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» Il sig. d'Hcran ha nel suo librò discorso della storia, della geografia, dello stato dell'amministrazione civile e militare, del commercio, del culto, e d'ogni maniera di notizie statistiche relative al Ducato di Savoja. Il suo lavoro è coscienzioso, e ricco di fatti rimasti sinora conosciuti, Nell'ultimo capitolo della sua opera ci svela tutte le ricchezze che racchiude questo bel paese, l'ubertà del suolo, l'idoneità industriale degli abitanti, e la copia del suo commercio. Chiarezza, eleganza ed imparzialità spiccano in questo bel lavoro. »

III.

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* Introduction, etc. Introduzione allo studio dell' economia politica di Nestore Urbain. Parigi, 1833. Un volume in-8.o, presso Bossange, (Prezzo 5 franchi ).

Il sig. Nestore Urbain ha divisato in quest'opera di far scendere la politica economia dalle astrattezze dottrinali, per compendiarla in pratiei aforismi. I giornali francesi ci dicono che l'Autore ha saputo riuscire in questo suo divisamento; ma noi in fatto di studj economici diffidiamo sem. pre dei giudizj, pronunciati dai giornali di Francia. Ci riserviamo quindi a parlare di quest? opera, appena avremo avuto agio di esaminarla.

IV.

* Correspondance d'Orient, etc. Corrispondenza d'Oriente dal 1830 al 1831, di Michaud, dell' Accademia francese, Parigi, 1833. Volume primo in-8.o; presso Ducollet.

Noi abbiamo già dato alcun saggio in questi Annali delle dotte lettere scritte dall' illustre Michaud, durante il suo viaggio in Orjente, Appena ci perverrà il volume della sua corrispondenza, ne offriremo gli squarci più interessanti nella sezione delle Memorie

V. Steches of Greece, etc. Schizzi della Grecia e della Turchia, con alcune considerazioni intorno allo stato attuale e futuro dell'Impero Ottomano, Londra, 1833. Un vol. in-8.° presso Ridgway,

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L'Autore di questo libro cominciò il suo viaggio in Grecia ed in Turchia nei primi mesi dell'anno 1832: le sue osservazioni sono nuove e giudiziose.

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Memorie originali, Dissertazioni
ed Analisi d'Opere.

OSSERVAZIONI

INTORNO A2 PRINCIPïì sui quali debbONO ESSERE FONDATE
LE LEGGI FORESTALI.

Torino, tipografia di G. Pomba, 1833. In-8.o, p. 54.

Ques

uest' opuscolo è una prova, che anche in Piemonte gli stu diosi dell' economia si staccano dalla contemplazione isolata di interessi parziali per salire a quello di uno stato normale conforme alle leggi naturali, e necessarie della socialità. Il conte G. B. Michelini, che ne è l'autore vi ha posto in fronte quella sentenza del Professore Romagnosi, che racchiude il sunto delle dottrine da lui proclamate onde liberare il genere umano dai vincoli, e dalle angustie, in cui venne sospinto da' sistemi protettori delle emulazioni personali, ed adagiarlo nella posizione naturale del tornaconto privato fuso, ed equilibrato col tornaconto sociale. Io ripeterò le parole dell' esimio Professore, perchè non saranno mai abbastanza ripetute. «È un errore il cre» dere, che si esigano studii improbi per l'ordinamento degli » interessi materiali: la suprema provvidenza della natura altro » non esige se non protezione, e giustizia. Con questo solo, e

semplice mezzo ella comparte bontà, sicurezza, ricchezza, e » polenza. Gaai al povero genere umano se la natura avesse » commesso alle spinose, ed intralciate opinioni degli economi»sti il destino delle nazioni. L'unico bene delle ottime teorie » consiste, e consisterà eternamente nel dimostrare, che colla » sola osservanza della giustizia si ottiene lume bontà, e poten» Za e coll'inosservanza si produce barbarie, sofferenza, mise

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delle

» ria, e deperimento. TUTTA LA FACCENDA DELLA VITA CIVILE STA "IN MANO DELLA NATURA NON CONTRARIATA come il vegetare » piante, e le buone funzioni nostre animali vengono concapiute » dalla sola natura. »

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Dopo di avere il Michelini spiegata con questa citazione la nobile bandiera dietro cui si è posto, dichiara, che le quistioni sui regolamenti forestali vogliono sciogliersi secondo i principii della economia pubblica. Bene sta, giacchè tutte le leggi altro non sono che le condizioni del vivere sociale prescritte nell'interesse del maggior numero, che il Romagnosi appella rigorosa pubblicità, sinonima del miglior tornaconto privato. Qual è la legge, che non influisca sull'ordinamento de' poteri, che non ne determini le sanzioni, che non favorisca, od attraversi l'impuls» naturale delle emulazioni private, e non contribuisca alla prosperità, od alla miseria de' popoli? Si consideri la scienza economica come antecedente, ed esploratrice, si consideri come appli cata alle funzioni de' processi dell'industria, del commercio, dell'uso delle cose godevoli, o delle pubbliche contribuzioni è sempre dessa, che svela le più giuste norme al legislatore, ed all'amministratore. Quegli stessi, che le disdegnano e quasi le condannano allorchè impugnano lo stilo legislativo ubbidiscono alle tradizioni economiche, che hanno loro malgrado bevute in una lunga pratica, ed altro non fanno, che preferire i pregiudizi inveterati, e gli esempi del passato alle dottrine purgate collo studio degli effetti di quelle leggi, che amano di ripetere, o d'imitare senza verun esame. E per verità che è mai il Regolamento forestale promulgato in Piemonte nel 1822? Nulla più, o poco più, che l'ordinanza del 1669 data da Colbert alla Francia. Questo celebre ministro dopo di aver trapiantato in Francia il sistema protettore delle manifatture, che da Elisabetta, e da Cromwello era stato introdotto in Inghilterra, e che nell' uno, e nell' altro paese era necessitato dal sistema feudale, e dalla possidenza concentrata, per dar vita all' industria, ed al commercio, doveano poi svilupparsi in tutta la loro potenza, e rompere, superare gli ostacoli frapposti dalle emulazioni contrarie per as

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sociarsi liberamente nella pienezza de' tempi alle altre fonti di ricchezza pubblica, fu spinto specialmente a dettare un regolamento forestale dalla vista di favorire le costruzioni navali a cui fornisce abbondantemente la natura de' boschi francesi. In Piemonte fu imitato colla vista di ripopolare i boschi. L' alienazione de' beni nazionali, lo svincolo degli altri beni, l'incremento dell'agricoltura aveano dato luogo al rapido dissodamento di molti boschi, e fatto nascere il timore che i nostri posteri avessero a rimanersi senza legna da costruzione, e combustibili. Non si è voluto credere, che l'agricoltore liberamente consigliato dall' interesse personale avrebbe supplito alle esigenze de' contemporanei, e de' posteri, quando si fosse manifestato il bisogno. Quindi furono sottoposte indistintamente tutte le proprietà allo stesso regime. Quindi i possidenti furono privati anche dell'uso moderato della cosa propria. Quindi i vincoli, prescrizioni, e rigori d'ogni maniera. Quindi ad ogni passo con-travvenzioni, che sebbene punite dalla legge con lievi multe, costavano al povero contadino, oltre la perdita di tempo per comparire avanti il Tribunale sedente nel capo-luogo della provincia, dieci, venti volte più, a cagion delle spese giudiziali singolarmente aumentate talvolta dall'assistenza de' curiali. Lo spediente più economico era divenuto quello di subire una condanna contumaciale. Era preferibile anche ad una difesa vittoriosa. Questi inconvenienti, la diversità della natura resinosa degli alberi dominanti in Piemonte, l'inopportunità di fissar regole assolute sul taglio, e pe' pascoli, l'inutilità di molte formalità, e le vessazioni, che erano sovente commesse da' guardaboschi, non doveano sfuggire alla perspicacia del Ministero Piemontese, ed il Sovrano appena ne fu edotto, ordinò la revisione del Regolamento del 1822. Gli uomini più intelligenti, ed esperti furono chiamati a Torino per concorrere a quest' opera importante, di cui il primo Segretario di Stato per gli affari interni conte de l'Escarène pose le basi. Io ho fidúcia, e meco l'ha il pubblico, che tra breve il Piemonte sarà dotato d'un buon Regolamento Forestale.

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lo sono persuaso, che i boschi priváti non saranno sottoposti se non a que' vincoli, che sono assolutamente comandati dall' evidente interesse pubblico. Intanto è di ottimo gurio la stampa dell' opuscolo del conte Michelini. Egli dimostra nel paragrafo primo, che il governo non deve intervenire' nella coltivazione de' boschi collo scopo di opporsi al rincarar delle legne. Egli non ammette il timore, che prevalendo negli uomini la passione de' godimenti attuali, i proprietarii dei boschi abbiano ad abbatterli, e privare i posteri di legna; e ravvisa una bastevole garanzia nel bisogno prepotente, che ognuno ha di aumentare per sè e pei discendenti, e nell' interesse, che moverà lo stesso proprietario ad accrescere la pròduzione della legna, quando il prezzo della medesima ne sug. gerisca la convenienza.

Combattuta vittoriosamente la trista previsione di Giambattista Say, che il mondo abbia a finire per la mancanza di combustibili, spiegasi dal Michelini il fenomeno dell' aumentato prezzo delle legne. L'incremento del ben essere sociale, e della popolazione ha aumentato le domande per costruzioni, e per soddisfare a' bisogni dello scaldarsi, ed agli altri usi, mentre crebbero ad un tempo le domande de' cereali, e delle altre produzioni agricole. Quelle naturalmente hanno dato un pregio alle legne, che non avevano in addietro, queste consigliarono il dissodamento de' boschi, che non offrivano al proprietario l'utilità, che gli offre la coltivazione del grano, del prato, delle viti.”

Per la qual cosa l'incarimento della legna è segno di progrediente civiltà, di prosperità ascendente, e quando la produzione de' boschi presenterà un utile eguale o maggiore di quello delle altre produzioni agricole, non dubita punto e con ragione, che i proprietarj senza verun impulso governativo si occuperanno ad accrescerla, Conferma egli l'osservazione

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che è segno molto favorevole la diminuzione de' boschi colla storia del vecchio, e nuovo mondo, e dà a divedere, che le foreste non iscomparvero, che per cedere il posto a' campi feraci, a preziosi vigneti, ed a ridenti praterie nutrici d' in

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