.
29. Frane, spaccature prodotte dai scoscendimenti di montagne.
30. Formella, buca che si fa in terra per piantarvi alberi.

31. Spauracchio, panni laceri, che s'infilano ad un palo o fantoccio di paglia con panni addosso, che si pone ne' campi, affinchè gli uccelli se ne spaventino dall'andarvi a beccar la sementa.

32. Segolo, strumento adunco e tagliente per potar viti ec.

33 Propaggine, ramo della pianta piegato e coricato sotterra, acciocchè anch'egli per se stesso divenga pianta. 34. La Selva è d'ordinario più grande, più folta, men culta.

- Il Bosco può avere alberi grandi e piccoli e macchie.

35. Mosto, sugo tratto dall'uva pigiata e che non ha ancor bollito; Presmone è il mosto colante dall’uve prima di pigiarle.

36. Bigoncia, vaso di legno senza coperchio, composto di doghe, e si usa principalmente per someggiare l'uva premutavi.

37. Tino, vaso grande di legname, aperto di sopra , ove si pigiano le uve per fare il vino.

38. Pampanata, stufa che con pampani e cenere si fa alle botti per purgarle da cattivi odori.

39. Saggiuolo, fiaschetto in cui si porta vino per farlo saggiare.

40-41. Fattoio, stanza dove si fa l'olio: il capo del fattoio chiamasi il Fattoiano.

42. Frantoio, macchina con cui si acciaccano le ulive.

43. Panaccia, sorta di confezione per conservare il vino, ed è formata di aloè, incenso, cassia, spiganardi, mirra ec.

44. Bardotto, bestia che mena il mulattiere per uso di sua persona.

45-47. Greggia , quantità di bestiame minuto, adunato e pasciuto insieme. Armento, branco d'animali grossi domestici.- Mandra , dicesi dell'armento e del gregge; ma è più numerosa di ambedue.

48. Guidaiuola, quella bestia di branco, che guida le altre.

49. Ferrana, mescuglio di alcune biade seminate per mietersi in erba e pasturarne il bestiame.

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XXV.-Il Commercio, e ciò che ad esso appartiene.

Babbo, oggi che la sta di buon umore voglio aprirle una passione tante volte repressa con molto fisico e morale discapito. Che vuol da me? Studiare il Latino, il Greco , le Antichità, le Scienze naturali, e simili belle cose, non è fatto per me: io sentomi irresistibilmente chiamato al Commercio.

Cosi dicea Alberto al padre; e questi a lui :

– Io l'avea già divinato; ma pensaci bene, anche questo esige molti studii e molta pratica ; e, per farti contento, voglio dartene qualche preliminare cognizione.

Il Commercio è ambio di cose necessarie, comode e piacevoli, esercitato fra gli uomini e le nazioni : esso fu l'opera della necessità di sodisfare ai propri bisogni.

Scopo del commercio è il guadagno, il quale procura una vita comoda non solo ai privati, ma alle intere nazioni.

Basi del commercio sono l'uomo e ciò che egli produce.

Come lo stato naturale dell'uomo è l'essere socievole; cosi vivendo egli in pace cogli altri, non può con loro non avere libero il commercio.

Il commercio è antico quanto il mondo. È probabile che Abele pastore avrà date delle carni, delle pelli, del latte di sue pecore a Caino suo fratello agricoltore; e questi gli avrà dati in cambio i frutti del suo campo; e ciò che dicesi delle produzioni fisiche, può anche affermarsi delle morali.

Crescendo la civiltà e il progresso nelle scienze e nelle arti, cresce il bisogno di espandere il commercio.

Il cambio delle cose, fin quasi dai primi tempi del mondo, si giovò della moneta merce universale ; e questo cambio, per l'avanzarsi delle cognizioni e dei bisogni , cominciato da uomo ad uomo, da famiglia a famiglia, si effettuò fra popolo e popolo.

Ci ebbe uomini arditi, che si recarono in lidi lontanissimi per acquistare merci sconosciute e rivenderle altrove con inmensi guadagni. Questi dettero origine al commercio esterno cioè a quel

lo d'importazione, per cui le merci da altro paese vengono al nostro; e a quello d'esportazione, per mezzo del quale dal nostro paese passano ad altro.

Un paese è tanto più ricco , quanto più prodotti esporta della sua industria ; se poi la esportazione consistes se in prodotti naturali e greggi, ciò vorrebbe dire che l'industria paesana è

povera. Pare a taluni che i Fenici e gli Egizi sieno stati i primi a coltivare il commercio esterno, e ad esercitarlo nel Mediterraneo. Ma è più vero che gl' Ismaeliti, che erano Arabi e già esistevano ai tempi di Giacobbe, precedessero i Fenici.

I Romani e i Greci non si dettero al commercio; ma i primi colle leggi, coi porti di mare, fecero del bene al commercio.

Il propagarsi del Cristianesimo, che affratellava coll’amore tutt' i popoli, l'arte nautica, che si giovava della bussola e del vapore per unire fra loro i mari ed i fiumi, estesero vie più il commercio.

I Veneti furono i primi ad istituire il commercio in Italia: quante merci pervenivano ad Aleppo e ad Alessandria dalla Grecia, dal mar Nero, dall' Asia minore, dall'Arcipelago, dalla Siria, dall'Africa, dall'Oriente, dal mar Rosso, vi erano trasportate su navigli veneziani, ed erano distribuite alle nazioni europee. L'esempio di Venezia eccito Genova, Amalfi, Pisa, Firenze, ed altre città italiane a darsi al commercio.

Ma non può dirsi abbastanza di quanto vantaggio sieno riuscite ad esso le Crociate, le quali introdussero in Europa i prodotti e le agiatezze orientali, e apersero cento altre vie.

Il commercio è una gran forza politica. Napoleone I. coi formidabili suoi eserciti fu vinto dalla potente commerciale l’Inghilterra: la banca di Londra, più che le baionette degli alleati, valse a condurre a S. Elena quel valoroso.

Ciò premesso, caro Alberto, ora dovrei parlarti delle mercanzie che sono la materia del commercio, e poi dei mezzi di cambio, del denaro, della carta moneta, del traffico delle mercanzie, del cambio, della compera e suoi diversi modi, del credito e come ottengasi, della vendita e del baratto. Poscia dovrei discorrere del banco, del banco di cedole, del banco giro, del banco di prestito, dei mercati e delle fiere, del diritto di deposito, scarico e peso; delle stadere pubbliche e loro vantaggi, degl' incanti pubblici, dei sensali e mediatori di merci, della posta delle lettere, del telegrafo e del telefono, dei trattati di commercio, delle dogane e loro destinazione, e cose simili.

Ma bisognerebbero molte giornate : per adesso ti regalo questo libro dal quale imparerai molto : La Scienza del Commercio del consigliere Ignazio Sonleither.

Si si, caro babbo, lo leggerò con tutto il piacere.

Il bottegaio, l'avventore '. AC-Snocciolare danari, pagar dacunto de puteca

nari in contanti. Pavă denaLa compera, compra. Accatteto ro cuntante Comperare, comprare. Accattà Stiracchiare, tirare il prezzo Il compratore. Cumpratore Stiracchià Pagare. Pavà

Il ribasso, lo sbasso. Ribbasso

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