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Leopardi , senza però lasciare lo studio del Greco e del Latino, dal quale potremo trarre nuove ricchezze; ma nei classici non si trova tutto l'erario della loquela, vivente ancora sulle labbra del popolo toscano, che l'ha fondata o ampliata. La lingua comune, popolana, famigliare, naturale, che serve ad esprimere i pensieri comuni a tutti gli uomini, si vuol pigliare da quei soli luoghi bagnati dall'Arno, ove son vivi e freschissimi i modi puri, gentili, leggiadri, i proverbi, e tutto il corredo dello stile casalingo.

La parte poi del linguaggio, che si riferisce al pensiero scientifico, è universale nelle classi colte di tutta la penisola, e corre per tutte le città italiane, benchè in niuna riposi.

Ma, e perché dovrà gran pezza aspettarsi che il fanciullo acquisti famigliarità coi buoni scrittori e stia nella condizione di andare a respirare le aure profumate della città dei fiori? Non potrebbe egli in modo preparatorio, e più spiccio gustare in parte le prime nozioni del nostro gentile idioma ?

Ecco dunque il pensiero che ruminarono in mente i dotti Italiani, ecco il fine che indusse il Ministero confortato dal Manzoni, dal Fanfani, dal Lambruschini e da altri, a porre fra i Programmi delle Scuole elementari l'insegnamento pratico della lingua, la NOMEN

CLATURA.

Fra quelli che presentirono la necessità di tale insegnamento fum-mo anche noi, che fin dal 1856 lo facevamo nelle scuole a viva voce. Soltanto due lustri dopo potemmo incarnare il nostro disegno con la stampa, ed ora siamo lieti di offrire ai giovanetti la quinta edizione della Nomenclatura. Abbiam posta ogni cura, affinchè ogni voce ed ogni modo trovi il riscontro e la facilità in quella del nostro dialetto, abbiam rese più complete al pensiero certe categorie; abbiamo dove abbreviato, dove svolto qualche schiarimento con l'aiuto dei sinonimi e dell'etimologia, secondo il bisogno.

Quello poi, in cui abbiamo riposto una cura speciale, è stato di educare i giovani alla derivazione delle parole, la quale è il principal tesoro della lingua: dessa è quella scienza che, movendo da una radice e innestandola a varie cadenze, sa svolgere una voce e figliarne infinite altre parole. Cosi ordinata la nostra Nomenclatura , secondo l'organismo e la successione della voce, non sarà mica una accozzaglia di parole e di modi, ma la scienza logica di esse. In tal modo il fanciullo imparerà praticamente i temi e le radici delle voci nazionali, quasi come nelle scuole classiche s'apprende ora il Greco e il Latino; e anzi che tediarsi nel mandare a memoria delle lunghe filze di voci, avrà il piacere di sapere egli stesso da una prima derivare altre parole, conosciuto il significato della cadenza, comprendere il valore di altre parole di simile desinenza; egli, a dir corto, imparerà a ragionar sulla lingua.

Queste avvertenze si vedeano in fronte alla 5° edizione; ed ora possiamo affermare di aver mandata innanzi quest'altra con tutta la

'buona volontà, a seconda della buona logica e dei modificati Programmi scolastici.

Persuaso che la parola ha la sua vita nel discorso, come ciascun membro nel corpo, abbiamo premesso a ciascuna categoria delle avvertenze e cognizioni, talora in forma espositiva, tal altra in forma dialogica. In questo modo si è avuto eziandio l’agio'a mettere sotto gli occhi dei studiosi molte cognizioni di ti, scienze naturali, conimercio, storia patria, agricoltura, scoperte, invenzioni, e simili.

E in ciò siamo quasi d'accordo col Fanfani, il quale, nella Casa da vendere, dichiarava che « come a volere imparare una disciplina non basta il vederla solo composta per le sue parti, ma bisogna pur vederla qual è composta nel suo tutto; e soggiungeva: «ad ottener buoni effetti in questa materia, bisogna far libri che abbiano tutte e due queste qualità, che sieno vo' dire scrittura distesa e vocabolario ad un'ora, e dieno occasione ai giovani di esercitarvisi non solo con profitto, ma con diletto altresi ».

Ciò va detto per rispondere eziandio a coloro i quali credono che Ja prima parte dell'ottimo Manuale di Scuola preparatoria dell'insigne Vitale Rosi e il Nuovo Rosi del Zulli sieno libri da scolari. Ma ora la maggior parte dei trattatisti di Pedagogia ritiene che libri di tal fatta, scritti con metodo analitico, servono di aiuto al professore per ispiegare il libro di testo che ha per base la sintesi, unica scorciatoia alla memoria. Allo

scopo di giovare e dilettare abbiamo anche illustrata questa edizione di utili incisioni eseguite dall'ottimo artista Borricelli; e se la mole del volume lo comporterà, daremo un indice di temi per componimenti a migliore applicazione delle cose precedenti.

Speriamo che queste cure pazienti ci valgano a meritare compatimento e simpatia anche maggiore appo gl'Insegnanti; e che questo libro insieme con altri possa scuoterci dall'inerzia per nulla decorosa, che obbliga Napoli ad accattar libri scolastici da altri paesi.

LIBRI dei quali si è fatto più speciale uso

nel compilare quest'operetta

ALUNNO FRANCESCO. La fabbrica del mondo. Venezia 1581. APORTI FERRANTE. Metodo per adoperare fruttuosamente abbecedario e sillabario ad uso dell'infanzia, e definizione delle parole in esse contenute. Roma 1847.

ARRIVABENE GAETANO. Dizionario domestico sistematico. Brescia 1809. Azzocchi Mons. TOMMASO. Vocabolario domestico della lingua italiana, 2a ediz. Roma 1846.

BARBIERI MASSIMILIANO. Nomenclatura italiana. Bologna 1866.

BRESCIANI P. Antonio. Saggio di alcune voci toscane d’arti e mestieri e cose domestiche. Milano 1868.

IDEM. Altre opere. Roma 1860.

BUONO (DEL) FRANCESCO. Le prime letture de' fanciulli con un breve vocabolario domestico proprio per la loro età. Napoli 1859.

IDEM. Vocabolario di voci e maniere erronee. Napoli 1845.

CARENA GIACINTO. Prontuario di vocaboli attenenti a cose domestiche e altre di uso comune per saggio di un vocabolario domestico - Parte II, Vocabolario d'arti e mestieri Parte III postuma , Vocabolario dei veicoli su terra, e dei veicoli su acqua, e frammenti relativi ai vocaboli mercantili, alla zecca e al cavalcare. Torino 1860.

Facciolatı GIACOMO. Ortografia moderna italiana, con la giunta di un Vocabolario domestico. Padova 1772.

Fanfani Pietro. Vocabolario della lingua italiana per uso delle scuole, 24. ediz. accresciuta più che di un terzo, e quasi tutta rifatta. Firenze 1865.

Idem. Vocabolario dell'uso toscano Una casa fiorentina da vendere con un. racconto morale e un esercizio lessicografico - Antologia toscana per uso delle scuole italiane. - Fanfani, Gelli e Vescovi, La unità della lingua, ec.

FRANCESCHI ERRico. Dialoghi di lingua parlata. Torino 1880.
GARGANO GIUSEPPE. Vocabolario domestico napoletano ital. Napoli 1841.
GHERARDINI GIOVANNI. Lessigrafia italiana. Milano 1843.

Giuliani GJAMBATTISTA. Sul vivente linguaggio della Toscana , lettere. Firenze 1865.

Giusti GIUSEPPE. Proverbi ed Epistolario. Firenze 1853.
GRASSI GIUSEPPE. Saggio intorno ai sinonimi. Firenze 1832.
LAMBRUSCHINI RAFFAELE. Letture pei fanciulli. Milano 1837.

MELE Carlo. Saggio di Nomenclatura familiare col frequente riscontro delle voci napolitane alle italiane. Napoli 1827.

Melga Michele. Tavole di Nomenclatura. Napoli 1868.

Neri LORENZO. La famiglia Bolognani, esercizio di lettere familiari e di lettura pe' giovanetti. Firenze 1861.

PALMA STEFANO. Vocabolario di agricoltura e pastorizia, che fa seguito a quello del Carena. Milano 1870.

Puoti Basilio. Vocabolario domestico napoletano e toscano. Napoli 1847.

Ricci Mauro (delle scuole pie). L'allegra Filologia di Frate Possidonio da Peretola. Firenze 1861.

Rodinò LEOPOLDO. Repertorio per la lingua italiana di voci non buone o male adoperate. Napoli 1866.

TARANTO FR.° e Guacci C.° Vocabolario domestico italiano ad uso de' giovani, ordinato per categorie. Napoli 1856.

TAVERNA. Operette diverse. Milano 1844.

Tommaseo Niccolò. Nuovo dizionario de' sinonimi della lingua italiana. MiJano 1872. - Esempi di generosità. Milano 1868.

TAOUAR. Letture graduali, ecc. Firenze 1856.
Ugolini FILIPPO. Vocabolario di parole e modi errati, ecc. Firenze 1855.
VALLEGIANI DONATO. Compendio di nomenclatura. Asti 1865.
Viani. Dizionario de' pretesi francesismi. Napoli 1858.

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Era un bel mattino d' ottobre, e Lorenzino svagavasi per la campagna, qui correndo appresso a variopinte farfalle, là piluccando un grappolo d'uva matura, altrove conversando con qualche allegro contadinello. Quando fu il tempo del desinare, il padre gli disse : Figliuol mio, divertiti quanto vuoi in questi ultimi giorni, perchè fra poco ritorneremo in città, e allora farà d'uopo frequentar la Scuola (V. fig. in questa pagina).

-Oh! questo, mio babbo, rincresce: lasciar la mamma, le sorelle, i fratelli, di buon mattino, e andarmi a chiudere per cinque ore in una stanza !... E poi quale ne sarebbe il vantaggio?

—La Scuola è il luogo dove s'impara ciò che fecero i nostri padri per raggiungere la perfezione in un'arte, in un mestiere, in una scienza; è qui che si fa tesoro di tutte le regole trovate, di tutte le invenzioni fatte dagli antichi savii; è qui che, spianata la via alle prime difficoltà, può il giovine andare innanzi nella cognizione del vero, del bello e del buono.

Qui unite le teoriche alla pratica, la discussione ai principii, si progredisce senza meno.

Se il giovinetto dovesse far da sè ad imparare, senza la guida di colui che sgobbava notte e di sui libri, ed ha l'esperienza di molti anni, oh dopo quanto tempo, e quanto pochi, riuscirebbero nelle loro imprese !

Ciò intravide un povero fanciullo, il Muratori, e dalla finestra di una stanza terrena stava con religioso silenzio ad ascoltare la le. zione d'un maestro elementare; e col tempo divenne uno de' primi storici italiani. Giannetto Cimabue aveva una magnifica disposizio. ne per la pittura: quello scarabocchiar dovunque figure, mentre facea dolere suo padre, che sperava farne un letterato, mostrava appunto la sua vocazione potente. Ma potè divenire un artista allora soltanto che i pittori greci, i quali stavano a dipingere in S. Maria Novella, conosciuto il suo genio, l'ammisero alla Scuola.

E per fermo, Angiolotto sarebbe restato un incolto pastorello, colla sola inclinazione di ritrarre sulla pietra qualche sua pecorella, se non avesse ceduto all'invito di Cimabue, di venire alla sua Scuola. Giotto, dico, neppure per sogno prevedea che il suo genio coltivato bene avrebbe innalzato quel campanile meraviglioso ed avrebbe superato il maestro; ch'egli sarebbe quel desso che in mezzo ad Arnolfo e a Brunelleschi avrebbe arricchita la patria di tanta gloria; egli l'amico prediletto di Dante Alighieri e di Francesco Petrarca, il maestro della scuola fiorentina, chiamato dai popoli e dai re d'Italia a fregiare i templi e le reggie col suo pennello.

Ecco dunque, caro Lorenzino, dichiarata l'utilità della Scuola.

E qui tralascio dirti che la Francia con lo stabilimento d'una scuola d'arti e mestieri ha potuto dare si considerevole sviluppo alla filatura de cotoni; mi passo anche di ricordare che Giacomo Watt, l'inventore della macchina a vapore, per avere operai capaci, fondava una Scuola preparatoria a Soho, sobborgo di Birmin. gham, e quella dava alla patria tanti e tanti macchinisti che l'han. no arricchita; ed era il precursore della locomotiva, inventata poscia da Giorgio Stephenson.

- Questi argomenti mi persuadono; andrò dunque con piacere alla Scuola; e vorró, con l'aiuto del cielo, riuscire un eccellente pittore o un esimio letterato,

La scuola !. nap. Scola Il lume. Lume - privata - partecolare I viticci del lume 12. Sustegne

pubblica prubbeca Lume a due, tre ec. viticci. Lu

municipale - munecepale me a duie, tre ec. sustegne - governativa - cuvernativa La scrivania. Screvania diurna de juorno

Le cassette 13. Teratore - serale – de sera

La sedia a bracciuoli 14. PulIl ginnasio ? Ginnasio drona pe lo maesto Il liceo 3. Liceo

La predella 15. Appoiapiede La palestra 4. Scola de ginna- L'inchiostro 16. Gnostia steca

nero nera L'istituto, l'instituto 5. Isti- rosso rossa tuto

ceruleo blu Il collegio 6. Culleggio La carta. Carta Il convitto. Cunvitto

sugante - Zucosa L'educatorio ? Educandato Il calamaio. Calamaro L'università, l'atenéo 8. Univer- a guazzo - senza spogna zità

a stoppaccio--co la spogna. Il seminario 9 Semmenario Pigiare lo stoppaccio. Ngasà L'asilo infantile. Asilo nfantile

Il fusellino 18. Sprucculillo pe Il cappellinaio 10. Appienna

la spogna cappielle

La polvere. Arena Il crocefisso, crocifisso. Cru- Il polverino "9. Arenarulo gefisso

Il coperchino. Cupirchiello Il ritratto del Re

Il vasetto da ostie. Ostiario I banchi; le panche 11. Scannel Il pennaiuolo 20. Pennarulo

17

la spogna

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